Dante non fu cataro

Dante non fu cataro, bensì perfettamente, profondamente cattolico. A dimostrarlo, sono i testi. Vediamo come: enunciamo, in sintesi, i princìpi catari, facendovi seguire la contrapposta dottrina del Poeta. Il confronto chiarisce l’argomento più e meglio di qualsiasi altra considerazione.
Catari: Professano una dottrina dualistica, analoga al manicheismo, affermando un contrasto tra mondo materiale e mondo spirituale.
Dante: Crede le due realtà come complementari, create da Dio (Paradiso XXXIII, 88/93)
Catari: Credono a due princìpi contrapposti e coeterni, il Bene e il Male.
Dante: È monoteista, cattolico, credente in Dio uno e trino (Paradiso XXIV, 139/141), sommo Bene, pienezza dell’essere; nega eternità al male in quanto manifestazione ed opera di Satana, angelo creato ma decaduto (Inferno XXXIV, 34/36).
Catari: Considerano l’universo come opera del Male (demiurgo)
Dante: Crede il Creato essere opera di Dio infinitamente buono (Paradiso XXIX, 22/24).
Catari: Considerano il corpo umano come negatività del Male.
Dante: Considera il corpo umano, pur corrotto dal peccato, quale «tempio dello Spirito Santo», destinato alla gloria della resurrezione (Purgatorio X, 124/126 – Paradiso XIV, 43/51 – 52/54 – 58/60).
Catari: Nutrono disprezzo per la donna, la ritengono elemento malefico (miratamente la donna incinta), creatura corrotta e intoccabile e avversano il matrimonio.
Dante: Esalta la donna quale altissima nobiltà della natura umana (Paradiso XXXIII, 4/6), creatura ‘angelicata’ e guida alla salvezza (Paradiso XXX, 79/90); considera la maternità come culmine dell’amore nella sequela dell’ordine divino (Genesi 1, 28) e ne dà esempio sposandosi e generando tre figli.
Catari: Rifuggono l’amore e lo condannano.
Dante: Pone l’origine dell’amore perfetto in Dio (Paradiso VIII, IX) e lo esalta nella cifra dello ‘Stil novo’.
Catari: Non riconoscono le autorità terrene (Papa, imperatore, re) e le istituzioni umane.
Dante: Riconosce, nell’ordine della gerarchia-teoria dei «due soli», i poteri spirituale-temporale (Monarchia, III; Inf. XIX, 100/102; Purgatorio XVI, 97/99).
Catari: Predicano una società socialista egualitaria con in comune beni, donne e bambini.
Dante: Tipico intellettuale e cittadino “comunale”, crede nella proprietà privata di beni la cui gestione si estrinseca anche nell’opera di carità (Paradiso XI, San Francesco) e condanna il furto quale peccato di appropriazione indebita di beni altrui (Inferno XXIV, XXV), nonché la dissipazione come peccato contro sé stessi e le cose (Inferno XIII, 109/151; Purgatorio IV, 19/21).
Catari: Rifiutano la dottrina del libero arbitrio.
Dante: Sulla scorta della Scrittura (Genesi 3,22), di Aristotele, di San Tommaso Aquinate e della Dottrina della Chiesa, afferma l’esistenza nell’uomo del libero arbitrio come facoltà di scelta tra il bene e il male (Purgatorio XVI, 67/84; Paradiso V, 19/24)
Catari: Idealizzano ed impongono il suicidio (endura) come strumento di salvezza.
Dante: Condanna il suicidio quale violenza contro sé stessi e contro l’umanità (Inferno XIII, in particolare vv. 70/72).
Catari: Credono nel ciclo delle esistenze (reincarnazione).
Dante: Afferma l’unicità personale di vita con l’immissione, dopo la morte, nell’irreversibilità dell’eterno premio o dell’eterno castigo (Inferno III, 85/87; Purgatorio I, 88/90; Purgatorio XXVII, 58; Paradiso XX, 106/108).
Catari: Distinguono livelli e classi di dignità: perfetti (pneumatici), credenti (psichici), perduti (ilici).
Dante: Crede nell’uguaglianza morale e spirituale di tutti gli uomini davanti a Dio, perché tutti chiamati alla salvezza (Purgatorio X, 124/126 – Paradiso XVIII, 129).
Catari: Sono eretici, scismatici con deriva gnostica, ribelli alla Chiesa Cattolica, nutrono odio per la Croce, praticano l’omicidio e la rapina ai danni dei cristiani.
Dante: È cattolico ortodosso (Paradiso XXIV, 85/87), obbediente alla Chiesa (Paradiso XXV,52/54), condanna gli eretici (Inferno X : Farinata e Cavalcante Cavalcanti, noti catari), gli scismatici (Inferno XXVIII, 55/57), esalta le figure di San Bernardo, San Domenico (Paradiso XII, 100/102) e Folco da Marsiglia che combatterono l’eresia catara e approva le opere di carità (Purgatorio XX, 31/33; Par. VI, 127/142).
Catari: Non riconoscono Gesù e il mistero della sua Morte.
Dante: Crede in Cristo Figlio di Dio e nell’opera di salvezza compiuta con la crocifissione (Paradiso VII, 97/105; Paradiso XIV, 100/108; Paradiso XXVI, 58/60).
Catari: Criticano la struttura gerarchica della Chiesa cattolica, pur possedendone una propria.
Dante: Riconosce nell’ordine gerarchico della Chiesa la volontà di Dio (Paradiso I, 109/120; Paradiso V, 76/78).
Catari: Considerano ogni forma di dissolutezza, vissuta prima dell’iniziazione, come non peccaminosa.
Dante: Condanna la lussuria (Inferno V, 37/39), l’ingordigia (Inferno VI, 52/54), la sodomia (Inferno XV; Purgatorio XXVI, 76/81) come peccati gravi contro la legge naturale e divina.
Dante: Praticano la dissimulazione come forma di condotta da tenere quando conviene.
Catari – Critica e condanna quanti si nascondono nella neutralità, facendone uno stile di vita (Inferno III, 34/42; Purgatorio XXII, 88/93).
di Luciano Pranzetti – Radici Cristiane
questo e l’aspetto bello dei catari ma l’altro lo si ricorda poco!!!
Il problema non è se Dante fosse cataro o no. Quello che importa è che Dante era, al pari dei catari, duramente contrario alla cupidigia del potere e dei beni materiali da parte degli alti prelati e dei ministri della Chiesa,in ogni tempo e paese.