Brigantesse, c’è chi ha detto che non erano molte e quelle poche femministe
FILOMENA PENNACCHIO
Nata a Caselvecchio di Puglia nel 1845, all’età di 18 anni dopo aver ammazzato il marito, si diede al brigantaggio unendosi, di volta in volta, con le bande di Caruso, Ninco-Nanco e Schiavone, dei quali fu anche l’amante. Fu arrestata il 29 novembre 1864 nei pressi di Melfi (PZ).
La Pennacchio, il cui vero nome era Filomena De Marco, aveva sposato, giovanissima, un impiegato di cancelleria del tribunale di Foggia. Per la gelosia del marito, perché era “bella, occhi scintillanti, chioma nera e cresputa, profilo greco” (secondo la descrizione lasciatane dal De Witt), ed i conseguenti maltrattamenti, stanca alla fine, conficcò nella gola del marito un lungo spillo d’argento e se ne liberò. Ma doveva liberarsi anche lei dall’arresto, e si nascose nel bosco di Lucera, dove incontrò il brigante Giuseppe Caruso, e ne divenne amante. Ma divenne anche un’intrepida combattente ed una sanguinaria brigantessa. Anche Crocco la insidiava, e ci fu un duello rusticano tra Caruso e Crocco. Poi ci fu l’incontro con Giuseppe Schiavone, che per lei abbandonò Rosa Giuliani
GIUSEPPINA VITALE
Giuseppina Vitale era unita a Sacchitiello (Agostino) fin da quando, da ex caporale borbonico, era diventato brigante e capo di una banda. La banda, composta da 160 briganti e sessanta cavalli, dominava il territorio dell’alta Irpinia e di parte della Basilicata. La Vitale seguì sempre Sacchitiello, anche nel conflitto con il 20° battaglione Bersaglieri alla masseria Monterosso fra Lacedonia e Carbonara, e nello scontro con gli Ussari di Piacenza dell’8 maggio 1863 presso Calitri. C’erano pure Maria Giovanna Tito, la donna di Crocco, il fratello di Sacchitiello, Vito e il luogotenente Giuseppe Gentile.
Maria Giovanna TITO
Maria Giovanna Tito costretta a seguire la banda [Crocco] si era data al brigantaggio ed era diventata l’amante di Crocco. Da allora lo seguì fedelmente e gli fece dimenticare la moglie Olimpia, che però si consolò unendosi a Luigi Chiavone. Poi la Tito fu abbandonata da Crocco, che si era invaghito della vivandiera della banda Sacchittiello. Pur unita a Sacchittiello, la Tito continuò ad operare alle dipendenze di Crocco, fino al 1864, quando fu arrestata su delazione di Filomena Pennacchio unitamente a Sacchettiello ed al suo luogotenente Francesco Gentile.
fonte
brigantaggio.net