L’ULTIMO PRINCIPE E LE 5 PRINCIPESSE 1800
Dal 1707 il II° Casato Sorano, Boncompagni-Ludovisi è rappresentato dal tredicesimo Duca di Sora, VI del Casato, Antonio I di Ugo I, nato ad Isola nel 1658, Secondo Principe di Piombino, consorte della IV Duchessa di Sora, la Principessa Maria Eleonora Boncompagni.
Qualche artigianale macchinario è stato posto in loco per sfruttare l’energia del fiume Liri, come si narra avvenga nelle Terre di Albione, dove dall’agricoltura dei campi si passa sempre più spesso all’industriarsi nella prodizione di qualche manufatto.
Da vendere a buon prezzo.
Specie presso l’Isola del Liri, ma ben dopo il passaggio sui suoi ponti dell’esercito di Carlo III di Spagna nel 1744 diretto all’attacco dei Francesi.
Nel 1728 Papa Benedetto XII ha canonizzato la Crocefissione di Michael Stolz esposta nella Chiesa del Santissimo Crocifisso di Civitavecchia.
Proprio ad Arpino, al principio del secolo, l’arrivo del tecnico francese Baduel, invitato dall’imprenditore laniero Filippo Quadrini, insieme ad altre maestranze esperte provenienti dall’Olanda e dall’Inghilterra, ha posto le basi per la creazione dei primi lanifici operanti su vasta scala.
L’importazione di tecnologie e conoscenze dai Paesi europei, leader nella produzione laniera, unitamente ad una salda tradizione nel settore, hanno implementato un settore industriale che, in breve tempo, ha visto prosperare numerosi lanifici, raggiungendo ottimi standard di produzione. Al punto che, nel 1744 Carlo III di Borbone ha ritenuto opportuno visitare personalmente le fabbriche arpinati, conferendo ad alcune di esse il titolo di “Regio Lanificio”. La produzione artigianale ed autonoma è organizzata sul lavoro dipendente, svolto a domicilio per conto di mercanti-imprenditori, all’insegna del più tipico schema del processo di industrializzazione europea.
Ma ciò riguarda il popolo non il Quattordicesimo Duca, VII del Casato che dal 1731 è il Principe Gaetano I di Antonio I, nato ad Isola il 21 agosto del 1706. Il Terzo Principe di Piombino è stato insignito del titolo di Grande di Spagna da Filippo IV. Il consorte di Donna Laura Chigi II Principessa di Piombino è stato in carica fino al 1777. Epoca in cui Phillip Hackert, grande amico di Goethe, ha immortalato, meglio del Wenzel, la Cascata del Gualcatoio in una celeberrima tela.
Ed Epoca in cui la fame ha inizato a farsi sentire.
Pur se il Gizzi ed ogni altro artista “non perde la vista”.
Persino il Re Carlo II di Borbone, transitato ad Isola e diretto a Velletri nel 1744, non ha disdegnato di considerare lo stato di povertà dei cittadini.
Gaetano Boncompagni in persona ha dovuto prodigarsi per l’emergenza il giorno 31 aprile 1764, distribuendo derrate di frumento per sfamare gli abitanti del Castelluccio ridotti alla miseria.
La sola Arpino rappresenta una zona franca, dato che nel 1767 grazie a 22 direttori di lanifici, ha dato lavoro a 480 tessitori e tessitrici, 102 cardatori, 360 scardatori di lana, 132 azzimatori, 20 fabbricanti, 107 incanellatori, 27 orditorici e 34 impaglatrici.
Per gli scioperanti son previsti 20 giorni di reclusione la prima volta, 2 mesi la seconda, 3 mesi la terza. In Casa di Correzione possono finire anche i Sabotatori non in grado di risarcire il danno mentre gli Assenteisti pagano quattro grana per ogni ora di lavoro perduta.
Papa e Francesi son da secoli a braccetto e la Rivoluzione del Terzo Stato, quella Storica che dal 1789 al 1793 ha avuto come protagonista Robespierre, ha fatto giungere la sua eco fino alle sponde del Liri.
Laddove all’epoca non regnava il decapitato Luigi XVI ma il XV Duca, Ottavo del Casato, Antonio II Maria di Gaetano I, nato a Roma 16 giugno del 1735, IV Principe di Piombino, consorte delle ultime due Principesse di Sora, Giacinta Orsini e Vittoria Sforza Orsini.
La Quarta e la Quinta.
