Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

3 C’’E UNA GIOIA NEL CUORE NAPOLI‘E TORNATO CAMPIONE (XII)

Posted by on Lug 22, 2023

3 C’’E UNA GIOIA NEL CUORE NAPOLI‘E TORNATO CAMPIONE (XII)

“Ammescamm’‘e squadre!”

E’ altrettanto certo che se l’anno prossimo le cose con­tinuino così e non c’è al momento nessuna plausibile ragione perché debbano cambiare, al netto di struffoli e pastiere ed “altre” blandizie partenopee, a metà delle future partite del prossimo campionato mister Luciano (Spalletti), che finalmente avrà imparato a parlare la nostra bellissima lingua (mi offro volontario per insegnargliela, si capisce  a “gratisse”, e garantisco il risultato; è il minimo che posso fare per lui), si rivolgerà al suo omologo seduto sull’opposta panchina, iniziando da don Max (Allegri), e gli proporrà, scugnizzo guascone: “Ammescamm’‘e squadre?”

Evidentemente nel caso di consenso dell’omologo, mister Luciano (Spalletti) col suo famoso ghigno toscano lo smonterà così: “O bischero, stevo pazzianno, ca o si nnò ‘on Aurelio me spacca ‘o fronte c’‘a mazza, pecchè chillo va pazzo p’’e cerase!

postilla

5 giugno 2023

C’è una postilla eh si, faccio il verso alla buonanima di Luca nell’epico post-finale della messa in scena, in collaborazione col maestro Nicola Piovani (toscanaccio anche questo! Sarà un caso?), di “Padre Cicogna”, fortemente voluta dal dott. Pietro Grasso, Presidente del Senato Italiano nella XVII Legislatura, per commemorare il già senatore Eduardo, evidentemente buonanima anch’egli; quindi qui c’è una postilla.

Questo librettino si è scritto da sé, quasi da solo, tra aprile ed i primi di maggio del 2023.

Se non che il campionato di calcio è terminato ufficialmente solo il successivo 4 giugno.

E già dai primi giorni di questo mese di giugno, finalmente primaverile, ma non privo delle antiche “trubbeje” che istantaneamente si scatenavano (facendo cadere solo “ ’e cresommele” perché, notoriamente, “ ‘e cerase” erano già tutte cadute tra metà aprile ed inizio  maggio), le mie mani hanno ripreso, quasi da sole, a pigiare i tasti della tastiera e quindi ne è venuta fuori questa postilla.

Eccola.

I numeri definitivi del Napoli, di questo Napoli sono, a dir poco, epici; della serie Ettore, Achille, Ulisse ed Enea sono dei dilettanti! Non me ne vogliano Omero e Virgilio ma le cose stanno esattamente cosi!

Soprattutto nel girone d’andata in cui gli indelebili giocavano alla velocità della luce e bellissimi (giudizio unanime di tutti gli “ imparziali” commentatori tv; con buona pace dei sofisti); un po’ di meno nel girone di ritorno in cui i semidei hanno accusato l’umana stanchezza, mista ad un senso di appagamento, altrettanto umano.

Numeri in totale comunque epici!

Me lo posso permettere quindi gradasso e guascone, partenopeo insomma, inizio da quelli negativi.

Posto che il fine ultimo delle partite di calcio è segnare il goal ed al contempo non prenderne, il Napoli ha terminato solo sei partite senza segnare neppure un goal; orbene di queste sei partite:

= due le ha pareggiate 0 a 0, l’ultima delle quali in casa contro la famosa Giulietta nella 30^ giornata di campionato, quando comunque (forza dei roboanti numeri precedenti) è caduta la prima “cerasa”, quella dell’Atalanta;

= quattro le ha perse, la più ignominiosa di tutte comunque quella nella 28^ di campionato contro il Milan, sempre in casa, che per il dolore mi sto ancora leccando le ferite, evidentemente faccio per dire!

Ne ha poi terminate altre tre segnando è vero ma raggranellando solo uno “striminzito” pareggio, 1 a 1,  l’ultimo dei quali ad Udine nella 33^ di campionato, in quel famoso 4 maggio, quello dello scudetto conquistato aritmeticamente e con un mese di anticipo; suvvia il pareggio di Udine, indelebili e/o semidei, non si può definire striminzito!

