Un itinerario di oltre 300 chilometri che parte da Norcia, ai piedi dei Monti Sibillini, attraversa l’alta valle dell’Aniene fino a Subiaco, per poi scendere nella valle del Liri fino a Cassino: un cammino che unisce i luoghi più significativi della vita di san Benedetto da Norcia.
Uno straordinario viaggio di 300 chilometri che collega Norcia, terra natale di San Benedetto, a Montecassino, dove il santo fondò la celebre abbazia. Attraversa l’Umbria e il Lazio, esplorando i luoghi simbolo della spiritualità benedettina e toccando i paesaggi mozzafiato dell’Appennino centrale.
SCHEDA TECNICA
Lunghezza: 307 km
Tappe: 16
Dislivello medio: 470 m
Partenza: Norcia
Arrivo: Montecassino
Ideale per chi cerca un’esperienza di fede, cultura e natura, il Cammino di San Benedetto è percorribile sia a piedi che in bicicletta, in un’unica avventura o suddiviso in più tappe. Ogni passo è un invito a scoprire la bellezza spirituale e paesaggistica dell’Italia centrale, in un viaggio che celebra la semplicità, la riflessione e il contatto con la natura.
Fondatore di numerosi monasteri, Benedetto da Norcia plasmò il monachesimo e la cultura europea dopo il crollo dell’Impero romano d’Occidente. L’importanza della sua Regola, la vita scritta da san Gregorio, Dante e de Wohl: letture per conoscere il patrono d’Europa.
E’ stato canonizzato da Leone XIV, ma prima di diventare ardente apostolo del Rosario aveva voltato le spalle alla fede. Una straordinaria vicenda ripercorsa dal rettore del santuario di Pompei intervistato su La Bussola Mensile di ottobre, di cui pubblichiamo alcuni estratti.
C’è una forma di ammirazione che si prova per il cavaliere che non si prova per altre forme di pienezza che l’uomo può raggiungere: pienezza di saggezza e scienza, pienezza di senso diplomatico o tatto politico, pienezza di gusto artistico o oratoria, ecc. Nessuna di queste pienezze sembra avere alcun valore se le confrontiamo con la cavalleria.
Negli anni immediatamente successivi alla costituzione dello Stato unitario italiano una parte di enorme rilievo del suo patrimonio artistico fu investita dal decisivo evento della soppressione delle corporazioni religiose. Per valore, storia, committenza e diffusione sul territorio, infatti, il loro patrimonio rappresenta parte rilevante della ricchezza artistica dell’intero territorio nazionale. Si trattò di un momento cruciale per la storia della gestione del patrimonio culturale che impegnò in modo incisivo le nuove strutture dello Stato ad essa preposte in un’articolata attività di conoscenza e tutela.
Il patrimonio artistico delle corporazioni religiose, che è parte rilevante dell’intero patrimonio artistico italiano, è stato sottoposto, nel corso dei secoli, a fenomeni di dispersione e di distruzione provocati da interventi di eliminazione, coercizione o limitazione di tali corporazioni. I fenomeni di questa specie sono risalenti: la loro origine è individuabile già nei primi secoli di vita della Chiesa.