Per fortuna anche in questi tempi nichilistici ragazzi che si avvicinano alla musica popolare e soprattutto all’organetto ce ne sono tanti che ci fa ben sperare per un futuro meno nero per il mondo occidentale. La tecnologia e la capacità di importanti artigiani ci regalano degli strumenti che sono autentici gioielli ed anche se non sono molto economici nessun appassionato ha problemi ad acquistarne uno ma in passato, soprattutto nel dopoguerra, non è stato sempre così e c’è lo spiega Saturnino che spesso abbiamo ospitato nei nostri canali insieme alla sua gentile e vulcanica Signora Irma narrandoci tempi che appartengono ad un mondo che non esiste più e che rimarrà nel passato. Per ascoltare la simpatica chiacchierata con Irma e Saturnino dove ci spiegano l’ infantile passione per l’organetto e come era importante il sonatore nell’agreste vita di una volta basta vedere di seguito
I. De quant’ nge ne vonn ‘ pe ‘ lu munn’ È Marietta mmeje cchieu berafatt ‘ ! Com ‘ alla Leune tene ‘ u veise tunn ‘ Schiareite a pare a pare de lu latt ‘ . Da l’uocchie veive scett ‘ li facidd ‘ , E de giacint’ addaure assè la vocch ‘ . So ‘ comm ‘ a seite feine li capidd ‘ , Li carn ‘ arrizzecchèscene a ci l’attocch’ . Ci schitt’ ‘ nfacce jedd’ mme trement’ . Lu cchieu feleisce so ‘ de chessa terr’ ; D’u paraveise ‘ n angele addevent ‘ Ci jint’ a chiss ‘ vrazz’ mme la ‘ nzerr ‘ . Eje mme fegeure d’ess’ ‘ nu regnant’ Quann’ mme sonn ‘ steise appriess ‘ a teje ; Lu Patetern è propre ‘ nu gniurant ‘ , Lu paraveise teu a non gudeje .
Nell’inverno del 2023 abbiamo avuto il piacere e l’onore di intervistare il musicista Paolo Zampogna che ci ha parlato di un antico carnevale della sua Monteroduni (vecchia porta di ingresso per le terre molisane e sede per secoli dei principi Pignatelli ma, altresì, grande tradizione musicale bandistica di portata planetaria) “La Mascarata” con un particolare ballo con musiche morescate e che i Borbone fecero suonare all’inaugurazione del Teatro San Carlo. Di seguito il docufilm di domenica 19 febbraio 2023, ultima di Carnevale, senza commenti e che vi invitiamo a vedere
Un progetto dedicato alla Tarantella, in occasione del Festival del ‘700 napoletano. Un’omaggio alla “Danza Simbolo” che unisce le regioni dell’Italia centromeridionale. L’iniziativa coinvolge cantanti, musicisti e danzatori della Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Puglia, Sicilia … dai luoghi dell’entroterra a quelli della costa.
Uno sguardo sul ballo popolare osservato da angolazioni diverse.
Un ritmo antico e, allo stesso tempo, aperto alla sperimentazione e all’innovazione. La Tarantella come espressione d’amore e di corteggiamento, di sfida e di ribellione, di veleno e di guarigione; infine, come percorso spirituale e liberatorio.
Con la partecipazione di
Maria Grazia Altieri, Ars Nova, Tania Aulicino, Antonio Nicola Bruno, Mimmo Cavallaro, Donato Capuano, Denise Di Maria, Carlo Faiello, Massimo Ferrara, Gruppo Coreutico Echi del Mediterraneo, Clelia Liguori, Pasquale Nocerino, Pastellesse Sound Group, Edo Puccini, Marcello Squillante, Maya Tedesco, Cinzia Villani, Cinzia Zomparelli.
Variante di Sessa (Terra di Lavoro ) : Tu malatella che ‘ mmalata stai , Pure la sacciu la toja malatia ! Chesta non è freve nè quartana ; Chesta e ‘ nu pocu de maninconia ; Tu malatella , se te vuoje sanare , Pigliate lu sciruppo alla matina , Se non te sani priesto de ‘ sta freve , Tu malatella lagnati de mene .