J. DUMONT I FALSI MITI DELLA RIVOLUZIONE FRANCESE
«La morte del cristianesimo. Anche questa morte è cominciata con la Rivoluzione, di cui è l’obiettivo principale. Ma questa morte non comincia soltanto […] per le misure adottate contro la Chiesa, per la soppressione degli ordini monastici, per la spoliazione e per la laicizzazione, ……..
per i massacri e per la deportazione dei sacerdoti, per il genocidio del popolo cristiano, specialmente in Vandea. Le cause della morte del cristianesimo non vanno neppure cercate soltanto […] nel pesante silenzio di morte degli Anni II e III quando, dal novembre del 1793 marzo del 1795, il culto cristiano viene ovunque proibito, e tutte le chiese chiuse, a eccezione di quelle trasformate in templi della dea Ragione, di Bruto, di Marat e di tutti quanti. Questo avviene dopo che i libri e i vasi sacri, i paramenti del culto, gli oggetti preziosi e le opere d’arte delle chiese sono stati bruciati in autodafè [= falò] generalizzati nelle pubbliche piazze. Autodafè che fanno seguito a cortei in maschera in cui i libri e i vasi, i paramenti e gli oggetti d’arte sono stati esibiti lungo le strade, nel corso di sfilate grottesche e ignobili che hanno come tema: ‘Il culto muore sotto il ridicolo”- Questa morte dell’Anno II e dell’Anno III terminerà soltanto grazie al sublime combattimento dei vandeani: la Rivoluzione, non riuscendo a sconfiggerli, è costretta a trattare con loro e ad accettare la loro esigenza fondamentale, cioè il ristabilimento della libertà di culto, con il trattato di La Jaunaye, del 17 febbraio 1795. Non ne beneficiano soltanto i cattolici di tutta la Francia, ma anche i protestanti e gli ebrei, i cui culti, templi e sinagoghe erano stati pure soppressi. E i cui libri e paramenti sacri bruciati anch’essi negli autodafè, per esempio a Strasburgo, dove gli ebrei avevano dovuto consegnare al distretto “tutti i libri e i segni del culto di Mosé”. Infatti, i sanculotti, sono senza Dio, modelli dei bolscevichi dello stesso nome e, come loro, mortali nemici di ogni religione rivelata. Inoltre, la morte del cristianesimo non è cominciata soltanto, da parte della Rivoluzione, con il soffocamento operato dal Direttorio che segue l’annientamento degli Anni II e III. Allora il culto privato viene sistematicamente perseguitato e accade, per esempio, che alcuni giardinieri della periferia di Nantes vengano condannati alla prigione e a un’ammenda “per aver rimesso alloro posto, fissati e attaccati davanti alla cappella di cui sono proprietari, i segni particolari dì un culto”, il 7 vendemmiaio dell’Anno VII, 29 settembre 1798. Anche allora, essendo stata soppressa la domenica a vantaggio delle decadi del calendario rivoluzionario — che costituisce, da solo, una forma dì scristianizzazione —, i cristiani che santificano la domenica sono sistematicamente perseguitati. […] L’uccisione del cristianesimo da parte della Rivoluzione Francese comincia, infatti, molto più che in tutto questo, nella corruzione della Chiesa Costituzionale, quella dei sacerdoti che accettarono la Costituzione Civile del Clero imposta dai rivoluzionari e rifiutata dal Papa e dalla grande maggioranza dell’episcopato.In due anni, dal 1791 al 1793, lo sbando di questi sacerdoti fu vertiginoso: ben presto la loro fede, imbevuta dalle trite ripetizioni rivoluzionarie e di attivismo vissuto, abbandonò il cristianesimo per aderire alla denuncia calunniosa che la Rivoluzione aveva ereditato dai Lumi e che aveva dipinto il cristianesimo con i tratti del “fanatismo” oppressore e stupido»
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