Alta Terra di Lavoro

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LE CONDIZIONI DEL REGNO DELLE DUE SICILIE-CONSIDERATE NEL PARLAMENTO DI TORINO-DA’ DEPUTATI DELLE PROVINCIE MERIDIONALI (III)

Posted by on Nov 29, 2023

LE CONDIZIONI DEL REGNO DELLE DUE SICILIE-CONSIDERATE NEL PARLAMENTO DI TORINO-DA’ DEPUTATI DELLE PROVINCIE MERIDIONALI (III)

INDICE
Delle materie enunciate nel sunto delle condizioni del reame delle due Sicilie considerate da’ deputati delle provincie meridionali nel parlamento di Torino

Finanza. – Si vituperaci grave deficit del bilancio, pag. 7.

Pessima condizione dell’Erario:prestito fallito al municipio di Napoli, cui crasi offerto il patto usurario della perdita del 30, per 100 pag. 14. 52. Infedeltà nell’amministrazione de’ beni confiscati all’antica Casa Reale, ai. Gesuiti, ed all’ordine Costantiniano p. 14. 51. 89 90. 97.

Estenuazione delle finanze di Napoli: totale mancanza di numerario, pag. 16; – ridotte a ricevere due milioni di sussidio da. Torino! pag. 104.

Profitti illeciti sul denaro assegnato per scemare il caro del pane a beneficio de’ poveri; pag. 17.

Spreco, è scialacquamento delle finanze, pag. 18. e 53. – Fallite le dogane; contrabbandi scandalosi, rea influenza de’ camorristi riscuotendo dazi dello Stato per loro conto; pag. 62. Conferma del deputato Ferrari, che accenna alla malafede degli stessi amici del governo; pag. 20 21.

Eccesso del deficit in 49 milioni per Sicilia; dove si osserva la esorbitanza finanche nella indchita paga a’ carabinieri reali; pag. 28.

Improvvida abolizione d’imposte in Sicilia: si chiede conto de’ 600 mila ducati ivi presi dal generale Lanza pag. 29; – e come si pagavano 3 e 4 milioni al mese pel congedo de’ garibaldini; giudizio sul conio di costoro del ministro Fanti; pag. 29.

Accuse motivate in vari articoli per abusi, e concussioni finanziere, ed amministrative; pag. 51. 56. 89.

La riforma delle tariffe daziarie nel reame delle due Sicilie è giudicata oltremodo lesiva al benessere dello Stato, e degli opifici) pag. 60.

Gravoso per la finanza è il salario proposto pe funzionarli incaricati della leva, col sistema sardo; mentre col napolitano è officio gratuito; p. 66 e 67.

Aggravio sul debito pubblico; pag. 69.

Censura: per una spesa di lusso di due milioni, e 700 mila lire; e per le flagranti contraddizioni del ministero sui disavanzi; pag. 72.

Sottrazione della dote pecuniaria da banchi di Napoli, ed esiti eccedenti, mentre si avrebbe ora il destro di spendere meno di prima; pag. 73.

Sperpero delle finanze in Sicilia; pag. 78.

Rimproveri sul sistema dissipatore de’ bilanci, e de’ nuovi prestiti p. 79. 102. 103. e su la pazza prodigalità nelle retribuzioni agl’impiegati; pag. 79. 82.

Incompatibilità del nuovo dazio del decimo di guerra in Napoli; pag. 78. 80. 95.

Le nuove tasse aumentano le cause del malcontento; pag. 98.

Censura sulle spese di rappresentanza de’ governatori; pag. 86. e 103.

Il debito pubblico piemontese è ora in condizioni anche più infelici di quelle, in cui si trovò dopo la rotta di Novara; pag. 94.

PUBBLICI IMPIEGATI. – Complicità di taluni degli antichi impiegati Borbonici nel favorire le ambizioni del Piemonte; pag. 1.

Venalità de’ tempi attuali ne’ sollecitatori di affari; – numero esorbitante d’impiegati, ed avventatezza nella scelta di essi; pag. 9. 14. 26. 27. 85. 100. 103. 104.

