Argentino D’Arpino, uomo vero, napolitano e borbonico vero al cui cospetto dobbiamo tutti inchinarci, è tornato alla casa del Padre percorrendo i campi elisi partendo dalla sua Sora. Quanti “fintaiuoli” ci sono nel fantomatico mondo borbonico e quanti, a parole, affermano di servire la causa mentre invece se ne servono, cosa che non ha mai riguardato Argentino che ha speso una vita per perorare la causa napolitana con tanta passione ed energia cominciando tanti anni fa quando quasi nessuno conosceva la storia del Regno delle Due Sicilie. Argentino ha sempre concepito l’identitarietà non come una passione ma come una vera missione che lo ha portato a compiere una vera e propria impresa, quella di percorrere metro-metro il confine tra lo stato Papalino e quello Regnicolo partendo Terracina per terminare a Civitella del Tronto che è durato anni fino ad arrivare alla pubblicazione del testo “Testimoni di Pietra”. Presente quando abbiamo commemorato, in forma solenne, l’eccidio di Isola Liri del 1799, presente come ospite d’onore in molti nostri convegni e lo ricordo con grande affetto quando nella sua Sora abbiamo messo in scena lo spettacolo“Voci, Suoni e Canti dei Briganti in Terra di Lavoro”. Qualche anno fa fu abbattuto il cippo di confine ubicato sulla casilina tra Arce e Ceprano e dopo aver sollecitato il comune di Arce a rimetterlo a posto senza avere nessuna risposta, chiamo Argentino per chiedere come fare e dopo poche ore mi richiama dicendomi che di li a poco tutto sarebbe tornato a posto grazie al Sindaco di Ceprano. Un uomo di Pietra che la prima cosa che farà quando sarà davanti a Pietro, ne sono certo, è quello di chiedergli dove sono le Pietre con la bandiera del Regno scolpite perchè vuole sedersi li. Grazie per tutto Argentino e noi autenticamente napolitani cercheremo con tutte le nostre forze di innaffiare, concimare e far crescere il seme che hai sotterrato per far nascere l’albero pieno di Gigli.
La controstoria veneta di Bozzini: ripubblicato «L’arciprete e il cavaliere». Cislino, esponente del «dissenso» cristiano, accusa:; l’ammistrazione italiana colpì le fasce più deboli…. Parliamo di Federico Bozzini, una singolare figura di storico non accademico, scomparso nel 1985, di cui la casa editrice Santi Quaranta ha oggi ripubblicato L’arciprete e il cavaliere. Il Veneto nel Risorgimento (233 pp., 13 euro), volume dagli intessanti spunti storico-letterari.
Bozzini nasce a Verona nel 1943, frequenta scuole cattoliche e, muovendosi tra le fila della Cisl, alla fine degli anni Sessanta si avvicina all’area del cosiddetto «dissenso cattolico». Nel 1979 lo troviamo tra i fondatori di «Ombre bianche », rivista dell’operaismo cattolico regionale, autofinanziata da autori e lettori, nel cui primo numero firma l’articolo «Veneto è bello ». Qui si legge: «Se io sono veneto, di origine cattolica e della Cisl risulterei ridicolo se tentassi di entrare in crisi recitando il copione del piemontese laico e della Cgil. Per quel tanto che le definizioni hanno contato nella mia esperienza individuale, è su di loro che devo far opera di riflessione e revisione. E per questo trovo utile prendere in considerazione quella qualifica fastidiosa, che è il mio essere veneto».
In Campania la Tammurriata si balla in onore della Madonna. Tra riti e tradizioni il prossimo appuntamento sarà il 15 agosto al Santuario di Materdomini (Salerno)
In questi giorni si ricorda la caduta di Gaeta e la conseguente scomparsa dell’antico e glorioso Regno nato come Sicilia divenuto poi di Napoli e chiusosi come Regno delle Due Sicilie ma ci dimentichiamo che il Regno nasce, ufficialmente legittimato da Papa Innocenzo II a maggio del 1139, dopo la battaglia di San Germano tra il suddetto Papa e Ruggero II il Normano e la conseguente pace di Galluccio.
In quei tumultuosi giorni Papa Innocenzo II, dopo la sconfitta, si rifugio per qualche tempo a Santa Maria Valogno, un casale del Ducato di Sessa, e sorpreso dell’accoglienza e dall’umanita della comunita che l’aveva ospitato prima di andare via diede facolta alla chiesa della Madonna del Mirteto di officiare ogni anno l’Indulgenza Plenaria.
Saranno coincidenze o come penso per volonta divina il Regno nasce con Indulgenza Plenaria il 16 febbraio e finisce il 13 febbraio in un piccolo quadrato di pochi km quadrati in alta terra di lavoro tra Gaeta, Sessa, Montecassino e Mignano.
Venerdi 16 febbraio al Santuario della Madonna del Mirteto di Santa Maria Valogno ci sara una giornata di preghiera per la ricorrenza dell’Indulgenza Plenaria con la celebrazione di messe dal rito antico in Latino di seguito il programma ufficiale.
Nel 1855 quando, regnando Vittorio Emanuele II, venne approvata la legge Rattazzi che comportò la soppressione degli ordini religiosi, Don Bosco fece due profezie su Casa Savoia