COSIMO GIORDANO CAP. VI
Da una comunicazione dell’Ufficio di Pubblica Sicurezza di Cerreto Sannita, inoltrata nell’anno 1880 all’On.le Salvatore Pacelli, si apprende che Cosimo Giordano all’età di 41 anni presentava le seguenti caratteristiche fisiche: la statura era di m. 1,70 e piuttosto robusta, il viso oblungo e naso filato. Il viso era di colorito bruno e la fronte regolare ornata di capelli, ciglia e occhi neri.
Portava la barba piccola e i baffi neri. Segni particolari: una cicatrice sotto l’occhio sinistro e mancante della prima falange del dito mignolo alla mano sinistra. Vestiva di panno nero con cappello a larghe falde, calzando costantemente stivaloni. Non mancano nella stessa comunicazione le caratteristiche del celebre luogotenente del Giordano, Libero Albanese, caratteristiche che non sono però così dettagliate come quelle del famigerato capobanda. Albanese è descritto: alto, snello, barba nera, di circa 27 anni, vestito di panno militare ed armato di fucile ad una canna; proveniente da guardia Regia (42). Il dirigente dell’Ufficio di P.S. comunicò anche all’On. Salvatore Pacelli che Cosimo Giordano aveva parecchi manutengoli, di cui non gli era possibile fornire i connotati, perchè i sospetti cadevano su molte persone. Alcune di esse, però, furono scoperte subito dopo il ricatto La Penna di Morcone; si tratta di Vincenzo Colella, patrigno del Giordano e Raffaele Giordano (nipote) i quali, ovviamente, furono denunciati. Dal mandato di cattura, portato in Cerreto nel 1860 dal 1° Tenente Felice Stocchetti, della Legione del Matese, risulta inoltre che Cosimo Giordano era anch’egli un ex caporale di Guardia Regia e, quindi, un disertore. Per una valutazione di ordine morale della personalità di Cosimo Giordano ci sembra utile, ora trascrivere integralmente una lettera iedita del brigante ad un nipote, inoltrata dal carcere di Benevento il 19.9.1882.
“Carissimo nipote mi affretto a rispondere alla tua lettera là quale mi a fatto molto dispiacere nel sendire la tua malattia e ti trovi ancora senza danaro ma quello a me da pena assai al mio cuore perchè neppure io ma ti prego di farti coraggio di guarirti l’antica malattia e in quando a me nogi penzà perchè avete sofferto abbastanza dopo i 22 anni che per me vi trovate senza padre e ancora deve soffrire questa è la nostra buona ventura che siamo fatta la nostra conoscenza nelle carcere ma ti dico da quello giorno che ti vido quando ci penzo bisogna piangere per forza ma io non posso fare altro che pregare Iddio che ci dasse la salute a tutti di famiglia più ti dico che io cio figli ma non ne fa tanta pena come voaltri perchè quegli stanno bene dove sono più ti dico che quando scrivi a tua casa mi saluti a tua madre e tuo fratello e un caro abbraccio da mia parte e che non pensate a me, perchè avete sufferti abbastanza non resto più darti ti saluto e ti abbraccio di vero cuore io sto bene di salute e così spero di sentire di te mi signo il vostro affezionatissimo zio Cosimo Giordano. Ai 19 settembre 1882 ancora mi fai piacere sapere a mia patrigno chemi deve scusarmi di quello giorno che mi vido che non li conoscevo più da dopo 20 anni che non l’avevo più veduto per quello che non ci parlo sarebbe Vincenzo Colella me lo saluti da mia parte e che sto bene e così spero di sentire di lui”.
Cosimo Giordano – Visto del Procuratore del Re (43).
Da questa lettera scaturiscono sufficienti elementi di giudizio per ritenere che il brigante Giordano non era certamente dotato di quella ferocia e quel cinismo, che, invece, caratterizzarono l’indole ed il comportamento di alcuni suoi collaboratori come il “Pilucchiello” e l’Albanese. In realtà alcuni dei delitti, di cui si macchiò il Giordano, sono da ritenersi senz’altro dì particolare efferatezza, ma sicuramente egli venne sempre condizionato dalla particolare ferocia di Albanese e Pilucchiello. D’altra parte egli era il Capo in senso assoluto e, quindi, in ogni atteggiamento non poteva essere secondo ad alcuno.
di: G. SPADA
(42) – Carteggio privato di Salvatore Biondi.
(43) – Dal carteggio privato di Salvatore Biondi.
fonte
http://www.brigantaggio.net/Brigantaggio/Storia/Local/Cerreto/Capitolo_06.htm