Francesco non lo sa!
No, certo, Francesco non poteva prevedere che il suo gesto sarebbe stato visto da tanti e nemmeno che avrebbe generato tanto disprezzo: “Sii ‘na merda d’uomo”- gli gridano alle spalle, ma lui non capisce il perché. Francesco è abituato a fare così con la gente, gli altri questo hanno sempre voluto da lui, quando gli elemosinavano qualcosa in più per i suoi calzini o gli facevano qualche regalo per la befana o la scuola dei suoi figli. Dicevano:”E’ ‘nu bravo guaglione. Dimostra riconoscenza”.
Francesco ha imparato da piccirillo che così doveva fare per vivere. Il mondo è fatto di padroni e di servi e lui ha sempre saputo da quale parte la sorte gli aveva riservato un posto.
“Bacia la mano e chiagni miseria – gli consigliò sua madre – ‘N’atu modo pé campà nun ce sta!”
Di padroni Francesco ne aveva visti molti: signore “bene” del Vomero che non volevano mai i suoi calzini, preferendo mettergli in mano uno o due euro, gli dicevano un po’ infastidite, allontanandosi con fretta: “No, no piglia questi”; oppure ragazzi che all’uscita del liceo sembravano non vederlo quasi fosse trasparente, tranne quando, in piccoli gruppi, ridacchiando, lo guardavano furtivamente, mai in volto; o ancora quel “capo”, don….., che gli consentiva di vendere calzini senza essere “disturbato”.
Questi erano i padroni che incontrava, con grande suo rammarico:”Verrà un giorno che troverò il padrone più potente, quello che se ci sai parlare può, può davvero”-pensava tra sé.
Questa era la fede nella vita che Francesco conosceva, questo era il suo modo di sperare.
E la vita lo premiò: avrebbe incontrato il gran principe dei padroni, l’uomo di ferro, anzi di ghiaccio, che non indietreggia, venuto da un posto dove tutto è superiore, soprattutto gli uomini, a “quello che c’è qui”.
Nel piccolo vicolo la folla in attesa è troppa, tutti vogliono onorare il principe dei padroni.
“Eccolo”- grida una donna e giù spintoni a non finire.
A Francesco viene il panico, mai riuscirà a farsi notare in quella ressa, deve fare qualcosa.
Ecco il padrone passa e Francesco, repentinamente, gli prende la mano e la bacia, quella mano che può salvarlo, che può consentirgli di non baciare altre mani.
Il padrone, però, non si sorprende, né si sofferma per una domanda, continua il suo percorso, senza quasi guardarlo. Che assurdità! Se dovesse aiutare proprio quelli che gli consentono di essere il principe dei padroni, finirebbe il suo potere. In verità, per un attimo, pensò ad uno spot del tipo: “Il principe dei padroni nella sua grande magnanimità, ha salvato un poveraccio”, ma poi non gli sembrava nemmeno così tanto poveraccio, meglio lasciar perdere.
Il grande fratello però, con suo occhio invadente già aveva ripreso tutta la scena del baciamano, facendola conoscere in ogni casa: “Servo sottomesso”, gridano dai balconi. Francesco non guarda e non capisce: “Sembrava un buon padrone, perché ci odiano? Non so” – ripete.
Lucia Di Mauro