Incapacità de’ nuovi Governatori, ed altri impiegati; pag. 13. 113. Si osserva la mancanza di probità, e moralità negl’impiegati; pag. 17.

Grave risponsabilità del ministero inviandoli a reggere le provincie meridionali, con o senza istruzioni; pag. 18.

Censure e critiche sul personale de’ governatori Englen, e Papa, e di una caterva di altri impiegati definiti inutili, e demoralizzati; pag. 19. 20.

Idem su quello di Basilicata sig. de’ Rolland pag. 109.

I governatori, non ricevuti in varii luoghi, al pari di altri funzionarti perché bassamente prostituiti all’attuale dispotismo; pag. 26.

Grave caso di protezione accordata ad un contabile ladro, giustamente destituito dal Governo Borbonico, e reintegrato dal piemontese; pag. 40.

I mercenarii impiegati votanti pel plchiscito; pag. 28.

Critica a carico del segretario generale, ed impiegati della Luogotenenza; pag. 36; – ed anche a carico dello stesso Principe di Carignano, e del commendatore Nigra, perché inaccessibili, ed invisibili; pag. 45.

Idem a carico del governatore di Molise; pag. 47; – e di Foggia p. 48; e di altri funzionar]; pag. 57.

Impiegomania, – o furia per aver impieghi; pag. 56.

Giudizio sul conte Ponza S. Martino; pag. 57.

Lode d’un impiegato Borbonico, che fedele si ricusa all’adesione, e perde una carica coll’assegno di annui ducati 4 mila; pag. 71.

Enormi spese di rappresentanza pe’ Governatori; pag. 86. 103.

Ingiuste parzialità per favorire negl’impieghi i piemontesi ih pregiudizio de’ napoletani; pag. 91. 100. 109. 110.

I piemontesi giudicati invasori d’impieghi; pag. 105.

Materie legislative, e giudiziarie, – Encomi unanimi, e ripetuti per la incontrastabile superiorità della legislazione napoletana su la piemontese, nella quale ora si è cercato trasfondere, ma con poco studio, quanto di meglio era nella prima; pag. 3. 5. 12. 39. 53. 68. 98. 104. 118 e 119 – e sopratutto si enunciano i pregi del codice penale di Napoli; pag,99. 114.

Si sostiene la inapplicabilità dell’ordinamento novello giudiziario con petizioni di numerosi cittadini di Palermo, di Napoli, e di altri paesi; pag. 8. 44.

Per le innovazioni subalpine è avvenuta una totale confusione nell’amministrazione della giustizia; pag. 7. 106.

Vizio della inosservanza delle leggi, e di promulgarne a condizione di non doversi eseguire; pag. 10.

Smania e capriccio d’innovar leggi buone, in disprezzo del canone di Macchiavelli «che ne’ mutamenti politici si devo sempre conservare del vecchio tutto quello più è buono»; pag. 19; causa di malcontento; pag. 26.

Difetti delle leggi Sarde applicate nel reame di Napoli; pag. 39.

Inanità verbose del nuovo parlamento confessate da Cavour; (ivi)

Encomio dell’antica magistratura napolitano; (ivi)

Inerzia degli attuali giudici criminali; pag. 47.

Biasimo pe’ molti arresti arbitrari; precipuamente per quello del Duca di Cajaniello; p. 53. 99. 107. 108. e del Principe d’Ottajano; p. 117. Ammassati i detenuti, non, giudicati; pag. 107. e 108. uccisi nello entrare in prigione, pag. 112.; anzi dimenticati, e non conosciuti dall’Autorità, che deve sentirli, ovvero esitati dalla giustizia e non ostante trattenuti in carcere per abuso di polizia, in Sicilia p. 112. 118. 107. cd in Napoli p. 116.

Si arrestano abusivamente i mendicanti in massa, e si fa morire d’inedia nelle prigioni uno di essi a nome Luigi Creola; pag. 122.

Fucilazioni istantanee, per dispotismo militare; p. 105. nota (41)

Restrizione al numero de’ giudicanti, lesiva alla giustizia; pag. 58.

Critica per lo scioglimento della camera disciplinare dell’ordine degli avvocati in Napoli, pag. 77.

