” Viva ‘o re” fu il grido con cui i reggimenti napoletani del “felicissimo Regno delle due Sicilia” usavano andare all’assalto.
Questo grido risuonerà rauco e disperato nelle terre del Sud anche dopo l’annessione al Regno d’Italia. A gridarlo saranno bande di irregolari, per lo più ex soldati dell’esercito borbonico, che non intendono arrendersi.
Abbiamo incominciato il primo quaderno della terza serie delle Memorie per la storia de’ nostri tempi discorrendo della nascita del Regno d’Italia, ed incominceremo questo secondo favellando della morte del Conte di Cavour, l’uomo clie, dopo Napoleone III, più cooperasse alla rivoluzione italiana. L’ordine cronologico ci obbliga a passare cosi presto dalla culla alla tomba, avvegnachè pochi mesi dopo la nascita del famoso Regno, cessasse di vivere chi l’aveva messo al mondo. Del Conte di Cavour già abbiamo parlato nei precedenti volumi, massime nel primo, dipingendolo colle parole non sospette de’ suoi colleghi. Ci avverrà di doverne discorrere ancora più tardi. Qui recheremo la storia della sua morte come fu raccontata dalla nipote del famoso ministro. Poi raccoglieremo alcuni documenti sul defunto, quali vennero pubblicati nel 1862 da Domenico Berti, e nel 1863 da Nicomede Bianchi.
Cose di Sicilia e di Napoli. Leggiamo nel Corriere Mercantile: Le ultime notizie di Palermo sono in data del 25 corrente, e recate il 29 p. p. dall’Italia la quale trasportò pure a Genova diversi feriti del corpo di Garibaldi, e Nicotera co’ suoi compagni di prigionia sofferta nell’ergastolo di Favignana.
È incredibile, quasi assurdo, pensare che oggi Napoli, culla di alcuni tra i più grandi maestri del restauro, debba rivolgersi a Torino per il restauro di un simbolo della propria storia: il trono borbonico. Come se il destino volesse perpetuare l’umiliazione subita dai Borbone, quel trono, che un tempo rappresentava la sovranità di Napoli e del Regno delle Due Sicilie, sarà spedito a Venaria Reale, una delle regge sabaude.
Sabato 14 settembre, alle ore 17 e 30 presso l’Accademie Vitti ad Atina per iniziativa dell’Associazione Identitaria Alta Terra di Lavoro in collaborazione con l’artista Geri De Luca che espone le sue opere nella mostra dal titolo “La leggerezza del passaggio ed il peso della Luce”, si terrà un importante incontro letterario dove verrà presentato le “Memorie di Paul Thiebault” tradotto dal francese all’italiano da Raimondo Rotondi e con la prefazione del Prof. Massimo Viglione noto storico e studioso tradizionalista.
Si tratta di un libro, destinato a far discutere, dal titolo: “L’invasione francese del Regno di Napoli (1798-1799)” che contiene le Memorie di Paul Thiebault, un generale francese che fu protagonista di quelle vicende belliche e che per le sue gesta appare sull’Arco di trionfo a Parigi,
Nelle “Memorie” emerge il punto di vista di un “invasore” che mette in luce verità fino ad oggi negate sul ruolo dei Lazzari napoletani e sulle loro capacità di resistenza nei confronti dell’allora esercito più potente del mondo.
Fatti ed eventi vengono raccontati dal Thiebault, con lucidità e senza nulla cercare di nascondere o di banalizzazione, offrendo così un contributo nuovo e illuminante su quello che fu una breve ma sanguinosa pagina di Storia che ancora oggi viene spesso mistificata ma che, nella “cronaca” di un nemico, assume la sua reale dimensione di lotta di resistenza di un intero popolo e degli sviluppi che, dopo la riconquista, essa comportò.
Un incontro dunque da non perdere, per chi vuole addentrarsi nei meandri della Storia vera, quella che non viene ancora detta ma che vale la pena di affrontare, senza pregiudizio di parte per aprire un nuovo dibattito, sugli orrori del guerra e su certe dinamiche geopolitiche che a distanza di tanti anni, ancora oggi influenzano i popoli europei.
Dopo i saluti del Sindaco di Atina Pietro Francesco Maria Volante e l’accoglienza di Cesare Erario responsabile dell’Accademie Vitti, sarà presente Raimondo Rotondi, il traduttore, il ricercatoreLoreto Giovannone e Claudio Saltarelli. Oltre ad apprezzare le opere pittoriche esposte da Geri De Luca ci sarà il contributo aristico di Cinzia Zomparelli e Angelo Fusco.