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L’ACQUEDOTTO di S. CHIRICO di SCURCOLA MARSICANA

Posted by on Dic 20, 2023

L’ACQUEDOTTO di S. CHIRICO di SCURCOLA MARSICANA

Nel 1824, l’Amministrazione Comunale dell’epoca, poiché l’unica fontana che approvvigionava l’intero abitato di Scurcola, era rifornita dall’acquedotto di San Chirico, approvava un deliberato per eseguire i lavori di ripulitura straordinaria della tubatura.

San Chirico “conserva” cioè serbatoio, come veniva chiamata in passato, si presenta ora nel bosco dei Bontempi, chiusa da una porticina di ferro, di color rosso, da dove partiva l’acquedotto, già funzionante nel 1824, secondo le coordinate Geografiche N42°04,0541’ E013°19,3361’ a 785,5 s.l.m..

L’acquedotto terminava alla Fonte, collocata nell’attuale Piazza Duca degli Abruzzi. Un altro “fontanile”, sempre nella stessa zona di San Chirico, distante qualche decina di metri della “conserva” principale, costantemente riempita e recentemente ripulita e allargata, si individua secondo le coordinate Geografiche N42°04,0265′ E013°19,3452’ si trova a 751,9 s/l/m..

I pochi pozzi presenti all’epoca di ripulitura dell’acquedotto non erano sufficienti a soddisfare i bisogni dei cittadini scurcolani, infatti, la situazione idrica di Scurcola si presentava preoccupante agli occhi degli amministratori comunali, pertanto il 25 marzo, si riunivano per esaminare il da farsi.

Sotto la Presidenza del Sindaco Luigi Pompei, si riunivano i Decurioni: Filippo d’Amore Pompei, Berardino Ansini, Ludovico Silvestri, Alesio Fallocco, Filippo di Gasbarro, Giuseppe di Clemente, Angel’Antonio Buontempi, Domenicantonio Liberati e Berardino Silvestri, ai quali il Sindaco Pompei riferiva, che … l’unica fontana del Comune da più mesi non eroga acqua ed avendo fatto ispezionare i diversi punti degli acquedotti, sono risultati ricolmi di letame, radiche di alberi, risultando rotti e logorati dal tempo, per cui devono essere tutti risistemati.

Il Decurionato riteneva necessario erogare l’acqua per la popolazione, difatti l’acqua dalle fontane non è sufficiente, si stimava, che sarebbe utile scavare ancora due nuovi pozzi, così da assicurare alla popolazione un elemento necessario. Il Decurionato all’unanimità deliberava e incaricava il Sindaco … vista l’urgenza del problema che affligge il paese, faccia fare immediatamente una perizia per l’occorrente ristrutturazione della fontana e per realizzare i nuovi pozzi progettati, essendo questi necessari per assicurare la sufficienza dell’acqua (1).

Di conseguenza il 23 Maggio 1824, il perito architetto Rosario Baldi residente nel comune di Magliano, a seguito dell’incarico avuto dal Sindaco Luigi Pompei, insieme al 1 Eletto Ferdinando Liberati, ai Decurioni Filippo D’Amore Pompei e Domenicantonio Liberati, si è recato a Scurcola … per far conoscere e valutare la spesa occorrente per il rifacimento di un acquedotto che alimenta la Fontana occorrente per attingere l’acqua da parte dei cittadini di Scurcola, che attualmente si trova non funzionante, collegare più rami e incanalare l’acqua per circa due miglia dalla località di S. Chirico. Si passa all’esame della spesa occorrente per realizzare l’opera. Dal computo metrico veniamo a sapere la condotta rovinata è lunga canne 440: quattrocento quaranta. Occorrevano pertanto rifare un muro grande due e alto uno, con un canaletto nel mezzo, largo sette oncia, di uguale altezza, in cui scorrono le acque, coperto con pietre squadrate nella parte di sopra, le quali si devono ricoprire con calce di pozzolana, affinché non penetri materiale di scolo una volta ricoperte con la terra, ne altro materiale, come pure deve essere bene intonacarsi dentro la condotta, affinché l’acqua scorra liberamente senza dispersioni.

Si formava il quadro economico:

-Calce occorrente un terzo di una salma, al costo di grani venti la soma portata sul suolo, distante quattro miglia, sommano grani sei e mezzo  0:06.

-Pozzolana due bigonci a grana cinque la soma, complessiva della cavatura e straporto, distante tre miglia, sommano grani dieci  0:10.

-Mano d’opera grani tredici  0:13

Si osserva che la pietra non si comprendono, perché distanti dal luogo.