Incomprensibili per Napoli le ibride, e non italiche dizioni sarde; pag. 82.

Elogio dell’antica legge napoletana su la Leva, p. 88.

Eccessi anarchici in Sicilia; pag. 112. 119.

La magistratura di Catania officialmente accusata d’imperizia; pag. 113.

Iniquo bando del governatore di Foggia contro i proprietari che cedono alle minacce de’ briganti; p. 115.

Inutilità delle spese per le guardie di pubblica sicurezza incapaci al loro uffìzio; pag. 56.

Si compatiscono i magistrati, che han dovuto tollerare le prepotenze ed i soprusi militari; pag. 116.

Dovendosi parlare de’ soprusi dell’Autorità militare, temesi d’irritare l’esercito, e si vuol evitare la pubblica discussione nella Camera, ma tenere un Comitato segreto: si finisce poi col vietarsi affatto ogni interpellanza; pag. 125 e 126.

MATERIE GOVERNATIVE, ED ERRORI DEL MINISTERO PIEMONTESE IN TAL RAMO. – Si vitupera la deplorabile istituzione del consiglio di luogotenenza, vera disgrazia per !’ex regno di Napoli; pag. 1. e 11.

Si confessano i disordini avvenuti nelle elezioni; p. 4.

Tutti i mali dell’anarchia sono accumulati nelle provincie meridionali; totale mancanza di pubblica sicurezza; venalità nel disbrigo degli affari, ed intrighi nel contratto per la monetazione, pag. 9. 91. Consimili disordini in Sicilia, e tristizie del governo di piazza; pag. 15.

Si vitupera di essersi accordato un milione di ducati per indennizzo de’ danni patiti nelle vicende politiche; pag. 10.

Capricci ed arbitrii nell’attuazione della legge su la guardia nazionale; e pessimo stato dell’armamento di essa; pag. 11.

Per formare la nuova provincia di Benevento si disfanno cinque provincie; pag. 12, e lamenti rincrescevoli di queste; pag. 30. e 31.

Esorbitanze della stampa in Napoli, confessate dal ministro Minghetti; pag. 17.

Quadro spaventevole de’ disordini nelle provincie meridionali, ove si commettono reati d’ogni specie, e che il governo subalpino vantandosi liberale, ma incoerente, vorrebbe reggere coi gendarmi accresciuti, mentre spaccia la spontaneità del plebiscito; pag. 21. a 23.

Effimera durata de’ 4 governi succeditisi a’ 7 settembre 1860; p. 24. Confessione di aver essi tutti errato; p. 108.

Grave errore del governo prodittatoriale di aver addossati allo Stato i debiti de’ Comuni; pag. 28. Debolezze, e transazioni del governo piemontese rimasto esautorata, e screditato nella Sicilia; pag. 29. e sua assoluta incapacità nel governarla; pag. 30.

Peggiora sempre più la condizione del regno delle due Sicilie, e la nuova Leva militare ne aumenta i disastri; pag. 41. 42. I nuovi coscritti sono il rinforzo della reazione; pag. 43.

Enumerazione delle cause di malcontento in Napoli, ove è impopolarissimo il governo piemontese malamente informato da’ suoi impiegati colà; pag. 44. 45.

Incapacità de’ carabinieri sardi; pag. 56. Odio profondo. per coloro, che han voluto ‘piemontizzare l’ex regno delle due Sicilie; pag. 57. 58. 104.

Il brigantaggio ha colore politico, e la guardia nazionale comincia a stancarsi facendo a fucilate da 9. mesi; pag. 58.

Gravissima malcontenta in Sicilia, in uno de’ comuni si abbatte la stemma sabauda, rimpiazzato da segna funerario; pag. 119. e vengono fucilati cinque cittadini senza processa regolare; mentre un altra cittadina è uccisa impuramente in piena meriggio sulla pubblica via; pag. 119. e 120.

La politica piemontese nell’ex reame e falsa, rovinosa, dissolvente, che non fà, ma disfà Italia; pag. 106.

Per la gravità de’ casi, il Petruccelli chiede lo stato d’assedio; pag. 107.

