LA CHIESA DI SANTA MARIA DEL COLLE IN SCURCOLA MARSICANA di GIUSEPPE MORZILLI
Sulla dolce collina dei Cappuccini, a circa un chilometro e mezzo dall’abitato di Scurcola, dove si sviluppava il camposanto realizzato nella seconda metà dell’Ottocento, prima per i colerosi, poi per le esigenze della popolazione, vi era la chiesa dedicata a Santa Maria del Colle, secondo le coordinate Geografiche N42°03,4824′ E013°18,8139’ a 819,6 s/l//m, con annesso convento.
Il “camposanto vecchio”, come viene chiamato a Scurcola, fu realizzato a seguito della grossa epidemia di colera che provocò un centinaio di morti attaccati dal terribile morbo. … L’anno milleottocento cinquantaquattro, il giorno quattro Dicembre nel Comune centrale di Scurcola = Riunita la Commissione sanitaria del suddetto Comune, coll’intervento ancora del Signor Sottintendente del Distretto, ad oggetto di designare e stabilire un locale da potersi adibire un Camposanto dei Colerosi = Esaminati molti luoghi nelle adiacenze del paese, si è quindi rinvenuto un sito, ove vi concorrono tutte le qualità necessarie per la costruzione di un camposanto ai colerici, e questo sito si offre sul Colle detto di S. Antonio, precisamente nell’angolo esterno dell’orto dei Domenicani, alla parte de Settentrione, a confino i Signori Tuzi, distante dall’abitante a circa mezzo miglio = E quivi la Commissione à determinato si esieguano dei lavori appositi per la inumazione degli attaccati dal morbo colera, previo la benedizione del luoco, e l’inalberamento del vessillo della nostra sacrosanta Religione della parte più eminente = Resta invitata la Deputazione delle opere pubbliche comunali, perché vi accedi sopra luogo, a dettagliare i lavori occorrenti, i quali dovranno eseguirsi per urgenza, e sotto la vigilanza del 1° Eletto, e della Deputazione stessa = La Commissione Luigi de Giorgio Abate Curato = Benedetto de Giorgio medico = Pietro Ottaviani notabile = Angelo Anzini Decurione = Il Sindaco Cosimo Bontempi (1).
La chiesa era raggiungibile dalla strada denominata dei Cappuccini, nel cui percorso si incontra la secolare QUERCIA DI DONATO, e dalla strada comunale delle Piagge.
La quercia di Donato, una QUERCUS PUBESCENS, ha assistito dal sottostante tornante della località Geppetti, alla nascita della chiesa, alla costruzione del convento, all’opera importante resa dai Padri Cappuccini fino alla seconda metà del secolo XIX, alle interminabili processioni delle confraternite scurcolane e della popolazione che passava dinanzi per trovare, fra la pace della natura, le motivazioni per sopravvivere agli stenti della vita quotidiana.
La chiesa non esiste più, di essa abbiamo poche notizie, è stata parzialmente ricostruita dopo il terremoto, mentre la quercia di Donato resiste ancora: longeva, tortuosa, bisognevole di cure di dendrochirurgia per aiutarla a sopravvivere.
Scarse sono le notizie sulla costruzione della chiesa.
Nella RATIONES DECIMARUM ITALIANE APRUSIUM MOLISIUM, sono nominate le chiese di S. Thomei, S. Mariae de Capella, S. Felicis, S. Mathei de Plote, S. Laurentii, S. Quirici, S. Silvestri, S. Martini, S. Mariae de Colle, Santa Lucia e de Pantanis, S. Angeli.
