Negazionismo? No, grazie! di Fiorentino Bevilacqua
Il termine negazionismo nasce per gettare discredito su coloro che negano l’olocausto.
Usare lo stesso termine per etichettare chi ha una diversa visione in ambito scientifico costituisce, di per sé, comportamento antiscientifico, pertanto indegno di chi fa ricerca: quando uno scienziato dà di negazionista ad un collega per screditarlo, in realtà il discredito lo getta su se stesso.
Ascoltiamo in proposito l’opinione del nostro affezionato lettore Fiorentino.
L’idea iniziale era quella di commentare questo articolo, che condividevo e condivido ancora, https://cattiviscienziati.com/2019/05/02/glifosate-e-bugie/, come esempio di quanto sia difficile combattere alla pari contro le verità imposte quasi come atti di fede, quando la si “pensa” in modo diverso perché esistono dati che possono generare dubbi sulla verità “ufficiale”, quella che va (e, pare, DEBBA andare) per la maggiore, dati che vengono sistematicamente e volontariamente ignorati (ogni riferimento alle critiche, che costantemente si levano dalle pagine di questo blog, nei confronti della questione “riscaldamento globale / cambiamento climatico” NON è puramente casuale).
Mi sembra, però, che l’autore, che conosco, rispetto e stimo, vuoi per la “fretta” e la brevità imposta dal social (facebook) sul quale riporta l’articolo, vuoi per l’aspetto informale dell’introduzione stessa, cada quasi vittima dello stesso errore che sta combattendo.
Nel virgolettato le sue parole, quelle che hanno generato in me stupore, amarezza e le riflessioni che, di seguito ad esse, riporto. Negli ultimi giorni, in pratica, per ben due volte ho scoperto di essere… un negazionista, mentre pensavo (e penso!) di essere soltanto uno che vuole ragionare, anche se in dissonanza a certi criteri che vanno per la maggiore.
<< SIETE PROPRIO SICURI? Grande enfasi viene data in questi giorni ad un articolo su Scientific Reports che dimostrerebbe nei ratti i danni alla salute delle generazioni future causati dal glifosate. Sicuri che le cose stiano proprio così? PS: l’autore principale ha ricevuto per questo progetto soldi da una fondazione di stampo religioso abbastanza nota per finanziare molti programmi antiscientifici, inclusi alcuni sul negazionismo climatico e nel campo delle cellule staminali.>>
Capisco che una “fondazione privata di stampo religioso” (o di qualsiasi altro stampo) possa finanziare i programmi che vuole (lo fa pure lo Stato), compresi quelli antiscientifici ma, dire “inclusi quelli sul negazionismo climatico” vuol dire che, anche per l’autore dell’articolo:
1) esiste un negazionismo climatico; cioè qualcosa, un movimento, che nega senza ragioni, a testa bassa e ad occhi chiusi quello che, così, viene automaticamente eretto, con questo modo di presentarlo, a verità ormai acclarata e inconfutabile; il campo dei contrari, viceversa, presentato come negazionismo climatico, perde ogni carattere che lo renda degno di considerazione e assume quasi i connotati di un complottismo climatico di segno opposto a quello a cui i cosiddetti negazionisti climatici ascrivono i sostenitori del GW; paradossale! Ci scambiamo, apertamente o larvatamente, accuse dello stesso tipo.
2) messa così la cosa, chi legge può credere che tutto ciò che non è d’accordo, critica, contesta, argomenta etc avverso la tesi del GW, prima, dei Cambiamenti climatici, poi, appartenga ad un “ismo” climatico che, come altri “ismi”, ha, tout court, una connotazione tanto negativa che può (o, forse, deve) essere rigettato senza neanche entrare nel merito delle ragioni (per giuste o sbagliate che siano) che lo generano e sostengono: rigettarlo diventa quasi un dovere morale.
Così succintamente presentato, ci si farebbe l’idea che esistano solo due campi: quello del GW/Cambiamento climatico (implicitamente l’unico vero, autenticamente scientifico) e quello di chi lo critica, ne critica certi contenuti … da negazionista, cioè senza ragioni sostenibili e tale da dover essere liquidato (e poi ignorato) con un semplice epiteto: negazionista.
Qui mi viene un po’ di amarezza.
Logicamente non ci posso stare: possibile che tutti i climatologi, tutti quelli “contrari” siano non degli scienziati, delle persone che, magari, sbagliano (ma possono anche avere ragione), ma nient’altro che negazionisti che, chissà per quale ragione (complottismo!?), conoscono la verità del GW e la negano!?
Possibile che tutte le pecche stiano nel campo di chi non è d’accordo?