Il governa piemontese accusata di violare il spreto delle lettere; pag. 107. – e di sussidiare con denari il giornalismo per tenerlo devoto; pag.,122.

Massime irregolarità nel servizio telegrafica; sd arbitri governativi impedendo la trasmissione de’ dispacci, ritenendone il prezza, pag. 115.

GRAVI DIFFICOLTÀ, IN CUI VERSA IL NUOVO REGNO ITALIANO. – Senza esercito, senza denari, và a disfarsi, pria d’esser fatto, e se non fa salvo il principio della sovranità nazionale,la sua impresa è una qualificata usurpazione su la Casa Borbone, de’ Lorena. e del Papa; p. 2.

Confessione dello stesso Cavour su la incapacità de’ nuovi governanti nelle provincie meridionali; pag. 3.

Invettive del generale Sirtori contro il Governo sardo per lo scioglimento delle masse garibaldine e pungenti sarcasmi, e minaccie; pag. 4 e 5.

Fra i partiti che agitano l’ex regno delle due Sicilie, niuno ve n’è a favore del Piemonte ivi abbominato, e reggentesi per sola forza brutale; pag. 6. 103. 131.

Il regno di Napoli è essenzialmente monarchico; p. 14.

Assoluta mancanza di sicurezza pubblica; pag 25. mal sicure le vie; pag. 26. e 28. La stessa capitati in pericolo pag. 80. 99. non bastano a tenere la soggezione 30 a 40 mila uomini; pag. 81. Guerra civile, e paesi incendiati; pag. 95. Stato orribile della Puglia p. 96 e 97. e della Basilicata; pag. 108. e 109. Mozione dettagliata del deputato Proto, contenente la enumerazione dei più enormi falli del Piemonte nel regno di Napoli: e cause meglio espresse de’ mali; pag. 94. 99.

Progressi della reazione fomentata dal generale malcontento; pag. 31. 34 36. e fatti precisi d’essa; pag. 46. 75 76. Idem in Sicilia; pag. 11. 112. e 113.

Stato deplorabile da 8. mesi; pag. 36. 92. Necessità di aversi un governo giusto; pag. 35.

I popoli non hanno fede nella durata del nuovo regime piemontese, e guai se si rinnovassero i comizii; o se attaccasse l’Austria; pag. 48. 97. e 104.

Quistione napolitano sotto doppio aspetto; pag. 49. essa tuttodì peggiora; pag. 92,

Pertinacia del governo piemontese a far ignorare officialmente il vero stato delle provincie meridionali; e contraddizione marcata fra le sue false assertive giornalistiche; ed i fatti, altrove raccolti; pag. 58 59. 74. a 7. 6. e 119.

Innovomania, smania di distrugger tutto; pag. 70.

Le piaghe napolitane sono definite insanabili dal Ricusali; pag. 94.

Impedita ogni interpellanza sulle condizioni delle due Sicilie, pel pericolo di far conoscere al. pubblico l’abisso in cui son piombate: sotto il mistero delle reticenze si celano gravissime cose, pag. 125. 126. e note (46. e 47.)

 Esercito. – Ben approvvigionato era rimasto l’ex regno delle due Sicilie per armi, per soldati, per munizioni, dal Governo Borbonico; pag. 4.

Giudizi uniformi a favore dell’antico esercito reale dell’ex regno, e come bestialmente disciolto, e maltrattato dal Piemonte, restando valido elemento ad afforzare la reazione; pag. 54. 65. 87. 91. 93. 101. 102. e 105.

Antichi maneggi segreti per la corruzione degli ufficiali; e specchiata fedeltà de’ soldati, pag. 55.

Grave errore per la soppressione del collegio militare Nunziatella; pag. 70. e 71.

Imbarazzi derivanti dallo scioglimento dell’esercito; pag. 74.

Crudeltà de’ militari piemontesi nello stato (l’assedio di fatto; pag. 105, e nota (41)

Marina. – Censura per l’abbandono della marina; pag. 72. 91; e per la soppressione de’ collegi di marina militare, e nautica; pag. 110 e 111.

Buono stato della istruzione nautica sotto i Borboni; pag. 86.

Ne’ contratti di marina un Colonnello divenuto notaio; pag. 87.