Secondo il libro delle Decime: … Consuetum caritatium subsidus praedictae vicariae: ab ecclesia Santae Mariae de Colle auri florerum unum. Hec sunt debita sine census ecclesiarum ipsius vicaria in festo Sanctae Sabinae: Ab ecclesia Santae Mariae de Colle pro porco uno auri florerum unum et produodecim piczis solidos sex. Ab ecclesia Santae Mariae de Colle presuctorum par unum et pro quatuor tortalis solidos duos. In festo pasce maiori:Ab ecclesia Santae Mariae de Colle pro duobus pastedis et duobus tortulis solidos quinque. Tura decimarum victualium debet gram ordei secina et annona dictae vicariae, in Sculcula: Ab ecclesia Santae Mariae de Colle grani quartarium unum et cuppas . X. Grani provisionis dictae vicarie in primis: ab ecclesia Santae Mariae de Colle granis cuppas sex.
Nel 1869 il Di Pietro così scriveva: … a circa due chilometri di lontananza verso l’Ovest aveva la Scurcola sopra un colle ridente il Convento dei Cappuccini colla Chiesa detta di S. Maria del Colle. Questo fu fondato dalla famiglia Orsini, fu ampliato dalla famiglia Colonna, ed ora nel nuovo ordine di cose è rimasto anche chiuso (2).
La stessa notizia è riportata dal Colucci nella Guida storico-turistica di Scurcola Marsicana 1976 a pag. 30.
Non siamo d’accordo con il Di Pietro sulla costruzione del convento poiché un documento che riportiamo, tratto da un atto del cancelliere archiviario dell’Università (Comune), Livio Falcone del 1734, in possesso della Curia marsicana così riporta … omissis 29 Marzo 1584: l’eletione del sito del Convento dei detti P.P. Cappuccini, quali sono per infrascritti … del Padre Predicatore e del D. Giuseppe Pompei, e Argoli di Tagliacozzo è stato dalli segnati detti, che si dia d’autorità alli P.P. Cappuccini del eretione del sito dello seguente. E’ similmente è stato detto che il Padre Vicario si serviva venirsi quanto prossima promessa per fare detto eletione del sito e messa la prima pietra. È stato anco ordinato che i Procuratori della Chiesa e Massari conduchino colà solita processione mastro Alesio Scarpellino, e si conducono, altri mastri per la composizione di pietra e muratori, acciò la fabbrica va di averli Procuratori tenghino pensiero, che gli lavori, e si facci il debito per servizio della Chiesa. Nel libro de Consiglieri e per procuratori sono stati eletti della Università fabbrica de Cappuccini Mastro Gio. Battista Ferelli, Gio. Battista Coluccia, Mastro Cherubino Martini, Gio. Marco detto Socio delli quali s’ordina, che rentino il conto alli Procuratori passati che si faccia la cerca dei grani, e s’attenda alla fabbrica.
Il 18 Marzo 1588 omissis … che li denari, che s’offrirano all’affitto del macello si predetti homini del governo li donano alla Santa e Sacra fabbrica delli Cappuccini, e altri liberium (fino all’ultimo quattrino) della fabrica debbiano aver cura d’assegnarli, e ponerli in mano del cassiere di detta fabbrica.
Una dichiarazione resa nel 1734 dal Dottor D. Odorisio Bontempi, dal Magnifico Bonaventura Tuzi e da Francesco Liberati, Matteo Trombetta, Domenico Antonio Silvestri, Pietro Antonio Corazza, Domenico Tortora, Giacomo Settecoppe, Gioseppe Pompei, Pietro Falcone, Paolo Antonio Bontempi, per una causa a proposito dei disordini scoppiati per una PANARDA che l’Università era solita passare al Predicatore Quaresimale in quegli anni, ci aiuta a ricostruire l’ubicazione e la proprietà della chiesa.
… Posso dire sì è che il sito dove presentemente si trova il Convento de PP Cappuccini con molti altri beni e terreni era della Chiesa Parrocchiale che si trova eretta in detto sito chiamato la Parrocchia di S. Angelo ed altre Chiese furono unite alla Collegiata della SS.ma Trinità, che è parrocchiale, con tutti li loro affetti, e beni alle prebende Canoniche, e Parrocchiali, secondo ho raccolto dal catasto antico di tutte le soppresse Chiese, che anticamente erano in piedi, e da questo motivo, che il sito era di Parrocchie m’imagino s’indroducessero dette funzioni, ò fussero accordati colli PP Cappuccini, e non perché detto Convento sua fabbrica, e chiesa fussero erette a spese dell’ Università, e da pietosi cittadini.