Esse potevano già ammirare le statue di Davide, Mosè, Salomone, Aronne, Geremia, Isaia e Daniele, nella Chiesa di San Francesco.
Nel 1795 su ordine di Ferdinando IV di Borbone è stata inaugurata la grande strada regia Gaeta- Avezzano che unisce Isola e Sora passando per il Viale di San Domenico.
E’stato il preludio alla cessione da parte di Don Antonio II Maria Boncom-pagni del Ducato di Sora (Sora, Isola, Arpino e Castelliri) al Regno Borbonico di Napoli, in cambio di altre terre ubicate nello Stato della Chiesa.
Tra i reazionari filo-borbonici si è messo in luce, purtroppo, il figlio di un mugnaio di Alatri, nato a Sora e cresciuto lavorando col padre ed i fratelli nei mulini concessi in affitto dal Duca Boncompagni.
Nel gennaio dello scorso anno Gaetano Mammone si è messo a capo di una rivolta di Sorani ed Isolani contro l’Occupazione Francese ordinando addirittura la fucilazione dell’Abate di Montecassino. Prontamente eseguita da un suo scagnozzo.
Il Brigante, in delirio di onnipotenza, ha ucciso in un anno ben 400 Sorani, decapitandoli o affondandoli nello sterco affinché la sua fama oscurasse quella di Fra Diavolo, al secolo Michele Pezza da Itri, già visto “all’opera” anche dagli abitanti di Castelli e Veroli.
Anche quando nel luglio del 1796 Ferdinando IV con la Regina Carolina ed il Principe ereditario hanno soggiornato ad Arpino.
La reazione dell’esercito Francese ha superato ogni più funerea previsione.
L’attacco è stato sferzato in piena Rivoluzione Francese, il 28 dicembre 1798 con l’ingresso delle truppe transalpine nel Regno di Napoli. L’11 marzo 1799 trecento uomini armati hanno invaso Castelluccio, bruciato alcune case, dato fuoco anche alla Croce della Madonna del Rosario donata dal Baronio e messo i residenti in fuga verso lsola, laddove son stati alzati entrambe i ponti che permettono l’accesso al Regio Palazzo.
Dopo due ore di sparatoria è giunto in soccorso degli assediati dalla Via Selva un gruppo di giovani Sorani che si è contrapposto al nemico. Diciassette di loro sono stati uccisi. Oltre alle otto vittime isolane.
Ma di francesi ne son caduri quasi la metà della truppa. Il che ha inasprito non poco il Regime.
Il giorno successivo, la Pasqua del 24 marzo 1799, il secondo attacco francese a Castelluccio ha messo in figa tutta la popolazione.
I Transalpini hanno montato un Campo a San Sebastiano lanciando 100 palle di cannone su Isola Liri. Ma spingarde e fucili, dai merli del Castello sulla Cascata, hanno allontanato gli assedianti, inseguiti sino a Veroli stavolta senza perdite umane.
Dal 2 aprile 1799 al giorno 14 l’Esercito Francese ha continuato l’assedio ad Isola Liri, lanciando 22 granate, da trenatre libre l’una, su faccriche ed abitazioni. Le case rurali di Castelluccio e Sora son state nuovamente date alle fiamme.
Il 13 Aprile 1799 son giunte altre mille unità di assedianti e gli isolani si sono arresi per evitare una strage. Altre case rurali della periferia son state messe a fuoco.
Sorani ed Arpinati, però, non hanno mollato. Saputo che ad Isola era rimasta una guarnigione di 164 polacchi, hanno montato le artiglierie su San Sebastiano e San Giuvenale, facendo partire altri 300 colpi di cannone. Il 21 aprile i Polacchi Francesi si sono arresi e Sorani e d Aprinati han potuto irrompere ad Isola, catturando 34 individui responsabili della resa e traendoli nelle carceri di Sora il 12 maggio.
La mattina del 12 di maggio 1799, domenica di Pentecoste, dopo aver bruciato la statua di San Domenico Abate nel Monastero dei Cistercensi, l’esercito francese, guidato dal Comandante Vatrin, muovendo verso Ceprano è stato respinto sulle rive dell’Isola dei Figli di Pietro difesa dai Sorani. L’altro parco di artiglieria, agli ordini di McDonald si è diretto verso Terracina.
Gli assediati hanno così rotto i ponti, rintanandosi all’interno dell’Isola e le forze francesi si sono divise sui due rami del Liri. La legione di Olivier e quella di Vatrin hanno tentato a lungo di guadare il Verde.
