TARANTELLA RIBELLE
Un orgoglio dell’Alta Terra di Lavoro: TARANTELLA RIBELLE, l’ultimo album di Benedetto Vecchio conquista il Movimento Neoborbonico. Ecco la recensione di Gennaro De Crescenzo
“Ascoltare il lavoro discografico di Benedetto Vecchio e dei Musicisti Basso Lazio (“Tarantella ribelle”), è come tornare indietro nel tempo. Non parliamo, però, di nostalgie o di revisioni storiche (che pure amiamo) ma di suggestioni e di un lavoro attento su suoni e parole che riportano, come in una magia, quelle terre alle loro origini. Sappiamo che la storia ha fatto il suo corso e tante città che avevano un percorso secolare comune e con confini diversi (dalla Sicilia al basso Lazio) erano unite in un solo ricco e florido regno, il Regno delle Due Sicilie. Sappiamo anche, però, che la lingua e la musica restano libere e autonome e Benedetto Vecchio ci dimostra esattamente questo ma lo fa con una sapienza allo stesso modo antica e moderna finanche nella grafica curata, colorata ed efficace sospesa tra realtà, sogno e immagini da cantastorie della nostra tradizione. Lo fa alternando poesia (Speranza, Comme na rosa, Nott’ d’ luna) e ironia (Tira vent’, E’ semp’ festa pe la casta), verità storica (La radeca -sul periodo francese e su saccheggi e massacri operati soprattutto in quella parte di Regno-, Michelina -amore e morte di una brigantessa vera-, Pizzicabrigante), rabbia e voglia di riscatto e, diremmo quasi, vero e proprio progetto culturale con la musica, nella musica ma anche “oltre” la musica (Tarantella ribelle, Canto pe la gioventù), una vera e propria “richiesta di giustizia”, come efficacemente ci spiega Pino Aprile nella premessa del cd, “pe dà la sveglia a tutt’ quant’”… Mai come in questo caso, però, si tratta di un lavoro difficile da spiegare ma tutto da ascoltare e da “vivere” acquistando il disco o andando ad ascoltare un concerto degli MBL
Gennaro De Crescenzo
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