Infine e termino coi negativi, ne ha ignominiosamente pareggiata un’altra a Bologna, 2 a 2.

Qui l’ignominia non è tanto per il risultato, che in verità mi ha procurato soverchio disappunto (fin quando ‘o niro è stato in campo vincevamo 2 a 0, poi . . . . ), quanto per ciò che è successo sugli spalti dove a fronte della SOLIDARIETÀ’ (per la recente locale alluvione, veramente disastrosa) manifestata dagli ultras napoletani che hanno esposto questi striscioni “AVANTI E.ROMAGNA” “NON MOLLARE”, i loro omologhi emiliani cantavano “Noi non siamo napoletani”.

Peccato per voi!

Ignominia più totale; tanto che nell’aldilà la buonanima di Lucio Dalla, ancora super tifoso del Bologna, che da vivo in caso di rinascita anelava ad essere napoletano, pare abbia esclamato, in perfetta lingua napoletana (quindi, va da sé, con vocali finali appena sussurrate): “SITE OVERAMENTE STRUNZE MA STRUNZE ASSAIJE” al che pare che don Ferdinando gli abbia sussurrato “Maestro, nun ve facite ‘o sanghe fracito, chille llà bascio ‘o sanno bbuono ca so’ strunze e nun v’hanna ddà cunto”.

Fine dei numeri negativi, adesso arriva, di nuovo, goduria e sollazzo.

Nelle rimanenti 28 partite il Napoli non solo ha sempre segnato, vincendo, assai spesso (in ben 8 partite) ha addirittura segnato a valanga (ovvero ha stravinto con più di tre goals di scarto), con questi numeri (si lo so sono noiosi ma nelle competizioni, quelle serie, sono gli unici che contano, evidentemente Rubentus a parte!).

Punti totali conquistati da questo Napoli: 90, il che sui complessivi 114 a disposizione significa che ne ha “persi” solo 24, pari a poco più del 20% del totale. Ah, se non ci fossero stati struffoli e pastiere!

Vero è che questo Napoli non ha battuto il famoso record dei punti, “91”, conquistati dal terzo Napoli di Sarri, che però non vinse lo scudetto, perché solo secondo alle spalle della Rubentus, dunque chi se ne frega.

Segnalo in ogni caso che secondo l’originaria (1700 circa), autentica  smorfia napulitana il significato del numero 90 non è la paura bensì il camposanto, dove, evidentemente, sono finite tutte le “rivali” di questo Napoli, letteralmente disintegrate dallo stesso Napoli.

Il distacco finale di questo Napoli sulle “rivali” è di:

= 16 punti sulla Lazio (2^), ferma a punti 74;

= 18 punti sull’Inter (3^), fermo a punti 72;

= 20 punti sul Milan (4^), fermo a punti 70;

= 26 punti sull’Atalanta (5^), ferma a punti 64;

= 27 punti sulla Roma (6^), ferma a punti 63;

= 28 punti sulla Rubentus (7^), ferma a punti 62, per questa, evidentemente, tenuto conto dei punti di penalizzazione per brogli sportivi (meno dieci) definitivamente inflittale dopo un valzer infinito di togli, metti e ritogli, che “il valzer del moscerino” è una barzelletta al riguardo.

Ma son “rivali” queste qua?

In ogni caso una cosa del genere non era mai successa, fatta salva forse solo la Rubentus  della competizione 2013/2014, quella del record dei 102 punti conquistati, in riferimento alla quale è lecito, più che lecito, domandarsi “fu vera gloria?”.

Quindi qui la domanda non è retorica come nella famosa ode manzoniana!

Dunque penso che, secondo i parametri del lecito e, soprattutto, del bello, è cosa che difficilmente si ripeterà!

La morale di questa favola è che il Napoli, questo Napoli, è stato stratosferico; tutte le sue rivali, anche quelle che occasionalmente l’hanno battuto, totalmente imbelli.

Ah, a proposito delle famose “rivali”, tutte, ma proprio tutte, tra andata e ritorno hanno perso col Napoli e taccio della Rubentus che le ha prese, sonoramente, sia all’andata che al ritorno!