Un’altra notizia sulla edificazione del convento … Ecco una notizia desunta nello scorso ottobre da un documento esistente nell’Archivio notarile di Chieti, che potrebbe essere utile a chi si occupa della storia Marsicana: Facendo, come si dice, lo spoglio della scheda dei notaro Domenico Di Rico, di Orsogna, ho rinvenuto un istrumento in data 2 luglio 1763, nel quale, ad istanza del magnifico D. Filippo Bontempi di detto comune, feudo dei principi Colonna, e trascritta una pergamena del 1584, dodicesima indizione, mese di Agosto, regnando Filippo d’Austria d’Aragona. Da detta pergamena si apprende fra l’altro, che tal Cesare Bontempus o de Bonistemporibus, di Scurcola, esimio dottore in legge, con testamento raccolto dal giudice a contratti Stefano De Magisteri pure di Scurcola, fa diversi legati, e prescrive la costruzione di un convento dei padri cappuccini in Scurcola, da cominciarsi entro quattro mesi, assegnando a tal uopo la somma di ducati duecento(?) Prega che i padri cappuccini tengano memoria di lui, e avverte che, ove la costruzione del convento non abbia luogo entro quattro mesi, si destini la somma suddetta, che potrà portarsi fino a ducati 250, in dote di mia cappella della chiesa di S. Agostino in Roma (3).
La chiesa nel 1730 fu teatro di un increscioso fatto d’arme fra i rappresentanti dell’Università di Scurcola e i Frati Cappuccini. I cittadini di Scurcola usavano andare in processione nel Lunedì in Albis, come oggi ancora si usa nel vicino paese di Rosciolo. Al termine della funzione i rappresentanti comunali offrivano al Predicatore Quaresimale e al Clero intervenuto una PANARDA, cioè un succulento e abbondante pasto, ma spesso si determinavano incresciosi episodi; allora i Frati, per togliere tali usanze, volevano impedire lo svolgimento della processione, poiché i partecipanti dopo il rito della Santa Messa, usavano consumare la merenda nelle vigne circostanti … e ciò venendo accompagnata dal Clero per togliere i disordini e lo scandalo che c’era ritornando i confratelli delle Compagnie con permesso buttar li crocifissi, gonfaloni, lanternoni in collo, andando per le vigne spassandosi, et il Clero acconsentendo a tal ineguità. L’università della Scurcola e per essa Pietro Rosa, Bartolomeo Oddi, Francesco Froscia suoi odierni Massari, supplichevoli si rispondono a S.V. Illma, che essendovi in detta terra, fra l’altro la Parrocchia di S. Maria del Colle, molti anni sono fu soppressa, e delli beni appartenenti alla medesima uniti, con altri fu eretto la Canonica nella Chiesa Collegiata della SS. Trinità del medesimo luogo, con stabilimento dell’Abbazia e Canonicati. Dopo detta Chiesa, fu assegnata alli P.P. Cappuccini, l’Abate e i Canonici per mantenervi li usi.
La processione si svolse ugualmente, nonostante una parte del clero locale disertasse la funzione. Durante la predica un massaro di Scurcola, Giulio Vetoli, fu visto entrare infuriato nella chiesa mentre si teneva la Predica con un archibugio, così viene riportato nel documento … Nicola Belli stretto amico del detto Guardiano si trovò coll’archibugio dentro il convento ove continuamente soggiorna per causa di una sua vigna vicina al detto convento e se bene si trovasse alla porticina del pulpito, non ricercato, non fece minacce, non usò forza contro alcuno, e Giuseppe Damia, alias il cecato, in verun modo si adoperò, onde se bene secondo il solito, non s’è sparato ne dato verun segno di allegrezza oltre di che né l’uno né l’altro di questi armati nominati dai frati et, dipendenti per aggravare eran intesi di cosa alcuna né questo due potevan sferzare i Cappuccini o metterli paura fra tanti popoli.
