Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

Il principio di nazionalità anche a tutti i popoli italici (II)

Posted by on Set 9, 2023

Il principio di nazionalità anche a tutti i popoli italici (II)

Angelo Manna può essere considerato come il Padre della Patria Napolitana moderno tra gli anni Settanta e gli anni Novanta, cioè con l’inizio della Seconda Repubblica e dopo la fine della guerra fredda. Manna precedentemente era stato un deputato del partito dell’ascarismo di destra MSI (Movimento Sociale Italiano) tra il 1983 e il 1992, finché decise di dare una svolta autonomista all’identità napolitana grazie alle sue denunce storiche contro i crimini del Risorgimento nel suo programma televisivo “Il Tormentone” il quale lo conduceva dal 1976.

Con la fondazione del suo Fronte del Sud nel 1991 riaccese di più il risveglio nazionale del popolo napolitano in opposizione al colonialismo padano e al suo sostenitore, ovvero la Lega filo-sciovinista di Bossi, che non si stancò di combattere, sebbene la vita del suo primo partito identitario autonomista fu breve e Manna non ebbe in tempo di dirigerlo a causa della sua morte naturale avvenuta nel 2001. Però egli sarà ricordato dal popolo napolitano non solo di essersi impegnato alla tutela della sua identità nazionale ma di aver anche dato un suo contributo alla salvaguardia di essa, assieme a Giacinto de’ Sivo e a Ferdinando II di Borbone. La stessa iniziativa di Manna avvenne in quella di Finocchiaro Aprile ma con spinte indipendentiste e radicali. Egli fu la guida del nascente indipendentismo siciliano durante la fine della seconda guerra mondiale e l’isola, nonostante fosse sotto l’amministrazione degli alleati anglo-americani con l’aiuto della mafia, non viveva in una situazione di stabilità politica ed economica, dovuta dalla crisi produttiva causata dai bombardamenti iniziati dal luglio del 1943. Inoltre essa diveniva nuovamente vittima degli stessi soprusi coloniali da parte dei mafiosi e di certi funzionari del nuovo governo del CLN, tant’è che spinse i siciliani ad abbracciare la rinascita della loro identità nazionale attraverso l’adesione al MIS (Movimento per l’Indipendenza della Sicilia) che otteneva molti consensi popolari ed elettorali, soprattutto grazie alla partecipazione delle figure dell’antifascismo, tra cui Antonio Canepa, un professore universitario credente di un indipendentismo vicino al socialismo. Naturalmente la mafia aveva tentato di assoggettare il MIS alla sua dipendenza ma, visto il ripetersi della partecipazione popolare e la collaborazione di tutte le fazioni politiche di diversa ideologia, successivamente decise di prenderne le distanze, appoggiando di fatto il nuovo governo unitario che inaugurerà una serie delle dure repressioni e delle diffamazioni messe in atto dai partiti del CLN e dai giornalisti ascari. In seguito alla consegna territoriale degli Alleati alla nuova Italia padana nel febbraio 1944, i siciliani, appoggiati dai membri e dagli attivisti del MIS, ripristinarono il loro vecchio atteggiamento di indifferenza verso i partiti dominanti e il governo stesso condividendo al pieno l’indipendentismo secondo il pensiero di molte personalità presenti nel movimento di Finocchiaro Aprile, il quale lanciò numerosi appelli alle potenze europee finché la Sicilia venisse riconosciuta come Stato indipendente ma fu inutile, il cui motivo fu determinato dalla complicità sia degli USA sia dell’URSS che sicuramente rifiutarono ogni neutralità di un determinato Paese, preferendo di stabilire le loro zone di influenza che, a causa di tutto ciò, avevano mantenuta divisa l’Europa fino al crollo del Muro di Berlino del 1989. Però divisa era l’Europa di una volta, divisa era l’Italia per il ripetersi dei crimini coloniali da parte del governo e dell’Alto commissario Aldisio nei confronti dei siciliani che si batterono alla conquista dei loro diritti e della loro indipendenza. La repressione coloniale della nascente Italia padana tentò di ottenere buoni risultati nel contrastare duramente l’indipendentismo siciliano (con la cessazione dei Moti “nun si parti” e l’uccisione di Canepa del 17 giugno 1945) ma il popolo isolano e il MIS non fecero un passo indietro attraverso l’uso della lotta armata decisa sia da Canepa sia dai membri del movimento durante il Congresso di Taormina indetto nel novembre 1944 con la costituzione dell’EVIS (Esercito Volontario per l’Indipendenza della Sicilia) che ebbe molti giovani siciliani a voler combattere le ingiustizie dello Stato coloniale, ricevendo supporti sia dal popolo isolano sia dai banditi emarginati, in particolare da Salvatore Giuliano che, attraverso la sua tattica di guerriglia attuata nelle montagne ma riconosciuto per la sua generosità verso i ceti poveri, ottenne il nome di battaglia di “Guido del Monte” e il suo gruppo di ribelli verrà chiamato la “Brigata di Palermo”, diventando un’unità militare dell’EVIS. Finocchiaro Aprile, nei confronti di tale resistenza patriottica dei suoi connazionali, approvò tale gesta nonostante fosse contrario all’attuazione di quel metodo di lotta politica ma continuò ad essere l’indiscusso leader del MIS finché nell’ottobre del 1945 viene arrestato, assieme ad Antonino Varvaro, inviato al confine politico di Ponza, ma sarà costretto dal governo Parri a dover consigliare ai membri e agli abitanti isolani di cedere alla lotta per l’indipendenza nazionale. Infine il 15 maggio 1946 viene concesso lo Statuto speciale che garantiva alla Sicilia una maggiore autonomia politica, economica e fiscale ma, tutt’oggi, viene violata con la piena arroganza degli ascari siciliani. Finocchiaro Aprile, ormai solo e con il suo MIS vuoto a causa delle pressioni dei partiti dell’ascarismo sui siciliani di dover abbandonare la causa indipendentista, tentò di riprendere la precedente lotta per l’indipendenza ma inutilmente non ebbe spazio visto che non ebbe consensi elettorali nelle elezioni regionali del 1951. Naturalmente non era certamente da solo a condurre l’impresa di conquista dell’indipendenza siciliana, poiché era inteso a collaborare con Canepa, con Varvaro, con Castrogiovanni, con Tasca Bordonaro e con l’intero popolo isolano dal fatto che la Sicilia aveva bisogno di liberarsi dal giogo coloniale dell’Italia padana che la fece trattare come una colonia causandogli emigrazione, crisi, disoccupazione e lutti, come avverrà nella Napolitania stessa di cui Manna ebbe il coraggio di denunciarli puntando il dito contro la politica piemontese della dinastia dei Savoia, dei suoi “Padri della Patria” e di altri collaborazionisti ma certamente né Manna né Finocchiaro Aprile saranno gli unici testimoni ad adempiere tale atto di coscienza storica. Assieme a loro ci sta Salvatore Meloni, un lavoratore di trasporto delle merci sardo che darà una svolta radicale nell’identità del suo popolo, abbracciando anch’esso la causa indipendentista ma con tentativi di protesta, come quella di Malu Entu avvenuta tra il 2008 e il 2009 con altri membri del suo Partidu sardu pro s’indipendentzia (PARIS) inviando la richiesta di riconoscimento del nascente Stato sardo all’ONU ma non verrà accolta a causa dell’intervento repressivo delle forze dell’ordine coloniali che, nel gennaio del 2009, arrestarono gli indipendentisti sardi con la falsa accusa di aver danneggiato l’ambiente dell’isola, ovvero screditando la loro lotta politica seria dopo che hanno provato con la messa in scena del caso “complotto separatista”, di cui Meloni fu ingiustamente arrestato con l’accusa di cospirazione politica per nove anni nel 1984. Meloni non fu solo l’uomo d’azione ma di parole, denunciando la politica coloniale dello Stato italo-padano che ha portato alla Sardegna numerosi problemi irrisolti e ripetuti, come l’inquinamento dell’ambiente e la costruzione delle basi militari sia italo-padane sia straniere nelle zone naturali (soprattutto se sono state affidate all’esercito degli USA) ma vedeva l’indipendentismo sardo come unica soluzione di salvezza del suo popolo aiutandolo a riaccendere tale ideale ma con pochi passi, non dimenticando che pure la Sardegna è anch’essa, interamente e