Totale per ogni canna  0:29.

-Le canne 440:00 ammontano a ducati centoventinove e grana ottanta  129:80.

Occorre inoltre per coprire i pozzetti, ossia i sette serbatoi lungo tutta la condotta, che attualmente sono scoperti.

-Pietre larghe lunghe tre palmi, aventi l’incastro al di sotto, affinché restino ben compresse, ammontano a dodici palmi per ogni serbatoio, in tutto le sopradette pietre, ammontano a ottanta quattro palmi, che alla ragione di un carlino il palmo, sono otto ducati, che a grana quaranta ammontano a 80:40.

-Per il trasporto delle pietre, vista la distanza di cinque miglia, occorrono carlini ventuno  02:10

-Calce per intonacare i sette serbatoi larghi tre palmi, profondi otto palmi, sei some al prezzo come sopra sono carlini dodici  01:20.

-Venti due bigonci di Pozzolana al costo di cinque grana, sommano  01:10.

-Per sette giornate di muratori per situare le pietre ad intonacare, a cinque carlini al giorno sono  03:50.

Totale della condotta  146:16.

Inoltre occorreva la costruzione di due boccagli nuovi, messi ai pozzi fuori dell’abitato del Comune:

-Due boccagli in quattro e per ogni lato quattro palmi, alti un palmo e mezzo, che riportati in uno sono 250 palmi che diviso per 64 sono due canne e mezza di realizzazione.

-Per le due canne due e mezza, il prezzo è il seguente.

-Pietra cinque carlini portate sul posto, distanti un quarto di miglio sono carlini  00:50.

-Tre some di Calce a venti grana, portata sul posto distanti come sopra  00:60.

-Dodici bigonci di Pozzolana a grana cinque, compresa la cavatura e trasporto sul posto, sono sessanta grana  00:60.

-Mano d’opera dodici carlini  01:20.

Visto che le sopra dette canne ammontano a sette ducati sette e venti cinque grana  07:25.

-Pietre che occorrono sopra i boccagli, larghe un palmo e mezzo e mezzo palmo di altezza, che moltiplicati in uno, sono palmi 64, ad un carlino il palmo sono ducati  06:40.

-Per trasporto delle pietre, occorrono quattordici carlini, vista la distanza di cinque miglia  01:40.

Nella presente perizia non si è calcolato lo scavo e la ripulitura della terra della condotta, che è a carico dei cittadini.

-Per la redazione della presente perizia al progettista, andata e ritorno quattro ducati  04:00.

Riepilogo

-Spesa per la condotta ducati 146:10

-Spesa per i boccagli dei pozzi 15:05

-Spese per la redazione della perizia 04:00

-Totale della spesa 165:15 (2).

Nel 1827, il 30 novembre, al termine dei lavori eseguiti nell’acquedotto che portava l’acqua da San Chirico a Scurcola, i periti esperti nelle opere pubbliche, Filippo di Gasbarro e Gaetano Curini, con i Decurioni Domenicantonio Liberati e Filippo D’Amore Pompei, il 1° eletto Antonio Mantelli, il Sindaco Francesco Antonio Liberati, rimettevano una relazione alle autorità competenti del seguente tenore … Noi qui sottoscritti periti revisori, d’ordine del Sig. Sindaco di Scurcola, previa l’assistenza del Primo Eletto, Decurioni Consiglieri, e deputati delle opere pubbliche tenendo presente la perizia, ci siamo conferiti nell’acquedotto di detto Comune luogo detto S. Chirico sito fuori l’abitato, onde riconoscere, e ponderamente osservato se è meramente resarcito secondo l’arte, a maestria, e sul proprio sentimento delle nostre coscienze.

Gli Amministratori … avendolo percorso nella sua estensione di canne quattrocento quaranta, abbiamo trovato un muro presso di palmi due, alto palmo uno, col canaletto in mezzo, donde liberamente percorrervi l’acqua, ben coverto di pietre squadrate, ben incastrate al di sopra con calce, ed al di dentro levigatissimi il canale di calce, per cui giudichiamo, che detto lavoro fatto, e costruito, è a seconda dell’arte, a Maestria, senza alcun risparmio, pel la costruzione del quale di sopra espressa vi sono occorsi i seguenti oggetti.