La strenua resistenza degli assediati li aveva quasi fatti desistere finchè non son riusciti nell’impresa mediante un rudimentale approdo favorito dalle teste di ponte divelte. Cittadini, donne, bambini ed ospiti forestieri han torvato rifugio nella Basilica di San Lorenzo.
Trovando le porte chiuse i transalpini hanno intimato la resa al Comandante dei “Sorani”. Questi per tutta risposta ha aperto il fuoco contro due Dragoni del Re che son caduti a terra senza vita.
L’ordine è stato quello dell’eccidio.
Entrati in Chiesa i francesi hanno ucciso 553 persone, non risparmiando né donne, già seviziate, né bambini, né ospiti, né altra anima viva. Ripreso il guado, hanno incendiato gli altri quartieri della città lasciando ovunque fumo e cenere.
I pochi superstiti, lo stesso lunedì 13 maggio 1799, lasciarono l’Isola trovando accoglienza presso benevoli famiglie di Pescosolido.
La Storia non potrà mai cancellare la strage dei Murattiani.
Quanto a Mammone, lo scorso luglio, il generale Rodio si è messo sulle sue tracce e solo l’intercessione del Vescovo di Sora Colaianni ne ha scongiurato la cattura. I parenti delle 400 vittime uccise da Pezza nel Sorano non hanno apprezzato affatto.
Ma la sua sorte è segnata.
Quattro anni or sono, Sora, Isola Liri ed Arpino sono state reintegrate nel Regno di Napoli, con Regio Decreto del 16 gennaio 1796, firmato da Ferdinando IV di Borbone.
Il successivo Decreto Regio del 14 luglio del 1796 ha permutato il Ducato di Sora con il Demanio Regio.
Ad Antonio II Boncompagni è rimasto il solo titolo onorifico di Duca di Sora.
La fine dell’Alto Medioevo è sotto l’egida dei Borboni, tra tasse e malattie. Conto le ore della prossima rivolta.
Mai però i Borboni erano arrivati a tanto. Il Brigantaggio aveva ostacolato i Papalini Francesi ma il 22 maggio dello scorso anno ha visto Olivier e Martin firmare la pagina più nera della nostra storia.
Superarono ogni limite umano. Trucidando seicento persone innocenti. Cittadini, donne e bambini nella Chiesa di San Lorenzo.
Macchiandosi per sempre l’anima con la Strage degli Innocenti.
1802 Provincia del Demanio Regio “Terra di Lavoro” sotto Re di Spagna Giuseppe Bonaparte 1806 Stato Municipale del Regno di Napoli sotto Jaquin Murat
SINDACI DI SORA SINDACI DI ISOLA DEL LIRI SINDACI DI ARPINO
1807 Ottavio Marsella
1807 Francesco Antonio Spagnoli
1808 Giacinto Marsella
1809 Carlo Di Fede
1810 Luigi Merluzzi
1811 Errico Zuccari
1813 Nicola Annonj
1817 Ludovico Mancinelli
1820 Nicola Annonj
1823 Luigi Spagnoli
1829 Antonio Mazzetti
1831 Carlo Macciocchi 1833 Vinicio Di Fede
1840 Flaviano Bastardi 1835 Vincenzo Silvestri
1846 Francesco Loffredo 1838 Antonio Mazzetti
1850 Giuseppe Marsella 1841 Santino Marsella
1852 Evangelista Tronconi 1847 Michelangelo Campoli
1860 Governo Provvisorio nel Distretto di Sora sotto la Dittatura di Garibaldi con SottoIntendente in Sora Giuseppe Colucci.
1861 Giacomo Tronconi 1861Emidio Sangermano
1865 Antonio Barbera 1863 Mario Cossa
1866 Andrea Tuzij 1864 Emidio Sangermano
1868 Enrico Mobilj 1867 Angelo Polsinelli
1869 Filippo Lanna 1870 Domenico Cossa
1872 Nicola Mancinelli 1873 Raffaele Sangermano
1875 Filippo Bastardi 1877 Filippo Antenangeli
1877 Filippo Renzi 1891 Luigi Nardi Pelagalli
1880 Francesco Conte Canofari 1892 Giuseppe Pesce
1884 Nicola Mancinelli 1892 Luigi Maturi
1890 Ferdinando Savona 1893 Domenico Cossa
1849 Giustiniano Nicolucci 1895 Luigi Nardi Pelagalli
1850 Loreto Mazzetti
1853 Tommaso Spagnoli
1859 Giuseppe Simoncelli
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