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LA PIÙ ANTICA FONTANA DI MESSINA-LA FONTANA DEL LAURO A SAN FRANCESCO DI PAOLA – RIONE RINGO- MESSINA, DI ALESSANDRO FUMIA

Posted by on Dic 10, 2023

LA PIÙ ANTICA FONTANA DI MESSINA-LA FONTANA DEL LAURO A SAN FRANCESCO DI PAOLA – RIONE RINGO- MESSINA, DI ALESSANDRO FUMIA

Pubblico con piacere i risultati della ricerca di Alessandro Fumia sulla Fontana del Lauro al Ringo ( Rada di San Francesco) Messina.

Il riposo in cui giace il fonte Lauro presso gli imbarcaderi della Caronte Tourist, verosimilmente fa parte del sito originario, ma risente della sistemazione post sisma 1884. Il reperto oggi abbandonato incautamente agli elementi, è stato in parte danneggiato dopo l’altro terremoto del 1908. Il fontanone ricordato da Gaetano La Corte Cailler nel 1901 era situato la dove ricade oggi e assoggettato topograficamente alla piazza di Porta Real Basso; l’artistico fonte fu un monumento di marmo a uso pubblico (cfr. Gaetano La Corte Cailler, Il Museo civico di Messina. Messina 1901 stampato da Pungitopo, 1982 p. 172 – La gran fontana, che era poscia nella piazza di Porta Real Basso, è stata distrutta). La presenza di questa anonima fontana composta presso un largo terreno a crocevia fra gli edifici ecclesiastici di San Francesco di Paola e di Porto Salvo, rappresenta un richiamo al luogo dell’antico fonte Lauro, storicamente ricadente entro il borgo di San Giovanni presso la chiesa del Santo Sepolcro (cfr. Alessandro Fumia, Il Fretum Siculi e l’isola perduta – Corografia del territorio costiero e dell’antico bacino portuale di Messina p. 177, nota 83. L’antico borgo di San Giovanni, posto ai limiti dei declivi collinari che mettevano in congiunzione, il fondo alluvionale della rada di San Francesco di Paola con l’ingresso alla pieve del borgo di San Leo, scompare dalle mappe topografiche. L’impianto di questo borgo, attivo già all’epoca dei Normanni, permette nei limiti delle informazioni possibili, di osservare in modo diverso il retinico urbano di Messina in tutto il Medioevo). Alla suddetta nota 83, si segnala un passo del Malaspina che fornisce ulteriori direttive topografiche, ponendo l’antichissima chiesa di San Sepolcro nella direttiva del torrente oggi inteso viale Giostra. (cfr. Saba Malaspina: Rerum Sicularum libri saeculum XIII ed. G. Del Re, Napoli 1868 p. 356 cap. VI, Gallici veniunt de Milatio Messanam, et destruunt burgum Sancti Joannis. Nihilominus tum dicta gens regia, quae in Milatii plano descenderat, Messanam, omni mora postergata, procedit, et transiens per arctum passum monasterii Sanctae Mariae de Scala, Burgum Sancti Joannis ex illa parte, ubi est Ecclesia Sancti Sepulcri, hostiliter occupant et devastant, ac urget exinde quantum potest Messanenses obsessos). Il borgo delle Fornaci non era limitato alla chiesa di San Francesco di Paola. Invece, il sito studiato si estendeva oltre