Calce un terzo di una soma, alla ragione di grana venti la soma condotta sul suolo per la distanza di miglia quattro, sono grana sei, e mezzo  0:06

Pozzolana biconzi due a grana cinque la salma, compresa la cavatura, e condotta per la distanza di miglia tre sono grana dieci  0:10

Mano d’opera grana tredici  0:13

Le pietre non si comprendono, perché esistenti nel suolo stesso 

Totale per ogni canna di acquedotto come sopra grana  0: 29

In uno tutte le sopradette canne quattrocento quaranta ammontano a ducati centoventinove, e grana ottanta  129:80

Si fa osservare, che per covrire le sette conserve dei pozzetti, che trovansi scoverte,

si è rimediato con ottime larghe antiche ivi rinvenute nelle macerie, per cui la spesa occorsa è di  1:15

Totale  130:45

Siamo quindi passati a riconoscere i due nuovi boccagli ai due pozzi costruiti, siti nell’ abitato di dette Comune ed abbiamo rilevato, che i due boccagli per ogni lato sono palmi quattro, alti palmi otto, pieni palmi uno e mezzo, che moltiplicato in uno, sono palmi 256, divisi per 64, sono canne due, e mezza di fabrica, e vi è occorso perciò quanto siegue.

Pietre carlini cinque condotte sul suolo, per essere distante un quarto di miglio sono  0:50

Calce some tre a grana venti la soma condotta sul suolo per la distanza, sono  0:60

Puzzolana biconzi dodici, a grana cinque la soma compresavi la cavatura, e condottura sul suolo giusta la distanza indicata, sono  0:60

Totale per ogni canna  2:90

Mano d’opera carlini dodici  1:20

Su uno le sopradette canne ammontano a ducati  7:25

Più pietre occorse sopra a tutti boccagli, palma uno e mezza, e mezza salma d’altezza, che moltiplicate in uno sono palmi 64, valore di un carlino il palmo sono docati sei, e grana quaranta  6:40

Per trasporto di dette pietre attesa la distanza di miglia cinque, vi è occorsa la somma di carlini quattordici  1:40

Diritti di perizia all’incegnere revisore  4

Si fa rilevare, che lo scavo de pozzi si è fatto da cittadini gratis

Ricapitolazione

Spesa dell’acquedotto ducati  130:95

Simili per li boccagli de pozzi  15:05

Diritti di perizia all’incegnere  4:00

Totale  150:50 (3).

NOTE:

(1) Archivio di Stato dell’Aquila da ora ASA fondo Intendenza, Serie II, Affari dei Comuni busta 700 B.

(2) ASA fondo Intendenza, Serie II, Affari dei Comuni, busta 699 fascicolo 4.

(3) ASA fondo Intendenza, Serie II, Affari dei Comuni busta 699 1827.

Giuseppe Morzilli

estratto dal I Tomo Scurcola Marsicana “Città” dell’Abruzzo Marsicano fra Storia Storie Fatti Cronaca Vita Sociale, 2016;

LEGENDA:

Ducato è stata una valuta del Regno delle Due Sicilie tra il 1816 e il 1861.

1 Ducato era diviso in 100 grana.

Grana 1 centesimo di Ducato.

Miglia corrisponde a 1845,69 metri.

Palmo 12 once corrisponde a 0,263670 metri

Oncia corrisponde a 0,021972 metri

Canna 8 palmi corrisponde a 2,10936 metri

Superficie

1 canna quadrata = 6,998684 mq

Volume

1 canna cuba = 18,515 mc

1 palmo cubo = 0,018515 mc

Capacità

1 botte è 12 barili = 523,50036 litri

1 barile è 60 caraffe = 43,625030 lt

Pesi

1 libbra 12 once = 0,320759 kg

1 oncia è 30 trappesi = 0,026739 kg

1 trappeso = 0,890997 g

Barile

Quantità di liquido contenuto nell’omonimo recipiente; prima dell’introduzione del sistema metrico decimale, costituiva la misura di capacità (ovvero, la misura del volume) dei liquidi, specialmente per vino e olio.

Nel Regno delle Due Sicilie, prima del 1840, il barile (=“60 caraffe di botte = 66 caraffe di vendita a minuto) era uguale a 43,621600 litri.

 La legge del 6 aprile 1840, n, 6048, stabilì che per la misurazione di alcuni liquidi (come il vino, l’aceto e l’acqua) si facesse uso del solo barile di Napoli considerato come unità e diviso in 60 caraffe (di once 27,143 ossia 814,3 trappesi = 725,539 grammi).
La capacità (o cubatura) del barile legale di Napoli, dopo il 1840, valeva 43,625030 litri pari ad un peso d’acqua distillata di 48,858 rotoli (= 43,532331 chilogrammi).

