Il giacobinismo e la massoneria dietro tutte le trasformazioni storiche
Servirebbe il revisionismo storico anche per
riscrivere il decennio post rivoluzione francese, 1789-1799,
(giustizia sommaria, beni confiscati, ruberie di stato, chiese distrutte e
incendiate, ostie e reliquie profanate, preti imprigionati e massacrati, suore
stuprate e uccise, credenti umiliati e trucidati, in nome degli
“immortali” principi di Libertè, Egalitè, Fraternitè senza
dimenticare il genocidio della Vandea ) per poter comprendere come le spinte
giacobine e massoniche abbiano influenzato gli avvenimenti storici successivi e
come continuino a condizionare quelli presenti. Il giacobinismo nato dalla
volontà di strateghi “illuminati” è in realtà il risultato di un complotto
massonico fondato apparentemente sul culto della Patria, ma che, di fatto,
spingeva su ideologie come quella del progresso, dell’uguaglianza astratta e
dell’individualismo sfociate in una vera e propria dittatura di un’élite che,
modernamente, viene chiamata “Nuovo Ordine Mondiale”.
Il giacobinismo ( “Societè des amis de la
Constitution”, “Società degli amici della Costituzione”) nacque quindi a Parigi
nel 1789 nell’ex convento domenicano di San Giacomo ( di qui il nome) . Finto
apportatore di ideali di libertà, fraternità ed uguaglianza ha avuto un gran
numero di seguaci in Italia che ricordiamo, per mano di Napoleone (il vero
ideatore del vessillo italiano tricolore), si concretizzò nella costituzione
delle 4 Repubbliche Sorelle ( Cispadana, Cisalpina, Romana e Partenopea)
assoggettate completamente all’esercito francese, che assorbiva terre e denaro
da inviare in Francia per risanarne i debiti.
Si assiste, così,come ci ricorda Benedetto Croce in
“Storia del Regno di Napoli” ad un radicale cambiamento: dall’attività
massonica speculativa si va verso l’attività politica con la trasformazione
delle Logge in centri di aggregazione dei Giacobini: «…gli ingegni napoletani…
sul cadere del Settecento, primi in Italia, cioè fin dal 1792, … si misero in
corrispondenza con le società patriottiche francesi, e i più giovani e ardenti
riformarono le loro Logge massoniche in club giacobini…»
Ricordiamo
brevemente di come quindi, preparato il terreno, le truppe francesi entrano a
Napoli e istituiscono ( con la complicità “illuminata” della borghesia e dei
nobili napoletani), la Repubblica Napoletana, conosciuta anche come Repubblica
Partenopea. Nata per l’idealismo di pochi borghesi e nobili fintamente
illuminati ma nella realtà meschini traditori dei Borbone e di tutto il popolo
e lontana dai bisogni di quest’ultimo, resiste solo pochi mesi, infatti, il 13
giugno del 1799, grazie alla rivolta che partì dalla Calabria guidata dal
Cardinale Ruffo e dai lazzari napoletani (cautamente appoggiati idealmente
anche da Ugo Foscolo, nei suoi “Commentari” ) cessò questa nuova e poco amata
forma costituzionale che cercò di soppiantare con l’inganno la monarchia dei
Borbone. I repubblicani giacobini si resero colpevoli anche dell’uccisione di
60mila sudditi napoletani , vittime mai ricordate da Istituzioni sorde
impegnate invece a commemorare le 122 impiccagioni a Napoli, che si
susseguirono ininterrottamente da giugno a settembre,più altre centinaia nel
resto del Regno, di traditori tra i quali la nobile Pimentel De Fonseca,
Francesco Caracciolo, Domenico Cirillo, “vittime” della giustificata ritorsione
dei Borbone ( peraltro realmente addolorati anche dal vile tradimento di quelli
che consideravano fedeli amici).
Una nota folkloristica e religiosa: Sant’Antonio prese, in quel frangente e
solo per un breve periodo (dal 1799 al 1814), il posto di San Gennaro come
Patrono nel cuore dei Napoletani accusato di essere “nu Sant
Giacubino” in quanto “consentì” il miracolo della liquefazione
del sangue anche dinanzi al nemico francese.
Quanto incise invece il giacobinismo durante le fasi del Risorgimento e dopo?
Secondo gli accordi scaturiti dal Congresso di Vienna del 1814 si ripristinò
l’Antico Regime cancellando di fatto tutte le conseguenze della Rivoluzione
francese e del regime napoleonico, “la Lombardia e l’antica Repubblica di
Venezia divennero province dell’Impero asburgico, mentre il Granducato di
Toscana e i ducati di Parma e Modena vennero assegnati ai membri della dinastia
asburgica. Lo Stato pontificio con le Legazioni fu restituito a papa Pio VII,
che rientrò a Roma fra le ovazioni dei popoli della penisola. Nel Mezzogiorno
il Regno di Napoli e Sicilia ritornò Ferdinando IV, che assunse il nome di Ferdinando
I, re delle Due Sicilie. Sia il Papa, che addirittura concesse all’Austria di
mantenere una guarnigione a Ferrara, sia i sovrani dei ducati della Toscana e
di Napoli confidavano nella protezione austriaca. Solo il Piemonte,
ingranditosi con la Liguria, restò autonomo dalla influenza austriaca, con la
solita funzione di Stato Cuscinetto tra la Francia e l’Austria.”