quel perimetro. Ecco cosa segnalava nel 1755 l’annalista Cajo Domenico Gallo: “S. Anna nel Borgo al Ringo delle Fornaci. Altra piccola chiesa vi è dedicata a Dio in onore di S. Anna, eretta dalla divozione degli abitanti nel Borgo fuori Porta Reale nella contrada del Ringo delle Fornaci nel torrente di Santa Maria di Gesù, dove il giorno proprio ad essa dedicato si celebra con molta divozione e brio, la festa con gran concerto, essendo il dopo pranzo la corsa dei barbari”. (cfr. Cajo Domenico Gallo Annali della città di Messina capitale del regno di Sicilia…, Napoli 1755 p. 102). In questo modo è possibile situare il quartiere delle Fornaci: fra Porta Real Basso, la fiumara di Santa Maria di Gesù (il viale Giostra, e la chiesa di San Francesco di Paola, delimitato dal perimetro della chiesa di Santa Maria di Porto Salvo. Questo luogo posto a tramontana di Messina, si presentava con la particolare caratteristica di spiazzo aperto prospiciente la caletta di Ringo. Esattamente così come ce lo segnalava la cronaca di Goffredo Malaterra trascritta da numerosi autori, descrivendoci la presenza delle truppe normanne in assedio a Messina sotto dominio arabo, poneva quello slargo in rapporto al fonte Lauro, costituendo il relativo toponimo. (cfr. G. Martinez Passeggiata per Messina: idee storico-critiche. Tipografia Ribera, Messina 1884 p. 46) : “Alle sponda sinistra del torrente, ove in atto è il gassometro, in tempi non lontani vi era l’ ufficio sanitario. Si ha da una concessione fatta dal Senato con atto del 6 marzo 1514 ad un tale Giacomo Cutelli per tari sei all’anno (lire 2. 55), per fabbricarvi una fornace ed una fonte che prese il nome di fonte del Lauro, da un albero di lauro che esisteva ivi presso. In questo lido segui lo sbarco di una parte dell’ esercito dei Normanni condotti dal conte Ruggero, venuti in Messina per liberarla, insieme a tutta l’isola, dal giogo saraceno ; e quivi il valoroso messinese Cataldo Porcio uccise di propria mano il grande Emiro saraceno, che alla testa dei suoi barbari contrastava lo sbarco”. Ovviamente l’antico fontanone costruito dal Cutelli nulla aveva a che vedere con l’artistica fontana segnalata dal Cailler. Nello stesso borgo presso il porticciolo poi inteso di Porto Salvo, fu situato il molo adiacente il Fonte Lauro, presso il quale nel 1348 accostarono due navi pisane; impedendo agli equipaggi di scendere a terra, per non disturbare la regina Elisabetta ivi dimorante presso un luogo nobiliare. (cfr. Francesco Ferrara, Storia generale della Sicilia. Volume 4 Palermo 1831 p. 300, Era giugno del 1348. Le due galee di Pisa giunsero nel Porto di Messina nel luogo la funtana di lauru. Non fu permesso ai viaggiatori di scendere. Molti Messinesi, e più donne che uomini con la insinuazione di Elisabetta che ivi dimorava sul pretesto di passeggiare alla marina portavano ai detenuti sulle galee viveri, e ogni sorte di doni.

