Alta Terra di Lavoro

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SE NON HAI LA PATENTE DI MERIDIONALISTA NON PUOI DISCUTERE LA QUESTIONE MERIDIONALI

Posted by on Dic 17, 2023

SE NON HAI LA PATENTE DI MERIDIONALISTA NON PUOI DISCUTERE LA QUESTIONE MERIDIONALI

Quello che hanno ascoltato i miei orecchi sulla questione meridionale è clamoroso. La pregiudiziale che mi esclude è dovuta al fatto che sono ritenuto autore borbonico. Quindi la metà degli autori che hanno scritto libri del regno non è borbonica perchè è originaria di Napoli.

Dunque ci stanno i napoletani e i borbonici non napoletani, che non hanno diritto di parola perchè sono borbonici! Detto ciò, il volume tratta la questione meridionale da parte di autori meridionali che esprimono idee meridionaliste, attraverso anche le esperienze del territorio di appartenenza. Ma soprattutto la questione meridionale è stata offerta a tutti coloro che da Napoli, e per Napoli hanno costruito un percorso indottrinante in cui il pensiero unico meridionalista si può esprimere, se al centro della questione meridionale ci sta Napoli.

Ergo autori come Davide Cristaldi non possono parlare della questione meridionale, non perchè non siano meridionalisti, ma perchè non bazzicano nelle sale napoletane dove tutto si cuoce e ribolle a seconda delle direttive riconducibili a quella realtà. Franz Riccobono non può parlare della questione meridionale non perchè non mastica materie economiche, ma perchè non appartiene al giro di amicizie riconducibili a quelle del curatore. Io non posso discutere della questione meridionale perchè non mi sono mai recato nei sacri luoghi, quando si è discusso di meridionalismo quindi, non avendo ricevuto la patente di meridionalista non sono degno per entrare nel percorso che tratta il libro della questione meridionale.

E se a questo argomento ci agganciate persino il nascente partito di M24 si conclama il colmo dei colmi. Della questione meridionale possono parlare solo gli adepti esclusi quelli che non sono stati toccati del sacro crisma. Essi possono concorrere nelle riunioni del partito ma non devono permettersi di spegnere il sacro fuoco. E così con questo teatrino i referenti di Catania, di Siracusa e o di Messina, devono abbandonare la possibilita di parlare di questione meridionale perchè, non ne sono degni. A parte il fatto che va a finire che il nascente partito se avalla queste forme di comunicazione si autocastra. Nella Sicilia Orientale snobbata dagli amici meridionalisti “fra intra e fora” ballano 2 milioni di siciliani. In termini elettorali una barca di voti che potrebbero andare a puttane, se malauguratamente sovrappongono i contenuti di questo lavoro al pensiero politico del nascituro movimento.

Complimenti chi ben comincia è a metà dell’opera. Premetto a scanso di equivoci che ho già segnalato al curatore della Questione Meridionale di non fare più conto sul sottoscritto. Io non amo coloro i quali danno patenti di merito, apponendo etichette di cosa vali e di cosa non vali a secondo di come soffia il vento. Pertanto passo a discutere sui contenuti filosofici del messaggio così come è stato costruito. Il volume in questione è un coagulo di idee (filosofia politica) che dovrebbero dare un quadro al male assoluto, la disuguaglianza fra italiani di serie A, e italiani di serie Z. La questione meridionale si costruisce su dieci punti o capitoli generali, legati agli aspetti della vita in comune, alla politica, all’economia, alle infrastrutture, alla strategia industriale, allo sfruttamento del territorio, alla innovazione tecnologica, alle politiche di Public Relation condotte nella carta stampata, nei talk show e in tutto quello che fa parte del pacchetto della comunicazione, nonchè alle strategie territoriali con le politiche UE, e dulcis in fundo, con la riqualificazione del territorio.

Tutte queste voci veicolano il mantra cioè, il lavoro in tutte le sue forme che permette a una data comunità di evolversi e progettare il futuro. Nel sud Italia non tutti i meridionali sono trattati allo stesso modo. Esistono realtà depresse, come Palermo e Napoli (per l’Italia bacini elettorali), e città intermedie che possiedono un potenziale notevole ma che non producono risultati per le carenze strutturali a cui si sono programmati i rispettivi territori quali: Catania, Messina, Bari, Reggio Calabria ecc ecc. Ognuna di tutte le altre realtà municipali oltre queste entità citate, si trova in condizioni peggiori, generate da altrettante contingenze strutturali. Questo lavoro così come è stato progettato, di fatto genera discriminazione fra territori. La questione meridionale così come è stata affrontata, di fatto ha creato le basi politiche sopra le quali, saranno aggettate le fondamenta di un partito politico ossia ET. Per tanto, i relatori che hanno costruito un potenziale progetto COSTITUENTE, fungono in qualche modo da terminali territoriali delle future campagne elettorali per quel partito poc’anzi citato.

Cosa significa? Che ognuno porta nel calmiere generale le proprie esperienze, i problemi del suo circondario di appartenenza, dopo di che, non conoscendo i problemi dei territori loro confinanti se non attraverso una documentazione informale costruita da tutto quello che genera informazione, non possedendo un data base precedente, in grado di fornire tanti elementi necessari alla costruzione di una visione generale, non potrà esprimere in modo capillare le necessità del vicinato. Questa occasione fin da quando è partita l’idea, avrebbe dovuto coltivare una pianta unitaria fra gli esponenti del territorio del sud Italia, Sicilia compresa. Il volume di fresca stampa non è un saggio rivolto al pubblico bensì, un regolamento generato dalla presenza di una nuova forza politica che si presenta ai popoli meridionali.

Alessandro Fumia

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