FESTA POPOLARE DELLA TAMMORRA, IL DUCATO DI SESSA SI RIPRENDE LO SCETTRO
Sessa Aurunca ha dato molto all’Italia, tutta se stessa compresa la sua storia millenaria, ricevendo in cambio poco e niente. Cosa diversa quando si parla del Ducato di Sessa che ha dato molto al Regno di Napoli ma ha ricevuto anche molto, basta andare in giro per le sue strade e respiri l’aria di Napoli, le pietre parlano napoletano, le tradizioni sono napoletane, i costumi pure compresi i difetti.
Napoli e Sessa vanno a braccetto dai tempi della Magna Grecia, ambedue durante l’Impero Romano diventano punto di riferimento di “Roma” fino ad arrivare al nascita del Regno di Sicilia prima e Napoli poi.
Il Ducato di Sessa, per un breve periodo è stato anche “Arciducato”, diventa un punto di riferimento importante dell’Impero delle Spagne mentre Napoli diventa la città più grande al mondo e punto di riferimento, come oggi è New York. In tutte le fasi storiche del “Regno di Napoli” Sessa ha dato i natali a personaggi che hanno contribuito non poco a formare la civiltà del Mediterraneo e del mondo Occidentale ma questo fino al 1860.
In quel periodo una esigua minoranza, stessa sorte capitò al resto del Regno, decise che bisognava cancellare un passato per diventare Italia e tagliare il cordone ombelicare con Napoli Capitale. Napoli divenne capoluogo di provincia e Sessa divenne Sessa Aurunca rinunciando così ad essere quel laboratorio culturale e di civiltà che il mondo ammirava e utilizzava.
Il legame con Napoli lo vedi nella religiosità infatti una volta si diceva che Sessa aveva 30 chiese come risposta alle 300 di Napoli, per non parlare della Settimana Santa famosa in tutto il mondo che è di origine Regnicola ed è l’unica cosa che oggi Sessa vuole mostrare, pensate se si volesse sfruttare allo stesso modo il Ponte Sospeso sul Garigliano come archeologia industriale.
Facendo un passo indietro come non citare il periodo storico dei “Marzano” famiglia potente ed illuminata ma molti hanno dimenticato che il “Duca di Sessa” creato da Ferdinando il Cattolico Re d’Aragona dal Gran Capitano in poi, pubblicherò in seguito le gesta di questo straordinario condottiero, nell’Impero delle Spagne è una figura tra le più prestigiose nel panorama Nobiliare Cattolico e Napoletano.
Un altro grande legame tra Sessa e Napoli è certamente la Musica infatti se Napoli è ancora oggi la “Capitale della Musica” Sessa continua ad essere una sua costola e lo noti quando ascolti un Musicista o un Cantante che viene da Sessa, ha una facilità d’esecuzione e talento innato. Mi astengo dal parlare del Miserere della Settimana Santa ormai prossima al riconoscimento Unesco perché non ne sarei degno.
Per fortuna grazie al coraggio di Teodoro Delfino detto il “Duca” e Carmine Paolucci il 20 di Agosto a Sessa si terrà la prima edizione della “Festa Popolare della Tammorra” un ambizioso progetto musicale identitario dove suoneranno vari gruppi di musica popolare con il gigante Carlo Faiello che chiuderà la rassegna e con la partecipazione di Francesco Di Vicino.
La camorra culturale che dal 1860 ha cercato, non riuscendovi, di distruggere la nostra civiltà in campo artistico e culturale è riuscita comunque a ridimensionare e/o cambiare molte delle nostre tradizioni come la festa di Piedigrotta a Napoli che per secoli era l’unico posto al mondo dove la musica dei Lazzari, dei Cafoni, delle Masse, della Plebe, diventava un Festival, uso volutamente un neologismo, e dove per alcuni giorni sua maestà il San Carlo diventava un suddito della musica popolare.
Oggi grazie a questo nuovo spirito Sessano rappresentato da Teo e Carmine che “sono” e non sanno di “essere” solo perché gli hanno nascosto le loro nobili origini si può riproporre qualcosa di veramente importante per Sessa stessa e per tutta l’Alta Terra di Lavoro, un Festival della “Musica del Sole” se il maestro Enzo Amato autorizza ad utilizzare il titolo del suo libro, o del “Regno”, fatemi passare la presunzione di aver scritto quello che mi è venuto in mente e sono certo che gli amici mi perdoneranno, che possa andare oltre le varie notti della Taranta ecc. ecc. che si tengono in giro per l’Italia Peninsulare, già Regno di Napoli, dove si suonerebbe di tutto Tarantelle, Tammurriate, Ballarelle, Pizziche, Tarante, Saltarelli.
Il centro di Sessa è un Teatro naturale per la Musica unico per un evento del genere ma ci vuole una forte volontà politica e di una classe dirigente che possa sostenere questi ragazzi che vogliono riprendersi lo scettro di città Ducale almeno nella Musica Identitaria.
Noi nel nostro piccolo possiamo solo accorrere in massa il 20 di agosto e partecipare con il corpo e con la mente a questo grosso evento.
Le seguenti associazioni collaborano con gli organizzatori:
Associazione Terra Mia
Uci di Sessa Aurunca
Ansas Ass. Nazionale di attività solidale
Gruppo Folk Ariella
Associazione Folk di Etnia Popolare
Patrocinio Morale del Comune di Sessa Aurunca
Di seguito manifesto della mappa del percorso enogastronomico identitario che accompagnerà l’evento.
Claudio Saltarelli