prima fontana del Lauro 1517 disegno di A.Cattino

Il cosiddetto fonte ricadeva presso una pozza d’acqua sorgiva, inserita entro una costruzione coperta all’uso di un dammuso per gli usi necessari al popolo. (cfr. Nicola Aricò, Mestieri e spazio urbano a Messina nell’epoca di Ferdinando il Cattolico, «Storia della città» Edizioni 22. Electa Editrice., Milano 1982. p. 17, in tempo di guerra il magazzino verrà usato per la difesa della città nel terreno dove sgorga l’acqua che chiamano la fontana di Lauro; Cutelli intende costruirvi una fonte pubblica di palmi 12×8 di pietre e calce coperta di lamie). Forti della precisazione si identifica il luogo della sorgiva, sotto l’appellativo di Fonte Lauro inserito in un ambiente coperto. Gli estremi del documento furono segnalati dal Gallo, nel suo settimo libro degli annali di Messina, informandoci che il fonte medesimo governato dal Cutelli, ricadesse presso la spiaggia del confacente molo. (cfr. Cajo D. Gallo, Annali Della Citta Di Messina, Capitale del Regno di Sicilia: Dal …, Volume 2 p. 485, Si cava ciò da una concessione che fa il Senato a 6 Marzo 3. Ind. 1514: a Gio. Giacomo di Cutelli di questa contrada per tarì sei). Tirando le somme, nel rispetto dei documenti qui riversati si ottiene una cronologia che permette di identificare con una certa precisione,m sia il luogo in cui ricadesse il fonte, sia la contrada delle Fornaci, sia l’antico impianto e conseguentemente la posizione dell’attuale monumento, verosimilmente dipendente dall’antico sito, pur se rimane certa, la natura artistica della fontana costituita non prima del settecento. Cronologia sintetica Fonte Lauro al quartiere delle Fornaci, spigolature storiche. L’antico largo detto delle Fornaci si estendeva dai riposi presso Porta Real Basso alla chiesa di S. Francesco di Paola, nel sito antico del borgo di S. Giovanni confinante con la chiesa di San Sepolcro (XI secolo). Il luogo storicamente parlando assume grande rilevanza storica perché teatro dello sbarco delle truppe normanne del conte Ruggero d’Alteville e della battaglia che liberava Messina dagli arabi (1061). Nello steso riposo presso la contrada detta di Fonte Lauro nel 1348, troviamo la presenza di una dimora nobiliare, presso la quale stanziava la futura regina Elisabetta, nei ridotti dell’antica chiesuola di Sant’Anna (XIV secolo). Sito poi assoggettato alla successiva chiesa di Santa Maria di Porto Salvo. Il Senato di Messina nel 1514 concedeva al nobile Gio Giacomo de Cutelli, di governare le acque della sorgiva denominata del Lauro, costruendovi un vascone rettangolare pubblico coperto, servito da boccaglio centrale e da quattro mensole (maniglie) per attingervi l’acqua. L’impianto in epoche successive veniva servito da una struttura (fontana monumentale), sopravvissuta a tante emergenze, ma andata completamente distrutta, secondo Gaetano La Corte Cailler dopo il terremoto che colpì la città di Messina nel 1884. Da alcune immagini di inizio secolo XX è possibile osservare la siluette di una fontana marmorea, composta su tre livelli, avente alla base una grande vasca circolare, entro la quale prendevano posto quattro puttini a cavalcioni sopra altrettanti cavallucci, rimasuglio scultoreo dell’antico fonte dei quattro cavallucci 1742, capolavoro dello scultore catanese Giovan Battista Marino posto al largo Seguenza; e con relativo obelisco sormontato da una vasca circolare che teneva sul cimiero, una sfera non meglio identificata. Elementi scultorei del tutto scomparsi nel 1910, così come evidenziato da una foto dell’epoca (collezione Giacobbe *). Viceversa per errore, non potevano sussistere gli stessi elementi presso quella fontana nel 1934, così come suggerito da una postilla libraria “Il Quartiere di S. Leone di Messina p. 61” secondo la quale, segnalava la perdita dei quattro puttini avvenuta in quella data. Invece, accadeva che gli stessi elementi (4 puttini) a partire dal 1908 (prima del terremoto) erano già stati estromessi dalla vasca di Fonte Lauro, così come evidenziato da una foto (collezione Grasso*). Ne esistono documenti certi che possano posizionare quei quattro puttini nel sito del Fonte Lauro a partire dal 1884, così come segnalato da una nota, presente nel volume sopra evidenziato, frutto di una ipotesi legata agli eventi del sisma di fine ottocento. ( * ) Foto riprodotte nel volume intitolato: “Il San Leone. Edas, nella cui pagina 373, foto n. 209 collezione Grasso, e pagina 380, foto n. 222 collezione Giacobbe, permettono di segnalare la giusta cronologia sulla presenza dei puttini presso la nostra fontana. Alessandro Fumia©Ricercatore storico e saggista. Giugno 2017

fonte

https://antoniocattino.blogspot.com/2017/06/la-piu-antica-fontana-di-messina-la.html?fbclid=IwAR1QjnMS4RUOwSyX4pwXhrEdwq-8cO25geoOCb8F_S2QK2CNOcWUWFZLlCo

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