3 C’’E UNA GIOIA NEL CUORE NAPOLI‘E TORNATO CAMPIONE (IX)
) “Riti e scaramanzie”
Questo resocontino non può terminare senza un accenno alla proverbiale scaramanzia napoletana.
Complice la ricorrenza della dipartita terrena di DiegoArmando (30/11/2022) i quartieri spagnoli, che già da tempo erano diventati una specie di santuario laico su, al famoso largo a lui dedicato, sono diventati tutti quanti già dallo scorso novembre un tripudio di colori, feste e canti celebrativi dell’innominabile che però si nominava e numerava esplicitamente! Alla festa, già a Natale si sono unite “Forcella” e “Sanità”, seguite a ruota dalla “Pignasecca”, dove poi a marzo è comparsa una scritta “3! COMM’ ‘O RAU’, STA PAPPULIANDO CHIANO CHIANO”, al cui estensore, mio carissimo amico, qui nuovamente rimarco che “ ‘O RAU’ PIPPEA” e chi se ne frega se qualcuno ci sfotte per il “doppio senso”, possono fare solo questo!
Ad aprile (‘e cerase, ‘e cerase!) tutta Napoli, come solo Napoli sa fare, è diventata celeste, compresi Vomero e, soprattutto, Posillipo, tanto che Federico (Salvatore) pure lui nell’aldilà se la sta scialando anche per la definitiva riconciliazione di tutta la sua Napoli dove non c’è più quel famoso muro che la spacca in due metà . . . (il resto si sa!).
Per quanto mi riguarda, a parte la già nota radio romantica, sono circa quasi dieci anni che sul mio balcone garrisce al vento la bandiera delle “Due Sicilie”, quella che gli ignoranti definiscono borbonica. A loro beneficio qui sottolineo che:
= personalmente “NUN ME NE FOTTE D’‘O RRE BURBONE MA D’ ‘A STORIA SI”;
= circa la Storia, all’indomani del Congresso di Vienna, 1815 (quello della restaurazione), venne istituito il Regno delle Due Sicilie, unificando in un unico Stato il già regno di Napoli (monarchia assoluta) ed il già regno di Sicilia (monarchia costituzionale), entrambi già retti dallo stesso regnante Ferdinando di Borbone (che era IV di Napoli e III di Sicilia) ed allo stesso riassegnati unificati; costui, nell’obbedire al diktat delle potenze europee, pensò bene non solo di dismettere i precedenti titoli (IV e III) e di assumere il nuovo titolo di Ferdinando I delle Due Sicilie ma anche di sostituire il vecchio ed unico vessillo borbonico napulitano (scudetto celeste con tre gigli dorati al centro, il tutto contornato da uno spesso bordo rosso sangue) con quello attuale in cui, su sfondo bianco, al centro resta l’emblema borbonico ma è, altresì ed a sua volta, contornato dagli emblemi di tutte le precedenti casate europee che direttamente (Svevi, Normanni, Aragonesi, ecc.), e/o indirettamente (Asburgo, Lorena ecc.), da circa l’anno 1000 (non ieri, dunque!) avevano fin lì avuto a che fare con la mia terra, che è bellissima.
Per la cronaca questo sovrano è passato alla storia, ”chella buciarda ca ce hanno ‘mparato int’ ‘e libbre d’ ‘a scola”, come “re lazzarone”
Dunque il mio unico ed ulteriore “vezzo” è solo quello prima di ogni partita di srotolare questa bandiera duosiciliana dall’asta cui si è eventualmente avvolta, di modo che durante la partita possa liberamente garrire al vento, che non manca mai sul mio balcone perché è in alto.
brigante Martummè