1860, sette soldati borbonici sepolti a Calvi Risorta nella chiesa di San Nicola
Lo studioso e ricercatore caleno Lorenzo Izzo ha pubblicato una sua ricerca che merita, per il suo valore storico e per l’impegno profuso nel raccogliere documenti, prove e testimonianze, la massima socializzazione. La vicenda attiene all’anno 1860 e vede protagonisti sette soldati borbonici, il Sindaco del tempo del Comune di Calvi Risorta, Demetrio Zona, e l’attuale parroco della comunità di san Nicola di Zuni di Calvi Risorta, don Gianluca Zanni.
Lo storico Izzo scrive che Calvi svolse un importante ruolo durante i combattimenti tra le truppe borboniche ed i volontari garibaldini nell’autunno del 1860 e per i continui scontri tra i contendenti si rese necessario allestire altri ospedali per curare i feriti e una delle strutture ospedaliere fu realizzata proprio a Calvi, in Via Taverna Mele, arteria che collega il centro urbano con la strada Regia di Venafro (odierna Casilina). L’ospedale militare fu smantellato dopo appena dieci giorni, 23 ottobre, e in tale lasso di tempo accolse dieci feriti, sette dei quali non riuscirono a sopravvivere. Il ricercatore Izzo, in modo dettagliato, riporta l’annotazione nei pubblici registri dei decessi e per economia di spazio, si socializza solo la prima trascrizione: “Il 20 ottobre 1860 alle ore 18:00, noi Demetrio Zona Sindaco ed ufiziale dello stato civile del comune di Calvi, distretto di Caserta, provincia di Terra di Lavoro, dietro ufficio del capitano di questo Spedale soccorsale delle Regie Truppe in data de venti di detto giorno, col quale ci dichiara la morte del soldato Gaetano Egidio di anni 50 del fu Matteo e della fu Fortunata Vassallo, secondo sergente del reggimento gendarmeria a cavallo, secondo squadrone, avvenuta in detto giorno alla ora cena a:m: Nato a Montefusco in Provincia di Avellino; ci siamo con i sottoscritti testimoni trasferiti personalmente presso la persona defunta, ed avendone conosciuta l’effettiva morte, abbiamo disposto che fosse seppellito nella chiesa parrocchiale di Zuni.
Del ché ne abbiamo redatto l’atto presente che abbiamo ivi sottoscritto sopra i due registri degli atti diversi, sottoscritto da noi e da testimoni, in detto dì mese ed anno.
Firmato: Giuseppe Zacchia, Raffaele Cipro e il Sindaco Demetrio Zona.”
Seguono le trascrizioni di Egidio Lima, nato a Solmona, provincia de L’Aquila (sic!), di anni 27; Giovanni Civale, di anni 19, nato a Maiori, provincia di Principato Citeriore (odierna provincia di Salerno); Michele Lo Tufo, di anni 26; Giuseppe Carlo Luigi Martinelli, di anni 23, nato a Piazza del Tocco, provincia di Reggio Calabria; Gabriele Carlo Palucci, di anni 23, nato a Castiglione Messer Marino, provincia di Chieti e Michele Angelo Ciello, del quale si hanno scarne notizie. L’ospedale di Calvi il 23 ottobre 1860 fu spostato a Mola di Gaeta.
Il dott. Izzo impreziosisce la sua pubblicazione scrivendo che tutti i predetti soldati borbonici furono sepolti nella cavità ipogee della chiesa di Zuni nonostante “Taverna Mele” rientrasse nel territorio dell’adiacente frazione di Visciano e ciò lo attribuisce al fatto che il Sindaco di Calvi, Don Demetrio Zona, succeduto il sei agosto del 1860, a Carlo Bartolotta, amministrò il paese in una fase complessa di transizione dell’ordinamento borbonico a quello unitario (già aveva ricoperto la carica di Sindaco nel quadriennio 1849-1852), era zunese e Priore della Confraternita di san Nicola e per tale incarico intratteneva rapporti privilegiati con il parroco di Zuni, don Pasquale Rossi, originario di Visciano.
Lorenzo Izzo nello studio-ricerca pubblicato esprime gratitudine al parroco don Gianluca Zanni che gli ha consentito di consultare il registro dei defunti dal 1799 al 1880 e, con sorpresa, constata che solo i primi due decessi sono annotati: Egidio Lima che ricevette l’assoluzione sacramentale e l’estrema unzione e morì il 18 ottobre 1860 per un colpo apoplettico e Gaetano D’Egidio che emise l’ultimo respiro il 20 ottobre 1860 e fu sepolto lo stesso giorno. Il registro, scrive il dott. Izzo, non presenta lacerazioni, strappi e vi si rileva cronologia nelle trascrizioni dei decessi e ciò porta a dedurre, secondo il ricercatore, che il parroco don Pasquale Rossi non registrò gli altri cinque decessi.
Lo studio pubblicato si conclude con “l’Annus Horribilis” di Zuni che registra altri due episodi che riguardò direttamente il Sindaco Zona. Questi aveva sposato Donna Concetta Ricca di Sparanise e il 17 marzo 1847, all’età di 25 anni, la sua giovane consorte, nacque in Cielo. In seconde nozze don Demetrio sposò Donna Faustina Siciliano, dalla quale ebbe diversi figli e tra il 1851 e il 1860 ben quattro di loro morirono. L’altro episodio degno di nota avvenne nella chiesa parrocchiale. Nell’imminenza del Natale, 20 dicembre, fu trovato nel sacro luogo un cadavere dalle generalità sconosciute. Successivamente fu accertato che si trattava di Francesco Saverio Vannucci o Ranucci, domiciliato nel limitrofo comune di Sparanise e questi svolgeva il lavoro di “crapaio”. Il Sindaco ordinò di “non seppellirlo se non dopo lo sbaro del cadavere medesimo” (una specie di autopsia). Anche Francesco Saverio, come risulta dai registri parrocchiali, fu sepolto nelle cavità ipogee della chiesa di san Nicola di Zuni di Calvi Risorta.