Questa Restaurazione però per colpa anche di pesanti restrizioni imposte dalle
vecchie Monarchie non spense le fiammelle repubblicane di un giacobinismo mai
sopito che invece, come ricorda Antonio Gramsci dalle sue bellissime lettere
dal carcere, fu un modo tutto borghese di fare politica, “sinonimo di politico
settario ed elitario in senso deteriore” che introdusse una forte spinta laicista,
anticattolica e totalitaria e che innescò, per colpa di quelle ideologie
malate, l’insana regola di ordire complotti e strategie subdole per il
raggiungimento ad ogni costo del Nuovo Ordine Mondiale. Oggi come allora che in
quel contesto storico avevano lo scopo di “liberare” l’Italia dai
vecchi Stati feudali e dalla Chiesa cattolica. E così in un apparente
stravolgimento di alleanze ed amicizie, con la complicità della massoneria
inglese e la neutralità di quella francese, l’Italia fu unita. E sappiamo come.
La stessa Massoneria internazionale dirigerà successivamente tanti altri eventi
con un’abilissima regia: gli scontri che porteranno alle guerre mondiali e la
conseguente sconfitta dei grandi nazionalismi italiano, tedesco e giapponese, e
alla conseguente divisione del mondo in due blocchi, decisi, a Yalta nel 1945,
da Roosevelt, Churchill e Stalin. I due mondialismi materialisti di
un’ipotetica Repubblica Universale si spartivano così il pianeta: da una parte
il “capitalismo liberaldemocratico, agnostico e tollerante”, dall’altro il
“comunismo ateo e totalitario”. Ci sono sempre i “fratelli massonici” dietro le
libertà dei figli dei fiori sessantottini così come la diffusione dell’LSD,una
strategia mirata della CIA deliberatamente voluta per creare incapacità di
pensiero critico .
Ci sono sempre loro nell’ 1989 quando il comunismo crollava e gli Usa,
burattini dei sionisti, veri deus ex machina dell’umanità, diventavano i
padroni del mondo tanto che Bush nel 1991 affermò che si era giunti all’alba di
un “nuovo ordine mondiale”. Ed infatti aveva ragione: siamo giunti quasi
alla deriva di una società multietnica e multiculturale che annullerà tutte le
culture e le fedi a cominciare dall’Europa, disarmata intellettualmente e in
crisi d’identità, interessata dall’invasione di immigrati provenienti dall’Est,
dall’Africa, dall’America Latina e dall’Asia, la maggior parte dei quali di
fede musulmana “incompatibile con gli ordinamenti civili occidentali che crea
incomprensioni e problemi di convivenza, ma che ai progressisti,ai custodi del
politically correct e proprietari dei mezzi di comunicazione( che condizionano
le menti di improbabili radical-chic o di semplice gente generosa che non
ragiona se non con il cuore), la cosa sembra non importare.
John Foster Dulles, presidente della Fondazione Rockefeller tristemente
preannunciava, in piena Seconda guerra mondiale: «Un Governo mondiale, la
limitazione immediata delle sovranità nazionali, il controllo internazionale di
tutti gli eserciti e di tutte le marine, un sistema monetario unico, la libertà
di immigrazione nel mondo intero». E la Chiesa che avrebbe potuto essere
l’ultimo baluardo di difesa se non si adeguerà a queste strategie mostruose non
sarà che una pedina già fortemente compromessa dal di dentro, “corrotta
moralmente ed in balia di scandali sessuali, battaglie per la soppressione
della veste talare, matrimonio dei preti, revisione dei dogmi in funzione del
progresso universale, sconvolgimento della liturgia, l’Eucarestia ridotta a un
semplice simbolo della comunione universale ed il vecchio Papato ed il vecchio
sacerdozio abdicanti di fronte ai preti dell’avvenire”.
Di certo esisterà una massoneria buona ma con questi presupposti io quando mi
troverò al cospetto di simboli giacobini di sicuro cambierò strada. Numerosi e
“striscianti” e che veicolano messaggi subliminali soprattutto quando è l’arte
il mezzo: berretti frigi,alberi della libertà, la livella che alludeva
all’uguaglianza, i fasci consolari dell’autorità romana, il caduceo simbolo
della pace conquistata grazie all’abbattimento delle tirannie, la piramide e
l’occhio onniveggente, la squadra ed il compasso, l’archipendolo o la
cornucopia.
Brutte storie. Alla fine non ci resta che aggrapparci a tutti i valori allora demonizzati e banditi dal NWO (Nuovo Ordine Mondiale): attacchiamoci alla famiglia e ai suoi valori, rispettiamo il nostro passato, riscopriamo le nostre tradizioni,il cibo,gli usi e i costumi della nostra Terra, ancora una volta fondamentali per non perdere l’ identità che siamo riusciti a conservare accogliendo tutti i popoli che hanno avuto bisogno di noi. Ma soprattutto coltiviamo amore.
Patrizia Stabile
per Napoli giornale gratuito, direttore Alessandro Migliaccio