Del Banco di Napoli da “La Nazione di Firenze” 1869
Nicola Zitara ha impiegato i suoi ultimi anni, nonostante la
malattia lo avesse assediato, a sollevare “la coltre di bugie” che
ricopre la storia di questo paese. E non lo ha fatto sul terreno della
facile propaganda contro la conquista regia – tesi cara a tanti
meridionalisti piagnoni – ma si è cimentato con la ricerca dei
risvolti economici della unificazione forzata del paese.
Ha dedicato diverse pagine della sua ultima fatica (la cui
pubblicazione presso la Jaca Book col titolo L’INVENZIONE DEL
MEZZOGIORNO – una storia finanziaria, è prevista per il febbraio
2011) all’asservimento, da parte delle elites sabaude, del Banco di
Napoli agli interessi della Banca Nazionale.
Non sappiamo se abbia mai letto questa lettera ma siamo certi
che da lassù ne sarà contento.
Siamo nel 1869, il corso forzoso ha assestato un duro colpo al
Banco di Napoli, il brigantaggio è stato sconfitto sul piano militare e
politico col ricatto della unità della patria. Le polemiche sul
trattamento riservato alle Provincie Napolitane serpeggiano ancora
e “L’astronomo Di Sant’Elmo” decide di far sentire la sua voce.
Tocca, nella sua lettera, alcuni temi che finiranno nel
dimenticatoio oppure verranno snobbati come la solita
inconcludente lamentela sudica.
Fino a che Nicola Zitara, dati alla mano, non dimostrerà che
quell’asservimento del Banco ci fu, e fu preordinato, e a nulla
valsero i tentativi di pochi eroici difensori che cercarono di
salvaguardarne prestigio ed autonomia.
Senza una propria banca, forte ed autonoma, l’ex-regno fu
condannato al sottosviluppo.
Zenone di Elea – 14 Ottobre 2010
fonte eleaml.org
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