“VOCI, CANTI E SUONI DI BRIGANTI IN TERRA DI LAVORO”RIFLESSIONI DI LORETO GIOVANNONE
È un momento storico importante il tempo che stiamo vivendo, in tanti stiamo guardando indietro al nostro passato per comprendere cosa manca al racconto del passato, cosa è stato sottratto alle nostre vite ed accertare definitivamente l’inganno in cui siamo immersi dalle menzogne ed omissioni degli storici.
“Voci, Suoni e Canti di Briganti in Terra di Lavoro” ha un significato elevato, superiore, è come se l’inconscio collettivo ci spingesse a guardare le vite degli altri che hanno vissuto la “nostra” terra, e gli altri, i nostri avi, sono riapparsi, sono tornati tra noi a raccontarci le loro vite.
È un momento storico importante, sembra che verso il futuro immediato andremo divisi in due categorie, chi avrà coscienza di ciò che siamo e chi no, chi avrà contezza del potere dispotico e feroce e chi né sarà in balia definitivamente.
“Voci, Suoni e Canti di Briganti in Terra di Lavoro” ha in se la magia di ridare vita a ciò che è stata vita e riaffiora nelle storie cui è composto, nei vari episodi narrati in scena. Le vibrazioni che trasmettono i vari personaggi, immerse nella musica e nelle danze, hanno il potere di evocare ciò che appartiene alle nostre coscienze. È questo il fascino della drammatizzazione in cui si viene immersi per due ore.
È un momento storico in cui dobbiamo riappropriaci del nostro passato, creare una sorta di scudo collettivo a protezione delle radici pluri millenarie di cui siamo parte, il passato, ciò di cui siamo fatti.
“Voci, Suoni e Canti di Briganti in Terra di Lavoro” racconta la vita e la morte di uomini e donne coraggiosi della nostra terra che hanno lottato con fierezza e spirito indomito, evoca l’inconscio collettivo, ha la magia di portare le nostre anime a ricongiungersi spiritualmente con le vite degli altri che sono passati sulla terra prima di noi e che hanno combattuto fino alla morte per difenderla.
Loreto Giovannone