Mi vengono le traveggole, e non scherzo perché ricordo le tesi di un Prof di climatologia in una trasmissione dei primi anni del duemila. Diceva (cito a memoria)…
La CO2 è solo il 2% di tutti i gas e vapori ad effetto serra presenti in atmosfera; la CO2 di origine antropica rappresenta solo il 2% di questo 2%. Ergo, su 10.000 molecole ad effetto serra presenti in un dato volume di aria (a una certa T e P) solo 4 sono di origine antropica. E poneva la domanda retorica: possono, quelle 4 molecole, avere l’effetto sul clima che si addebita loro? Aggiungeva anche che alcuni degli altri gas/vapori ad effetto serra (alcuni molto più efficaci della CO2 nel trattenere il “calore”) variavano la loro concentrazione anche di 6 volte.
Fu questo intervento a rappresentare la goccia che fece traboccare il vaso: anche io ero convinto che i cambiamenti del clima, stabile fino a questo periodo (altra convinzione che avevo), fossero stati innescati dall’intervento dell’uomo (la famosa mazza da hockey https://www.attivitasolare.com/climatologo-allarmista-falsificato-dati-sancisce-tribunale/ link che dà anche un’idea di dove può arrivare una controversia scientifica).
Precedentemente avevo letto (su Le stelle) articoli che parlavano di modificazioni climatiche del passato; avevo letto (Felice Vinci, Omero nel Baltico, IV edizione, Roma, 2003, Palombi editore) di tutte le peripezie climatiche che avevano preceduto e seguito la discesa dei popoli nordici nell’area del Mediterraneo etc etc. Sapevo, dal corso di Biologia marina, del rapporto Ghiacci della Groenlandia – Correnti profonde – Corrente del Golfo – Clima Europa occidentale (il che già mi portava a dubitare della “globalità” del riscaldamento). Quindi fu facile, per me, cambiare idea e cominciare a dubitare del GW/Cambiamento climatico affermato e sostenuto dall’IPCC sulla limpidezza del cui operato, oltretutto, cominciavano a comparire e ad addensarsi nubi e sospetti (come spiegato QUI).
Leggere, oggi, che devo mettermi, visto che dubito, nella casella dei negazionisti (assieme a quel professore e tanti altri), mi sembra eccessivo: è tutto sbagliato? E’ corretto tutto e solo ciò che supporta la tesi del GW? Quello non era un professore di climatologia ma, forse, era un millantatore?
E’ ovvio che la risposta sarà no. Però messa così, la questione del “negazionismo”, rattrista ed esacerba un po’ gli animi…
Io non sono mai stato manicheo.
In un mio post di risposta ad un amico ho scritto: quelli dell’IPCC facessero “ammenda” di certi errori, di certe superficialità, di certe manchevolezze, poi se ne riparla.
Insomma: si azzeri tutto, si torni alla scienza vera. Ma si sgombri anche il campo da posizioni di tipo messianico: anche se fatte, tenute e sostenute in nome della Scienza, dell’interesse generale, così come vengono presentate irritano e non predispongono al dialogo, quanto meno al dialogo costruttivo.
Se è lecito dubitare della generosità disinteressata con cui quella Associazione di stampo religioso eroga i suoi fondi, è altrettanto lecito dubitare delle finalità con cui vengono erogati i fondi statali (o parte di essi) a chi, invece, fa ricerche che vanno nella direzione che sostiene il GW.
Pure quelli che governano uno Stato non sono dei santi e, anzi, sono espressione di gruppi che hanno vari interessi, legittimi ma pur sempre diversi e contrastanti con quelli di altri…
E’ di questi giorni, per esempio, la polemica, che tiene banco sui media, circa il coinvolgimento di un politico (probabilmente inconsapevole) in un rapporto, da altri mediato, con qualcuno che aveva forti interessi nell’eolico.
Oltretutto, se uno nega legittimità alle idee di un altro, quest’ultimo si irrigidisce nella sua posizione, fa quadrato e, anche se inizialmente ben disposto al confronto (scientifico in questo caso), di fronte alla pervicacia con cui il primo glissa sui suoi errori, nega le superficialità, le strumentalizzazioni della sua parte, si chiude a guscio, si ghettizza (ma, in questo caso, ce lo avevano già messo gli altri nel ghetto dell’”ismo”) e diventa quasi settario (ma, si sa, una setta vale l’altra).
Questo a tutto danno del dialogo e del confronto vero.
Non sono stato mai manicheo.
Ma mi sembra che, in questo caso, si stia creando una suddivisione di questo tipo.
Non mi piace.
Non capisco.
… e provo amarezza, un’emozione, uno stato d’animo non gradevole che, certo, non ambisco avere con me: ergo, mi chiudo al confronto (“soluzione” pessima, ma efficace, della dissonanza cognitiva che mi hanno creato) e tratto gli altri come gli altri trattano me.