Al ritorno della processione, nella chiesa Collegiale della SS. Trinità, una parte del clero che non aveva preso parte alla funzione, scaricò la rabbia sui confratelli di San Bernardino, andati a suonare le campane per annunciare il ritorno della processione stessa.
Riportiamo la testimonianza di Andrea Romano bastonato dai canonici al rientro della processione … Deve sapere V.S. che domenica 23 si faceva la Processione solita a farsi ogn’anno coll’intervento di tutto il Clero, delle confraternite della SS. Trinità, del Sacramento e di S. Belardino e quantunque vi fosse stato. L’ordine di Monsignore Illmo, che tutto il Clero intervenisse a detta processione, con tutto ciò nella medesima non intervenne, né l’Abate, che è D. Scipione Anzini, ne li Canonici di detta terra, e Collegiata della Scurcola, a riserba del Re. Canonico D. Carlo Martini, Chierici Pasquale Fallocco e Amadeo Coluccia, quali io vidi molto bene, per esser, che intervenni a detta Processione vestito del sacco di S. Berardino, et ritornato in Chiesa, essendomi portato al campanile con altri giovani per dar segno con il suono delle Campane, che vi ritornava la processione, ritrovai detto Campanile serrato a chiave, il quale fu poi aperto da Mastro Carlo Coluccia ferraro, e nel mentre stavo io sonando le campane assieme con Francesco di Domenico Retunno soprarrivò in detto Campanile il Rev. Canonico D. Domenico Matrocesare et in somma collera non solo cominciò a sgridarci, et maltrattamenti con parole ingiuriose, trattandoci da cornuti, et altre gravissime ingiuriose, domandandoci, chi ci avesse dato tali ordini ma maltrattò ancora con percosse detto Francesco dandosi dei pugni, e calci nella vita, e lo sbalzò a forza fuori di detto Campanile, e seguitò ciò alla presenza di molte persone con scandalo della medesima, et anche delle altre assenti, per essere di suddetti cassato detto segno di campane, et questo quale esponente Lorenzo Romano, che s’incontrò ad arrivare a detto Campanile, e vidde, come ancora lo vidde Gio: Francesco Trombetta, che vi vide detta Processione, non vi furono altri, che li suddetti Canonici D. Carlo Martini, Chierici Pasquale Fallocco et Amadeo Coluccia.
Il processo verbale è sottoscritto con il segno di Croce + da Antonio Romano.
Il documento evidenzia che la confraternita del Suffragio non partecipava alle processioni, poiché essa era sorta con scopi diversi rispetto alle confraternite di san Bernardino, della SS. Trinità, del SS. Sacramento.
Della causa che ne seguì presso la corte vescovile marsicana esiste un interessante carteggio, dal quale siamo risaliti alle indicazioni precedentemente riportate. Nella premessa introduttiva del processo si legge … qualora che fu dall’Università fondato il convento di essi, ove era la chiesa parrocchiale di S. Maria del Colle, sempre in ogni anno nel secondo giorno di Pasqua, il clero e popolo col Predicatore Quaresimale sono andati processionalmente alla chiesa di detto convento a cantare la Messa e Predicatore.
Secondo il racconto degli anziani del paese, il 2 Agosto si saliva sulla collina per lucrare le indulgenze dalla Porziuncola. Prima del concilio Vaticano II era possibile ottenere le così dette INDULGENZE TOTIES QUOTIES O PASSATE recitando le preghiere di rito nei luoghi di culto; si metteva una croce alla distanza di circa 5 metri dalla chiesa e la gente entrava ed usciva da questa, girando intorno alla croce; davanti la chiesa esisteva un bel viale alberato che, dalla strada, procedeva fino alla porta d’ ingresso della chiesa.
