1796 Riassunto dei principali avvenimenti dell’anno
Francia: premesse della “Campagna d’Italia”
I complessi avvenimenti conseguenti alla rivoluzione del 1789 hanno portato la Francia alla bancarotta.
L’inverno 1795-1796 è freddissimo, ancora più del già terribile inverno precedente. La popolazione, immiserita ed annichilita da anni di stravolgimenti sociali ed economici, è incapace di reagire. Le distribuzioni gratuite di viveri ed altri beni di conforto, elargite nei periodi di crisi dalle chiese e dai monasteri, non esistono più. La politica rivoluzionaria di decristianizzazione, in corso dal 1793, ha cancellato ogni cosa. Nessuno ha potuto, o voluto, sostituire in alcun modo le iniziative sociali della chiesa. I milioni di poveri non possono chiedere aiuto a nessuno.
Si verifica un’ondata di suicidi senza precedenti. Intere famiglie si annegano nella Senna, o negli altri fiumi, per sfuggire ai morsi della fame e del freddo. Alla fine dell’inverno si contano molte decine di migliaia di morti.
Il Direttorio, subentrato alla vecchia Convenzione Nazionale, tenta di porre rimedio alla situazione disperata con una politica d’aggressione militare, nell’intento dichiarato d’incamerare risorse a danno dei paesi occupati; il tutto riportato, senza giri di parole, nei documenti e nelle corrispondenze ufficiali.
Ai primi del 1796 il Direttorio lancia una vasta offensiva contro la Germania e contro Vienna. Un’altra armata, al comando del ventiseienne Napoleone Bonaparte, invade il nord dell’Italia.
A Bonaparte sono affidati 38.000 uomini, con viveri sufficienti per soli quindici giorni e 7 franchi di paga disponibili per ogni soldato, ufficiali compresi, per l’intera campagna (per chiarire: un litro di vino costa 60 franchi).
Il discorso di Napoleone ai soldati spiega bene le “alte” finalità della campagna d’Italia: “Soldati, voi siete nudi, mal nutriti; il governo molto vi deve, ma nulla può darvi. …Io voglio condurvi nelle più fertili pianure del mondo, ricche province, grandi città saranno in poterevostro: vi troverete onore, gloria, ricchezze…”.
Raimondo Rotondi
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