Questo Napoli, migliore attacco del campionato, ha realizzato un totale di 77 goals, di cui: complessivi 55 ad opera dei titolari (gli unici dei quali a non aver segnato sono il portiere Meret e quell’autentico incontenibile scugnizzo di Mario Rui, sarà per l’anno prossimo!) e ben 20 (più di un quarto del totale!) ad opera delle cosiddette “riserve” (sette di loro, infatti hanno gonfiato la rete; chiamale, se vuoi “riserve”!) i numeri sono esatti perché in realtà ci sono stati anche 2 autogoals a vantaggio del Napoli, generati dal pressing asfissiante con cui questo ha generalmente strangolato le avversarie.

Questo Napoli, miglior difesa del campionato, ha subito solo 28 goals.

Conseguentemente la media goals a partita, sulle 38 disputate, per i:

= realizzati è 2,03;

= subiti è 0,74.

Con la media tutte le partite sarebbero state vinte. Ah, se non ci fossero stati struffoli e pastiere! Ma ci stanno e “che vuò ffà!” Pure questo è il bello di Napoli!

‘O niro, al secolo Victor Oshimen, è il capocannoniere assoluto del campionato con ben 26 goals realizzati, qui tenendo presente due “cosucce” non marginali: la prima che causa infortuni vari (“mannaccia ‘a miseria!”) per buona parte iniziale del campionato (da metà settembre a metà ottobre) non ha giocato, come ugualmente non ha giocato all’inizio di aprile, per un totale di ben sei partite non disputate; la seconda che durante la Champions, fin quando i famosi rumeni e polacchi non tesserati ci hanno consentito di disputarla, ha realizzato altri 5 goals. Quindi il totale di quelli “pesanti” sale a 31.

Tanto che prima dell’ultima partita ‘ o niro è stato designato miglior attaccante del campionato.

Il georgiano poi, quello che si fa la croce “‘a smerza” (ovvero da cristiano ortodosso, mano in fronte, quindi sul petto, poi prima sulla spalla destra ed infine su quella sinistra), al secolo Kvicha Kvaratskelia, da “illustre sconosciuto” ha realizzato ben 12 goals in campionato oltre ad altri 2 in Champions, di tal che, anche qui il totale di quelli “pesanti” sale a 14. Di più lo stesso ha prodotto una quantità industriale di assist, ne sa qualcosa ‘o niro.

Tanto che anche il georgiano prima dell’ultima partita è stato designato miglior giocatore del campionato.

Di tal che qui, già durante il campionato, è stato ribattezzato “Kvaradona”, cosa su cui totalmente ed aspramente dissento per l’igominia del paragone sia verso Diego che verso lo stesso Kvicha: in ogni caso stiamo parlando di semidei ma ognuno con le sue peculiarità!

Insomma quella bandiera con la croce rossa su sfondo bianco, che è il vessillo georgiano, è diventato un altro simbolo di Napoli, tanto che sto seriamente pensando di esporre anche questa sul mio balcone di fianco alla “famosa” bandiera duosiciliana.

Inoltre, a Napoli un po’ da per tutto già da Natale sulla parte bassa delle mura dei palazzi compare, ovviamente dipinto con  vernice celeste, un numero, il “77”, che non significa, come da autentica smorfia, “ ’e diavulille” bensì evoca il numero della maglia con cui il magico georgiano scende in campo.

Segnalo che negli ultimi tempi la densità di questi “77” è notevolmente cresciuta.

Nel frattempo è pure successo che, diavolerie della vita, mister Luciano (Spalletti) non sarà più l’allenatore del Napoli, per l’infinita gratitudine che gli porto è sempre valido l’invito al corso di napulitano, hai visto mai che un domani possa servire?

De Laurentis, invece, ne resta presidente, cu tutt’ ‘o core mi aspetto da lui l’estrazione di altri conigli dal suo più che magico cappello a cilindro, esattamente come storicamente ha sempre fatto, massime la scorsa estate.

Concludo la postilla (che, oggettivamente mi è venuta un po’ lunga ma pure quella di Luca, buonanima, lo fu): FORZA NAPOLI SEMPRE e, va da sé, DIEGO VIVE, LOTTA E FESTEGGIA INSIEME A NOI

E chest’è!

brigante Martummè

Submit a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.