Anche senza il ricorso a ismi…
Ma la dissonanza cognitiva ce l’hanno pure coloro che, nella massa, cresciuti a suon di <<CO2 che è aumentata, aumenta e aumenterà causando aumento di T atmosferica etc>>, di fronte a chi afferma il contrario, vanno in crisi. E’ di questi giorni un post che circola su facebook, un post “Sponsorizzato – finanziato da Greenpeace Italia” su “Emergenza clima”, secondo il quale “ci restano 11 anni – ci risiamo, direbbe qualcuno – per difendere il clima e il nostro futuro” (dei fantomatici punti di non ritorno abbiamo parlato varie volte, per esempio QUI e QUI).
Torniamo alla Scienza?
Sì, ma per farlo bisogna sgombrare il campo da posizioni di comodo e/o da coloro che da tali posizioni pontificano pur avendo con sé sia peccati originali (https://www.heartland.org/_template-assets/documents/Books/Why%20Scientists%20Disagree%20Second%20Edition%20with%20covers.pdf punti 3-4 e 5 di pag. XX) che di percorso di esistenza (per esempio http://www.climatemonitor.it/?p=37313 ).
Ovviamente non parlo dell’autore dell’articolo da cui questa mia riflessione ha preso spunto, che argomenta certo in modo scientifico, ma delle posizioni di forza di chi mi ha detto prima che il riscaldamento era globale e dovuto solo alla CO2 (qui un interessante, pacato, intervento sui rapporti veri tra CO2 e temperatura https://www.youtube.com/watch?v=eEMk6iOvpsE&t=1280s ), poi ha cambiato affermando che si trattava di cambiamento climatico dovuto alla CO2, che si è accorto, qualcuno potrebbe pensare …al momento giusto, che in precedenza ha misurato le temperature del mare peggio di come avrebbe fatto la badante di mia nonna cioè portando l’acqua al termometro, dentro un secchio, spesso dalle parti della sala macchine, e non il termometro all’acqua e, sui valori così ottenuti sono state fatte previsioni mai avveratesi e mai ritrattate (http://www.ambienteservizi.net/news/le-vere-temperature-del-pianeta ) e non ha battuto ciglio continuando a pontificare come se nulla fosse stato… che non ha saputo prevedere né il passato né il futuro (come per esempio il global warming hiatus http://www.climatemonitor.it/?p=37462), che ha fatto qualche articolo che ha dovuto poi ritrattare etc etc.
Ecco: un politico, uno che sa trattare con gli altri tanto da manipolarli a suo piacimento, quando vuole, se vuole, questo lo capirebbe. Bisogna prima sgombrare il campo da questi fantasmi, solo allora ci si può sedere al tavolo del confronto (parlo dell’IPCC) e ripartire essendo tutti aperti a qualsiasi risultato; ma bisogna sgombrare il campo dai sospetti che qualcuno abbia barato (https://www.attivitasolare.com/la-deliberata-corruzione-della-scienza-del-clima-dr-tim-ball/ ma anche http://daltonsminima.altervista.org/2010/01/27/il-teatrino-della-misurazione-delle-temperature-globali-effetto-siberia/)
Questa è la condizio sine qua non.
Non c’è confronto su articoli che tenga.
Ci sarebbero sempre articoli sui due fronti opposti: fa parte, me ne insegnate, della vitalità della Scienza; se Halton Arp fosse ancora vivo, cercherebbe ancora di dimostrare che si crea materia non virtuale nel nucleo delle galassie… e ci sta.
Ma non ci sta un approccio manicheo di tipo sacro/profano con il profano (supposto tale, in questo caso) da esecrare o da guardare dall’alto in basso.
In queste condizioni non ci può essere confronto (che deve essere pacato sì, ma senza anatemi e demonizzazioni varie quando si è lontani dal “tavolo tecnico”), ma si aprono ampi spazi alle tesi di chi sostiene che esiste anche una pornoecologia, che si fa strumento di un “neocolonialismo ecologista dell’Occidente che pretende di esportare modelli assoluti, decontestualizzati, di protezione ambientale, che pretende di insegnare alle popolazioni native del ‘Terzo Mondo’ come fare la loro rivoluzione ecologica” (https://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=18626 ) ovviamente… vendendogli i mezzi per farla e fornendogli i finanziamenti per acquistarli.
Si potrebbe concludere, per quanto riguarda questo aspetto della vicenda GW sì/cambiamenti climatici e clima ancora da studiare, che le vie della seta sono infinite e, certe volte, sembrano passare anche dalle parti dei cambiamenti climatici.
Fiorentino Bevilacqua
(5 maggio 2019)
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