7 SETTEMBRE 1860: L’INIZIO DELLA FINE
Il 7 settembre 1860 faceva il suo ingresso a Napoli il nizzardo. Prese alloggio a Palazzo Doria D’Angri, quello che separa Via Toledo da Via Monteoliveto. Quando arrivò a Napoli, un cannoncino sistemato sulle pendici del Vomero presso il forte di Castelsantelmo era puntato su di lui e pronto a sparargli addosso. Prendetevela con quel tenentino che fermò la mano del soldato borbonico poiché la truppa semplice in quella tragedia si comportò lealmente e moralmente con rettitudine e fedeltà al loro giuramento. La classe degli ufficiali così come l’aristocrazia e i “baroni” sfruttatori e ladri si accodò al ladro di cavalli per poi consegnarsi alla dinastia montanara sanguinaria e assassina di uno Staterello che all’epoca era paragonabile alla Corea del Nord o allo Yemen attuali! Ricordate: per le vostre sventure non incolpate mai qualcuno ma solo voi stessi. Anni dopo, Luigi Settembrini, rientrato a Napoli da esule antiborbonico, alla domanda dei suoi studenti sul degrado e il disordine dell’Università di Napoli rispose: “La colpa è di Ferdinando Secondo di Borbone. Prendetevela con lui se ha graziato gente come me che ha lottato per sostituirlo con i Savoia! Doveva impiccarci!”
Secondino Tranquilli