Ingiustizie del ministro di marina contro i macchinisti napoletani; pag. 111.

Manifattura – Manomessi tutti gl’interessi manifatturieri, e violate le regole inerenti a tal ramo; p. 42. Loro rovina perla sconsigliata riduzione delle tariffe daziarie; pag. 60. a 62.

Encomio ragionato dello stato florido delle manifatture sotto i Borboni, e loro attuale decadenza: dimostrazione dello annichilamento di esse nella concorrenza commerciale anglo francese; p. 61 e 63. Come progredirono sotto il passato Governo; pag. 63. a 65.

Miseria degli artefici cagionata da nuovi ordinamenti; petizione de’ pittori; pag. 65.

Invano si reclama adottarsi quella misura comune a tutti i paesi civilizzati, l’incoraggiamento, cioè, della mano d’opera indigena; pag. 83. Malcontento di tutti gli operai; pag. 96.

Agricoltura. – Stato del pubblico demanio, e de’ più speciosi suoi cespiti; pag. 25.

Denegata giustizia a coloni de’ fondi danneggiati da’ garibaldini; pag. 38.

Opere pubbliche. – Si accusa la inerzia del governo piemontese in tale ramo col grave pregiudizio delle popolazioni; pag. 7. 89. 93.

Deficienza di opere pubbliche nella Sicilia; pag. iz. Pessimo andamento della ferrovia da Capua a Ceprano; pag. 18.

Niuna intrapresa di opere pubbliche in generale; pag. 47. 53.

Si riprova il deperimento della Zecca di Napoli, per colpa de’ nuovi governanti; pag. 73 91.

Si respinge bruscamente, e con agitazioni parlamentari la domanda di preferire i regnicoli Boli come impiegati di ferrovie; pag. 83.

Anteriormente il Governo Borbonico aveva con saggi provvedimenti già stabilita una rete di ferrovie in tutto il regno, pag. 84. 85.

Istruzione pubblica. – Sue attuali misere condizioni nelle provincie meridionali; p. 49. 116. Soprattutto l’Accademia di Belle arti; pag. 50.

Arbitraria dissoluzione della Reale Accademia delle scienze; pag. 65. 71. 91. 101. 116.; ed elogi della sua antica instituzione; pag. 69.

Scioglimento di collegi, licei, università, scuole, per la frivola ragione, che non erano muniti di regolamenti alla piemontese; pag. 111.

Analoga mozione del Duca Proto su questo interessante proposito;

Coraggio civile, e fedeltà delle maestre, ed allieve di due Educandati di Napoli, rifiutandosi al giuramento e al Te Deum verso il nuovo governo illegittimo, che poco nobilmente se ne vendica scacciandole tra i birri, p. 121. e 124.

Elogio del Collegio medico di Napoli di antica istituzione borbonica; e definito di nona vere l’eguale in Europa; p. 123.

Biasimo severo de’ nuovi professori della Università di Napoli, che non prestano servizio, e cumulano più cattedre in un solo di essi per favoritismo; p. 123.

Affari ecclesiastici. – Si riprova la soppressione de’ conventi, pag. 12, è con ciò si commette la più flagrante violazione della proprietà, e dello Statuto costituzionale, coll’alterazione della pubblica tranquillità, è della pace delle coscienze, ledendo tutti gl’interesssi materiali; pag. 37. 40. 42. 82. 103. e 104.

La illegalità di tal procedere accresce il generale malcontento; pag. 53. 81.

Dalla mozione del Duca Proto nella tornata de’ 20 novembre 1861. si hanno validi argomenti all’oggetto.

MENZIONI ONOREVOLI A FAVORE DEL GOVERNO BORBONICO, E DELL AUTONOMIA DEL REGNO DELLE DUE SICILIE. – Clemenza pel ritorno dell’emigrato Paternostro in Sicilia, pag. 2.

Encomio del?antico sistema governativo nelle circoscrizioni territoriali; pag. 12.

Gli eccessi anarchici cagionati dal mal governo subalpino fanno rimpiangere l’antico regime in Napoli; p. 13.

