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Ordine, Rivoluzione, Controrivoluzione (II)

Posted by on Set 8, 2023

Ordine, Rivoluzione, Controrivoluzione (II)

Scrivere “Rivoluzione” o “rivoluzione” francese?

Perché – mi chiedo – scrivere Rivoluzione francese e non, più semplicemente, rivoluzione francese, usando cioè per il sostantivo la minuscola al posto della maiuscola? Perché darle tanta importanza? Quella francese è stata – indubbiamente – la rivoluzione che ha portato maggiore sconvolgimento nella vita del mondo. Scrivere quella parola con la maiuscola, quindi, servirebbe a riconoscere la sua importanza storica e sociale, apparentemente superiore a quella di ogni altro movimento rivoluzionario.

Ma perché scrivo apparentemente? Perché essa è stata solo un episodio (sia pure, al momento il più eclatante e più carico di conseguenza) del lungo e finora inarrestato cammino della Rivoluzione (questa volta scritto appositamente con la maiuscola), che parte dall’Umanesimo e giunge (per ora) al transumanesimo; un percorso di cui fanno parte il nominalismo filosofico e il protestantesimo religioso, le cinque “fratture” che divisero la Cristianità, portando all’indifferentismo e al regalismo, prima di giungere al giacobinismo, non sconfitto ma semplicemente sostituito dal cesarismo napoleonico, altra faccia della stessa medaglia rivoluzionaria.

Peraltro, almeno in quanto a numero di morti, il giacobinismo è stato successivamente superato dal bolscevismo, dal cekismo, dal maoismo, dal comunismo cambogiano e via enumerando… Sono le successive concrezioni che hanno formano l’asta di cui parlavo paragonando la Rivoluzione a una lancia che ci permettono di giungere, ai nostri giorni, all’attuale (formalmente incruenta ma non meno pericolosa) dittatura del relativismo. Ripeto: il presente ferisce, ma è il passato che le dà forza.

Consideriamo le date in cui si espresse la rivoluzione francese propriamente detta:

Breve excursus cronologico

1789

5 maggio: apertura degli Stati generali a Versailles.

17 giugno: il Terzo Stato si costituisce in Assemblea Nazionale: su richiesta del Re si aggiungeranno gli altri due Stati.

9 luglio: l’Assemblea si proclama Costituente.

20 giugno: giuramento della Pallacorda.

14 luglio: presa della Bastiglia.

17 luglio: inizio dell’emigrazione degli aristocratici.

1790

26 febbraio: con un decreto viene abolita l’antica suddivisione della Francia in province e viene attuata la suddivisione amministrativa in Dipartimenti.

12 luglio: approvazione della “Costituzione civile del clero”.

1791

21 giugno: arresto a Varennes del Re e della famiglia reale.

1792

10 agosto: assalto alle Tuileries.

2-7 settembre: massacri di settembre: esecuzione sommaria di 6.000 detenuti, accusati di essere partigiani del Re,

21 settembre: Costituzione dell’anno I e proclamazione della Repubblica.

22 settembre: parte il I anno della Repubblica, che dovrà essere riportato sugli atti pubblici.

19 novembre: la Convenzione dichiara il proprio diritto di intervento “ovunque un popolo voglia conquistarsi la libertà”.

1793

21 gennaio: esecuzione capitale di Luigi XVI.

1º marzo: scoppia l’insurrezione in Vandea;

10 luglio: la Convenzione nomina il Comitato di salute pubblica (nove membri): è l’inizio del Terrore.

17 settembre: “legge dei sospetti”: sono considerati controrivoluzionari tutti gli emigrati e i loro parenti, i nobili e i preti refrattari.

6 ottobre (“15 Vendemmiaio”): entrata in vigore del calendario rivoluzionario, con 12 nuovi mesi di 3 decadi, anziché quattro settimane.

16 ottobre: esecuzione capitale di Maria Antonietta.

1794

8 giugno: festa dell’Essere Supremo per favorire la scristianizzazione.

27 luglio (9 Termidoro): truppe fedeli alla Convenzione occupano l’Hotel de Ville: il giorno dopo Maximilien de Robespierre viene ghigliottinato insieme al fratello Augustin, a Saint-Just ed altri; è la fine del periodo detto Il Terrore.

1795

23 settembre: proclamazione della Costituzione dell’anno III e istituzione del Direttorio

5 ottobre: Insurrezione realista del 13 vendemmiaio: Napoleone, comandante della piazza di Parigi, fa aprire il fuoco sulla folla, causando circa 300 morti tra i controrivoluzionari.

1796

10 aprile: ha inizio la prima campagna d’Italia.

16 ottobre: proclamazione della Repubblica Cispadana (Bologna, Ferrara, Modena e Reggio nell’Emilia).

1797

29 giugno: nasce la Repubblica Cisalpina (ex Ducato di Milano, Bergamasco, Cremonese, Modenese).

17 ottobre: il trattato di Campoformio cede Venezia all’Austria,

1798

5 febbraio: il generale Louis Alexandre Berthier, inviato dal Direttorio, occupata Roma il giorno 11, dichiara decaduto il potere temporale del Papa (Pio VI) e proclama la Repubblica Romana; 500 casse di oggetti d’arte e trenta milioni vengono inviati a Parigi.

5 settembre: coscrizione obbligatoria per tutti i giovani dai 20 ai 25 anni di età (5 anni in tempo di pace e illimitata in tempo di guerra).

1799

22 gennaio – 13 giugno: Repubblica napoletana: circa 1.500 condanne a morte comminate dai suoi tribunali.

9 novembre: colpo di Stato del 18 brumaio: Napoleone scioglie il Direttorio ed il corpo legislativo, istituendo il Consolato.

Passeranno meno di cinque anni e il 18 maggio 1804 Napoleone si farà incoronare imperatore. Un imperatore rivoluzionario, certo, ma che mette da parte le allucinanti pretese (calendario rivoluzionario, sistema orario decimale, culto della Dea Ragione e dell’Essere Supremo), pressoché impensabili fino al 1788 e considerati ridicoli già alla caduta di Robespierre. Al decennio giacobino (in realtà un po’ più breve, almeno in Francia: i giacobini italiani del 1799 erano in forte ritardo rispetto agli avvenimenti d’Oltralpe, tanto che gli inviati della Repubblica napoletana non vennero neppure ricevuti a Parigi dagli esponenti del Direttorio, di posizioni più moderate)

Una volta postasi la corona “imperiale” sulla testa, Napoleone inaugurò un decennio di una curiosa “retromarcia” culturale durante la quale, con una mobilità sociale senza precedenti, i suoi accoliti – tutti ex rivoluzionari, rigidamente ugualitari ed indefessamente antimonarchici (e quindi anti-aristocratici) – si resero protagonisti di una scalata senza precedenti a titoli nobiliari (i parenti più stretti di Bonaparte raggiunsero addirittura un serto regale). Effetto evidentemente dell’epidemia di amnesia che colpì la Francia di inizio secolo: si racconta che Bernadotte, sbalzato sul trono di Svezia, non si volesse far visitare dai medici perché aveva tatuato sul corpo la frase «Morte ai Re»…

*          *          *

Insomma, la Rivoluzione è quello spirito di rivolta contro l’Ordine (inveratosi nella Cristianità) che va (attualmente) dall’Umanesimo al transumanesimo. Le rivoluzioni (francese, o bolscevica, del gender, etc.) sono “soltanto” episodi singoli (per quanto di enorme importanza) del processo generale.

Gianandrea de Antonellis

fonte

https://ernestoildisingannato.blogspot.com/2023/09/ordine-rivoluzione-controrivoluzione.html

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