La chiesa conservava un’immagine della Madonna, non più esistente. Tuttavia è possibile risalire alla forma della stessa attraverso un sigillo dei frati Cappuccini che dimoravano nel convento.
Il convento ha subito il destino della soppressione monastica voluta dai francesi nel 1806 e l’applicazione successiva del provvedimento nel terzo quarto dell’Ottocento.
Il 6 maggio 1812 l’Illustrissimo e Reverendissimo Vescovo Camillo Rossi nel suo verbale di visita pastorale riporta … vide la chiesa di Santa Maria del Colle e la lodò.
Il consiglio comunale di Scurcola in data 25 giugno 1865, presenti i signori Vetoli Luigi Sindaco. Bontempi Cosimo, Pompei Vincenzo, Massimi Aurelio, Cerri Francesco, Di Clemente Francesco, Bucceri Gaetano, Barnaba Pietro, Silvestri Zafferino, Liberati Giuseppe, Romano Domenicantonio, Bontempi Gio: Antonio, Mantelli Evangelista, Nuccetelli Angelo Filippo, disponeva … la chiusura di vari Conventi fra i quali quello dei Cappuccini di Scurcola stanziati tuttora nel convento sotto il titolo di S. Maria del Colle distante da questo abitato circa tre chilometri.
Tale disposizione governative per quanto non bene applicata nel generale pure nella spiritualità in cui trovasi colpito questo Comune merita osservazione; imperocché di due Conventi quivi esistenti, essendosi di già operata la chiusura di quello dell’ordine Domenicano, l’altro dell’ordine Serafico dovrebbe rimanere, non solo per ragioni di utilità pubblica, e privata, come appresso sarà detto, ma benanché per parità di condizioni con gli altri Comuni vicinori, Magliano, Avezzano, e Tagliacozzo, i quali hanno più Conventi aperti, e di maggiore importanza, di quello che non lo è il Convento de P.P. Cappuccini di questo Comune, sotto ogni rapporto, tranne l’utilità che ne risentano i contadini di questo Comune, e quelli de paesi limitrofi, i quali né loro bisogni fisici, e morali hanno trovato costantemente soccorso in persona di quei P.P. Religiosi, che con cristiana pietà hanno dato ritrovo al povero, ed al ricco, ed all’agricoltore ed al mendico; e tutti veniamo soddisfatti né loro bisogni.
Il consiglio comunale, fra le argomentazioni prodotte avverso la chiusura del convento addiceva che, … questo convento per posizione topografica trovandosi al centro dei vigneti di questo Comune, e de paesi circostanti dovrebbe a preferenza rimanere aperto, nonché gli agricoltori del anzi cennato territorio nella stagione invernale sono costretti ricoverarsi in quel locale, ove spesso e volentieri hanno ricevuti alimenti da quella Comunità religiosa: che più i contadini abitanti le case rurali cosparse negli anzidetti vigneti risentono lo spirituale vantaggio del sacrificio della Messa, ed i loro figli la istruzione del catechismo cristiano.
Il consiglio fatta propria l’intenzione di non chiudere il convento: per le anzidette ragioni ad unanimità de voti delibera fare istanza al re Vittorio Emanuele II onde per grazia sovrana dispensa la sospensione dell’ordine di chiusura di questo convento, resta perciò invitato il Sig. Sindaco fare estrarre copia della presente deliberazione, e rimetterla con sollecitudine in via gerarchica per ottenere la chiesta grazia Sovrana.
La volontà del consesso civico scurcolano non fu presa in considerazione dalle autorità competenti.
Tuttavia l’amministrazione comunale ottenne i locali perché a fianco vi era il cimitero, mantenuto in cura dai frati. La chiesa, in uno stato di profondo abbandono, era soggetta quotidianamente alle intemperanze della gente, anche se occasionalmente serviva per qualche funzione liturgica soprattutto in favore dei contadini della zona, dediti alla coltivazione della vite.
