ALTA TERRA DI LAVORO RICORDA I MARTIRI DI PIETRARSA
I martiri di Pietrarsa (6 agosto 1863)
Il 6 agosto del 1863, alle tre del pomeriggio, alcune centinaia di operai che lavoravano nello stabilimento di Pietrarsa, vicino Napoli, si radunarono nel cortile lanciando parole di disapprovazione nei confronti del padrone che aveva manifestato l’intenzione di ridurre la già esigua paga giornaliera, portandola da 35 a 30 grana. Spaventato Iacopo Bozza, così si chiamava il proprietario della fabbrica, si precipitò a richiedere l’intervento dei bersaglieri di stanza a Portici. I militari, in breve tempo, giunsero davanti allo stabilimento e, superato il cancello, baionetta in canna, si lanciarono sugli operai menando fendenti e sparando ad altezza d’uomo. In quel caldo pomeriggio di agosto morirono 4 operai mentre altri 20 riportarono ferite più o meno gravi. Alcuni parlano di sette morti ma nei documenti di archivio sono annotati soltanto quattro nomi: Luigi Fabbricini, Aniello Marino, Domenico Del Grosso e Aniello Olivieri. Quest’ultimo aveva solo 14 anni. Sono questi i nomi dei primi “martiri” del lavoro in Italia. Se si pensa che la festa dei lavoratori (1° maggio) venne istituita negli Stati Uniti d’America nel 1886, per ricordare alcuni operai morti a Chicago sotto il fuoco della polizia mentre manifestavano per la tutela dei loro diritti, e quindi ventitrè anni dopo i tragici fatti Pietrarsa, si comprende ancora di più quanto grande e subdola sia stata l’operazione di “damnatio memoriae”. Un motivo di più per ricordare ogni anno, magari rivolgendo loro una preghiera, quei poveri martiri innocenti uccisi dal fuoco assassino dei bersaglieri e, ancora di più, dall’oblio persistente di una storia falsa e partigiana.
Fernando Riccardi
Intervista ad Erminio De Biase sul degrado della stazione della prima ferrovia della penisola Italica