storicamente, colonia già dal 1847, l’anno in cui si verificò la cosiddetta “Fusione perfetta” (un modo di dire) che gli fece cancellare la sua secolare indipendenza sottomettendola alle pesanti leggi della tirannia elitaria e dei Savoia piemontesi. Manna, Finocchiaro Aprile e Meloni hanno accompagnato assieme la storia dei loro popoli italici usando la politica per ripristinare i valori morali delle tradizioni nazionali condivisi nelle leggi dei loro precedenti e legittimi governi e ben presto hanno compiuto tale marcia anche Miglio, Egarter e Cusin attraverso la realizzazione dei propri progetti politici che si baseranno sulla libera e morale ripresa dell’identità dei loro popoli. In particolare Miglio, prima democristiano e poi un convinto indipendentista padano, elaborò il famoso progetto di “Decalogo di Assago” lanciato nel 1993 nel secondo congresso della Lega bossiniana che, in seguito, l’abbandonerà appoggiando il centralismo filo-padano del governo che essa condivideva nella assoluta volontà. Secondo Miglio, l’Italia doveva essere una Repubblica federale divisa in tre Stati federali indipendenti (Nord o Padania, Centro o Etruria e Sud o Mediterranea anche se Napolitania e Sicilia sono due popoli diversi) e cinque regioni a statuto speciale, in tal modo che essi siano autonomi nel gestire la loro gestione del potere e la loro economia. Nonostante che Miglio inizialmente avesse appoggiato la Lega sciovinista di Bossi che servì il governo coloniale pur di favorire le regioni padane di cui ne prese le distanze, egli era convinto che la Padania doveva essere guidata da sé stessa, divenendo credente nell’ideale dell’indipendenza padana e di un possibile federalismo italico. Anche Hans Egarter si impegnava a rendere il Sudtirolo uno Stato indipendente, divenendone un simbolo di eroismo nazionale. Egli, prendendo le distanze dalla manifestazione del germanismo del nazismo tedesco e dalla discriminante “italianizzazione” del fascismo del padano Mussolini, aveva contribuito alla lotta anti-nazifascista attraverso il movimento di resistenza “Andreas Hofer-Bund” sorta nel 1939 in memoria dell’eroe dell’insorgenza del 1809 e puntava sulla liberazione e sull’indipendenza del Sudtirolo da ogni forma di totalitarismo, soprattutto dal nazismo. In seguito alla fine della guerra, Egarter fu emarginato per essersi opposto all’ingresso di alcuni membri ex-nazisti sebbene avesse combattuto quel revanscismo hitleriano che aveva invaso illegittimamente l’Austria nel 1938, visto che la lingua della Patria di Egarter è austriaca. Grazie all’impegno di Egarter che il Sudtirolo mostra la sua esistenza di Patria, trovando molti consensi e appoggi da parte dei combattenti del Comitato per la liberazione del Sudtirolo (di tendenze indipendentiste) e della Lega del Monte Isel per la tutela del Tirolo del Sud (di tendenze irredentiste) ma alcune volte era al centro della contrapposizione delle due tendenze per la salvaguardia dell’identità del proprio popolo, come era accaduto ai macedoni in cui il loro Paese finiva nella probabile indecisione di appoggio o alla corrente indipendentista o alla corrente irredentista auspicata dall’élite bulgara di Sofia, anche grazie alla loro collaborazione con la VRMO (Organizzazione rivoluzionaria interna macedone). Dopo Egarter entra nelle iniziative politiche identitarie anche Fabio Cusin, il quale unì le sue ricerche storiche alla politica per far rinascere l’identità del suo popolo triestino tant’è che prese parte alla campagna di conquista dell’indipendenza della sua terra in quanto membro del Blocco triestino (partito di destra) assieme al Fronte dell’Indipendenza per il Libero Stato Giuliano (partito di sinistra), i quali furono le principali e legittime forze di rappresentanza politica del proprio popolo quando tra il 1947 e il 1955 il Trieste ebbe lo status di Territorio libero, la cui garanzia era stata mossa dal socialista Valentino Pittoni al parlamento austro-ungarico nel 1918.

Antonino Russo

continua…….

Submit a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.