Canna

Misura di lunghezza utilizzata prima dell’introduzione del sistema metrico decimale. In base all’editto del 6 aprile 1480, emanato da Ferdinando I d’Aragona, veniva utilizzata la canna composta di 8 palmi avente valore di 2,109360 metri.

Questa canna era utilizzata nel commercio al minuto dei tessuti e nelle misurazioni inerenti a costruzione di fabbricati; nella pratica era pari a 2,12 metri (considerando ogni palmo di 26,5 centimetri).

La legge del 6 aprile 1840, emanata da Ferdinando II, stabilì che doveva utilizzarsi la canna lineare composta da 10 palmi avente valore di 2,6455026455 metri.

Canna cubica Misura di volume utilizzata prima dell’adozione del sistema metrico decimale. La canna cubica di liquido era pari a botti 17, barili Il, caraffe 9 e 1/4.

Ducato

Il ducato napoletano si suddivideva in:

-ducato di 100 grana, pari a 4,3685 lire italiane (fino al 1784);

-ducato di 100 grana, pari a 4,2487 lire italiane (dal 1784 al 1814);

-ducato di 10 carlini (o 100 grana) pari a 4,2487 lire italiane (giusta legge del 14 agosto 1814).

Quest’ultima suddivisione, stabilita dalla legge del 14 agosto 1814 e confermata dalla legge del 20 aprile 1818, fu legalmente in uso fin oltre il 1861.

Con Regio Decreto del 17 luglio 1861 il valore del ducato fu fissato a 4,25 lire italiane. Attualmente (1990), il valore (calcolato) è di circa 25000 lire italiane.

Grana o grano o soldo

Moneta d’argento e rame fatta coniare da Ferdinando I d’Aragona per il Regno delle Due Sicilie, che equivaleva idealmente la 6001 parte dell’oncia d’oro.

Fino al 1814 si divideva in 12 cavalli o 2 tornesi; con la legge del 14 agosto 1814 fu introdotta la divisione in10 cavalli.

Libbra

Unità di misura di peso, che si divideva in 12 once.

A Napoli, la legge del 19 maggio 1811, n. 974, stabilì l’utilizzazione della libbra composta da 360 trappesi (ossia 12 once di 30 trappesi) pari a 0,32075899 chilogrammi. Questa unità di misura fu abolita nel 1840.

Oncia

Antica unità di peso, equivalente a un dodicesimo di libbra e composta da 30 trappesi pari a 0,026729916 chilogrammi (= 26,72 grammi).

L’oncia era anche un’antica unità di misura di lunghezza del valore di 1/12 di piede.

Palmo

Unità di misura della lunghezza in uso prima dell’adozione del sistema metrico decimale.
Il palmo napoletano valeva:0,2633333670 metri (dal 1480 al 1840);

0,26455026455 metri (giusta legge del 6 aprile 1840).

Passo

Unità di misura di lunghezza in uso prima dell’adozione del sistema metrico decimale.
A Napoli, l’editto del 1480 stabilì l’utilizzazione di due passi:

-il passo itinerario, composto da 7 palmi uguale a 1,84569 metri;

-il passo da terra, composto da palmi 7 e 113, pari a 1,9335799 metri.

Nel Regno delle Due Sicilie, sin dal 1480, era utilizzato anche un altro passo chiamato passo d’Arsenale di Marina (composto da palmi 6 e 213) che valeva 1,75779 metri.

Un Decreto Reale del 1822 abolì questa misura e, contemporaneamente, ordinò l’uso in Marina delle misure in piedi e braccia (o brassate di Francia), nello stesso tempo in cui erano in uso per i cordami ed il legname, in modo promiscuo le misure napoletane, francesi, inglesi e spagnole.

Salma

Unità di misura di capacità per i liquidi.

La salma = 16 staia = 161,297 litri = 147,312 chilogrammi;

Lo staio (o staro) = 16 quarti = 10,081 litri = 9,207 chilogrammi.

La salma utilizzata nel commercio dell’olio a Napoli era di due tipi:

-salma composta di 16 staja napoletane, avente un peso di rotoli 165 e 1/3 pari a 147,31153 chilogrammi;

-salma avente un peso di 170 rotoli pari a 151,46952 chilogrammi.

Tomolo

Misura di capacità per gli aridi (frumento, riso, granturco, miglio, orzo, avena, segale, sorgo, panico, ecc.).

Nel Regno delle Due Sicilie valeva:

-55,3189 litri, giusta editto del 6 aprile 1480;

-55,2340 litri, giusta legge del 19 maggio 1811, n. 974;

-55,545113 litri, giusta legge del 6 aprile 1840.

Giuseppe Morzilli

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