Alta Terra di Lavoro

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CIALDINI CONTRO IL BRIGANTAGGIO e I BARBARI DEL SUD

Posted by on Nov 26, 2020

CIALDINI CONTRO IL BRIGANTAGGIO e I BARBARI DEL SUD

Dalla Terra di Lavoro il brigantaggio si era già propagato in tutto il Mezzogiorno. A domarlo fu chiamato il generale Cialdini

che costituì un corpo di guardie nazionali mobili in ogni distretto, con l’intendimento di opporre Napoletani a Napoletani e così interessarne almeno una parte in favore del governo; ma l’espediente non fu troppo benefico.
La prima mossa strategica di Cialdini fu di occupare il Principato Ulteriore e la Capitanata, per mantenersi aperte le comunicazioni con le Puglie e l’Adriatico, tagliando in due la rete del brigantaggio e chiudendo alle bande del Mezzogiorno il rifugio dello Stato pontificio.
Vennero saccheggiati paesi, arse a dozzine le borgate senza pietà ne agli infermi, ne ai fanciulli, ne ai vecchi; si fucilò a caso per qualunque sospetto; non si vollero prigionieri, ma cadaveri.
Ci furono violenze inaudite da ambo le parti.
Ma Cialdini era consapevole che bisognava ubriacare l’opinione pubblica di sdegno contro i briganti, e perché ciò si avverasse abbisognava che i quotidiani piú importanti, a tiratura locale e nazionale, parlassero continuamente delle nefandezze e delle malvagità contadine.

Le popolazioni del Sud venivano dipinte come primitive, barbare, invasate di religione, analfabete; i partigiani regi venivano fatti passare per briganti che scannavano e decapitavano i soldati piemontesi. Eppure pochi anni prima quella persone appartenevano ad un Regno Florido uno dei primi d’europa, al quale nell’Esposizione Internazionale di Parigi del 1856 fu assegnato il Premio per il terzo Paese al mondo come sviluppo industriale (I in Italia);
Un regno dove vi fu:
Primo ponte sospeso in ferro in Italia (sul Fiume Garigliano);
Prima ferrovia e prima stazione in Italia (tratto Napoli-Portici);
Prima illuminazione a gas di città;
Primo telegrafo elettrico;
Prima rete di fari con sistema lenticolare;
La più grande industria metalmeccanica in Italia, quella di Pietrarsa;
L’arsenale di Napoli aveva il primo bacino di carenaggio in muratura in Italia;
Primo telegrafo sottomarino dell’Europa continentale.
Primo esperimento di Illuminazione Elettrica in Italia a Capodimonte;
Primo Sismografo Elettromagnetico nel mondo costruito da Luigi Palmieri;
Prima Locomotiva a Vapore costruita in Italia a Pietrarsa
Prima flotta mercantile in Italia (terza nel mondo);
Prima compagnia di navigazione del Mediterraneo;
Prima flotta italiana giunta in America e nel Pacifico;
Prima nave a vapore del Mediterraneo;
Prima istituzione del sistema pensionistico in Italia (con ritenute del 2% sugli stipendi);
Minor numero di tasse fra tutti gli Stati italiani.
La più grande Industria Navale d’Italia per numero di operai (Castellammare di Stabia, 2000 operai);
La più alta quotazione di rendita dei titoli di Stato (120 alla Borsa di Parigi);
Rendita dello Stato quotata alla Borsa di Parigi al 12%;
Minor tasso di sconto (5%);
Prima Nave da guerra a vapore d’Italia (pirofregata “Ercole”), varata a Castellammare;
Prima Nave da crociera in Europa (“Francesco I”);
Primo Piroscafo nel Mediterraneo per l’America (il “Sicilia”, 26 giorni impiegati);
Prima nave ad elica (“Monarca”) in Italia varata a Castellammare;
Prima città d’Italia per numero di Tipografie (113 solo a Napoli);
Primo Stato Italiano in Europa, per produzione di Guanti (700.000 dozzine di paia ogni anno);
Primo Premio Internazionale per la Produzione di Pasta (Mostra Industriale di Parigi);
Primo Premio Internazionale per la Lavorazione di Coralli (Mostra Industriale di Parigi);

Ora erano barbari ed incivili quindi in nome della civilta’ potevano essere decapitati o incarcerati. Non mancarono i casi in cui le truppe piemontesi
utlizzarono come monito e rappresaglia nei confronti delle comunità insorte l’esposizione dei cadaveri orrendamente mutilati di persone fatte prigioniere.
I militari solitamente così avari di immagini, rivelano un’improvvisa prodigalità fotografica durante la repressione ,Ufficiali e soldati collaborano a mettere in posa i fucilati davanti all’obiettivo

In altre parole Cialdini con poteri eccezionali, comandò una dura repressione messa in atto attraverso un sistematico ricorso ad arresti in massa, esecuzioni sommarie, distruzione di casolari e masserie, vaste azioni contro interi centri abitati: fucilazioni sommarie e incendi di villaggi ,
restano famigerati il cannoneggiamento di Mola di Gaeta del 17 febbraio 1861 (dopo l’unità italiana, dall’aggregazione del borgo con altri Comuni limitrofi nasce Formia), nonché gli eccidi di Casalduni e Pontelandolfo nell’agosto 1861.A Gaeta, Cialdini sperimentò la prima guerra batteriologica moderna, infettando l’acquedotto di Monte Conca con carcasse di animali morti e provocando quella tremenda epidemia di tifo petecchiale .La medesima tattica fu adottata durante la rivolta siciliana del 1866, per costringere alla resa quella Palermo che aveva osato ribellarsi alla nuova Italia.

Gli strumenti a disposizione della repressione venivano, nel frattempo, incrementati, con la moltiplicazione delle taglie e l’istituto delle deportazioni: questa era la forma reale del domicilio coatto.
Nell’agosto 1863 venne emanata la “famigerata” legge Pica. Tale legge, contraria a molte disposizioni costituzionali, colpiva non solo i presunti briganti, ma affidava ai tribunali militari anche i loro parenti e congiunti o semplici sospetti.

L’opera comincio’ ad avere i suoi frutti.Il Cialdini aveva raggiunto l’obiettivo strategico principale: cancellare le premesse per una possibile sollevazione generale e militarmente coordinata dei guerriglieri delle province meridionali.
L’azione collettiva , con i metodi adottati dai piemontesi , si affievoliva e degenerò così, sempre più spesso, in mero banditismo.
Continuava l’azione di poche e isolate bande d’irriducibili ma, vista l’impossibilità di ottenere risultati politici e per non logorarsi in un’eterna guerra civile, la spinta insurrezionale volgeva gradualmente al termine.Nel 1869 furono catturati i guerriglieri delle ultime grandi bande con cavalleria e a gennaio 1870 il governo italiano soppresse le zone militari nelle province meridionali, sancendo così la fine ufficiale del brigantaggio

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