Nello stato descrittivo delle chiese esistenti nel comune di Scurcola Marsicana e dei Legati Pii del 25 maggio 1912, a firma del parroco f.f D. Ernesto Ansini, si riporta, … la chiesa dei Cappuccini (Camposanto), di natura “rurale”, di proprietà comunale, era composta dell’altare maggiore, di quello della Madonna del Latte e di quello di San Felice. Vi si celebrava ogni anno una Messa Cantata il 2 agosto, festa della Porziuncola.
Il dipinto murale della Madonna del Latte era visibile fino agli anni Settanta del secolo scorso, quando, fra l’incuria generale, i soliti vandali lo hanno distrutto. Oggi è possibile vedere ancora lo squarcio prodotto nel muro e pochi cocci rimasti sulla sacra mensa. Tuttavia esiste una foto che la riporta in tutta la sua bellezza. Mia madre, deceduta nel 1987, raccontava che era solita vedere qualche partoriente dei paesi limitrofi andare a pregare nell’altare per invocare e sperare nella grazia celeste, spesso accompagnate dai neonati affamati; i confinanti che lavoravano le vigne circostanti e le giovani del paese andavano in passeggiata a mettere i fiori raccolti nei campi per adornare l’altare.
Nel 1915, il sette di novembre, il consiglio comunale tornava sulle problematiche del convento e della chiesa di S. Maria del Colle per … la rescissione parziale del contratto enfiteutica 23 Agosto 1870 circa cessione del fabbricato degli ex Cappuccini di S. Maria del Colle.
Nella seduta pubblica, presenti il cav. Angelo Conte Vetoli Sindaco, i consiglieri Gaetano Rosa, Giovanni Liberati, Silvio Di Berardino, Pasquale Nuccetelli, Alessandro Di Berardino, Icilio Di Pietro, Giovanni Barnaba, deliberava che, … con atto amministrativo del 23 agosto 1870, legalizzato nelle firme dal Notar Orlandi di Avezzano, quivi registrato il 21 successivo Settembre al n° 195, l’amministrazione del fondo per il Culto cedeva e consegnava al Comune di Scurcola il fabbricato ed i fondi componenti l’asse economico del soppresso convento degli ex Cappuccini, in di S. Maria del Colle, per l’annuo canone enfiteutico di £ 75,00, che per effetto del terremoto del 13 Gennaio 1915, il fabbricato suddetto è stato quasi interamente distrutto il Comune non può più servirsene, decide ad unanimità di voti di dichiararsi rescisso il contratto 23 agosto 1870 e su lo aspetto non essere dovuto il canone imposto proporzionalmente allo stabile distrutto dal terremoto a partire dal 13 Gennaio 1915.
Il terribile terremoto che ha distrutto la Marsica ha inflitto a numerose opere pubbliche di Scurcola un duro colpo. Oltre alle chiese di san Sebastiano e di san Vincenzo, anche quella di Santa Maria del Colle, insieme con il Convento, si avviarono alla loro cancellazione.
Nel 1928, il trenta luglio, il podestà Vitantonio Liberati affidava i lavori per la demolizione del convento dei Cappuccini distrutto dal terremoto a Comi Angelo e Villa Giuseppe, operai specializzati in materia, con il sistema della trattativa privata, per la spesa di £ 4.500,00.
NOTE
(1) Archivio di Stato dell’Aquila busta 705
(2) Di Pietro, Agglomerazioni delle popolazioni attuali della diocesi dei Marsi, pag. 207.
(3) Beniamino Costantini, Pel convento dei cappuccini della Scurcola, Rivista RSLA anno XXIX (1914) n. 12 pagina 669;
DAL LIBRO: –Le chiese che non ci sono più a Scurcola Marsicana, stampato presso, Cromografica Roma S.r.l., Roma, per il Gruppo Editoriale l’Espresso S.p.A., 2010; di Giuseppe Morzilli