Sapiente economia di questo nelle finanze d’onde il tesoro fiorente, tutto che grandiose spese si facessero; p. 19.

Nobiltà ed antichità del reame in faccia al Piemonte; la terza capitale d’Europa è Napoli pag. 23. Essa è la prima metropoli della penisola italiana ridotta ora a meschino capoluogo di Provincia; pag. 26.

L’autonomia del regno rimonta ad otto secoli; p. 105.

Favorevoli argomenti per la federazione italica; p. 23.

Florido stato de’ copiosi istituti di beneficenza sotto i Borboni; pag. 25, ed encomio per l’amministrazione de’ loro beni in Sicilia; pag. 30.

La legge organica amministrativa, e sul personale degl’impiegati scrupolosamente osservata da’ Borboni; violata dal Piemonte in Napoli; pag. 25.

Utile istituzione del bacino di carenaggio in Palermo, e de’ compagni ‘d’armi in Sicilia; pag. 28.

Generosa munificenza de’ Borboni nel promuovere i militari; pag. 33. e giudizi su gli ufficiali di terra, e di mare; pag. 32 e nota (25.)

Prognostici sinistri in Torino su la spedizione di Garibaldi in Sicilia, se non fosse stato coadiuvato dal tradimento; pag. 33. 55.

Come rispettata sempre da’ Borboni la libertà de’ municipii nella. scelta degli esattori de’ pubblici tributi; pag. 37. e 38.

Si compruova la giustizia del Governo Borbonico nella destituzione del contabile fraudolento Antonio Presterà, destituito da esso per ladro, e reintegrato dal Piemonte, come asserto martire politico; pag. 40.

Encomio della legge soppressiva della feudalità nell’epoca della prima restaurazione Borbonica, argomento della napolitana civiltà; pag. 43.

Il Re Francesco II ha il merito di essere più noto alle popolazioni, che Vittorio Emmanuele; pag. 47.

Mitigazione di prigionia ottenuta sotto i Borboni, e negata dal Piemonte; pag. 53.

Elogio de’ stabilimenti ed opifici. di armerie, ed altro, definiti bellissime cose di Ferdinando II; p. 56. 84. 91.

Sette milioni d’abitanti rimpiangono i Borboni; pag. 58; che proteggevano le manifatture, allora fiorenti e progredienti, ma ora decadute; pag. 60. 64.

Lodevole sistema per la Leva militare, senza i dispendiosi soldi de’ commessarj secondo il nuovo metodo sardo; per cui ebbesi allora (tempo de’ Borboni) uno de’ migliori eserciti d’Europa; pag. 66. 67. 88.

Sommi riguardi per la gloria delle Accademie delle scienze, e de’ corpi scientifici, usati sempre da’ Borboni; p. 69. 70. 71. ed anche a gradi militari accordati da governi usurpatori; pag. 71.

Antiche Economie sul trattamento de’ funzionari, a fronte degli attuali sperperi di finanza; pag. 78.

Provvedimenti per le ferrovie già adottati dal Re Francesco II; pag. 84. e nota (35.)

Buono stato dell’antica istruzione nautica; pag. 86.

Encomio a’ Borboni per la buona legge sul sistema metrico decimale, pag. 88.

Provvide cure per la mitezza de’ prezzi del pane, e det tale; pag. 96. e 98.

Fortezza del partito Borbonico; pag. 97.

Liberalità del re Francesco II. nella formazione della guardia nazionale; pag. 106.

Un prospetto complessivo di tutte le cause di malcontento contro il nuovo governo piemontese nelle due Sicilie, precariamente bivaccato e tenentesi con la sola forza; e le tendenze della popolazione per la legittima Sovranità, cd autonomia si hanno nella mozione dei deputato Proto (20 novembre 1861.)

Atti di clemenza di Ferdinando II. confessati nella Camera dal deputato Tofano, ed emergenti da’ documenti pubblicati a carico di lui, pag. 120, e 121. e nota (45.)

[a cura del Redattore – eleaml.org]

continua…..

fonte

https://www.eleaml.org/ne/stampa2s/1862_DURELLI_condizioni_regno_Due_Sicilie_parlamento_torino_2019.html

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