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Francesco Securo da Messina, genio e sregolatezza, grande architetto in Napoli

Posted by on Giu 19, 2023

Francesco Securo da Messina, genio e sregolatezza, grande architetto in Napoli

Mi prendo l’obbligo di fare una precisazione su questi argomenti, stimolato da recenti prese di posizione di una parte del mondo della cultura napoletana, che ha messo dei paletti secondo loro da non superare. La storia di Napoli raccontata dalle esperienze di cittadini non napoletani, apparnuti a quel regno dei Borbone.

Mi sono accorto che tentare di approfondire alcuni aspetti diventa proibitivo, se in qualche misura si intacca lo stereotipo costruito su una narrazione partigiana, che non ammette invasioni di campo. Ecco l’occasione per discutere anche con coloro che non vogliono discutere. Siamo di fronte a un grande uomo di quel regno, che ebbe ad operare a Napoli gran parte della sua vita artistica, ma che tantissimi napoletani non sanno che non fu napoletano bensì di natali siciliano. Formatosi a Messina, sua patria, entrato nel regio esercito si stabilirà a Napoli. Premessa doverosa per chi legge.

Un grande architetto messinese che ha lasciato una traccia rimarchevole del suo passato; fu un soldato e poi un genio posto al servizio di Re Ferdinando IV di Borbone. Le sue fabbriche riscossero

l’ammirazione dei suoi contemporanei, ma non dei critici dopo la sua morte. Fu un architetto militare prestato all’arredamento urbano. Di lui si ricordano palazzi signorili, una caserma, chiese, un teatro e perfino una piazza. Francesco Securo fu un allievo della scuola di disegno dell’Accademia Carolina a Messina. In quel periodo storico su invito del suo professore di matematica Andrea Gallo, eseguì alcune incisioni di pregevole fattura, compresa una delle rare immagini della stessa scuola l’Accademia Carolina. Ormai uomo, si trasferì a Napoli entrando a far parte del Reale Esercito; e con il passare del tempo ebbe una discreta carriera militare, giungendo fino al grado di colonnello. Ricoprì alcune mansioni prestigiose: come addetto alla Regia Fonderia e Ispettore delle fabbriche d’armi. Francesco Securo conobbe in accademia militare, il noto architetto Ferdinando Fuga e ne divenne suo allievo. L’esperienza accumulata negli anni di apprendistato con particolare riguardo nelle applicazioni di architettura militare, gli valse la fama di Architetto di Corte. Eseguendo numerose opere urbane, commissionategli dal Re in persona ha lasciato un marchio indelebile del suo pensiero nella capitale di Napoli. Rimarrà a servizio della Corte e del suo Re; quando Ferdinando per gli occorsi delle guerre napoleoniche e le sommosse murattiane, fu costretto nel 1806 a “esiliare in Sicilia”.

Ritornato l’ordine pubblico, nel 1814 il nostro architetto, si trasferì nella capitale, dove vi troverà la morte nel 1824. La sua prima opera architettonica che gli si riconosce eseguita a Napoli, fu la realizzazione del Teatro del Fondo, oggi teatro Mercadante. I lavori ebbero inizio nell’anno 1778, dopo aver ricevuto sovvenzioni per quelle fabbriche dalle somme ricavate, dalla vendita di alcuni immobili di proprietà dell’ordine dominicano partenopeo. Il 17 luglio del 1779 quel teatro fu inaugurato e per l’occasione venne appaltata una scenografia molto suggestiva, mettendo in opera, la commedia scritta da Domenico Cimarosa e intitolata L’infedeltà fedele. Il teatro era nato con lo scopo di alleviare i pensieri dei sudditi, destinandolo per eseguirvi melodrammi buffi ed eroici, con balli o senza. Di fabbrica pressoché quadrangolare ma sferico all’interno, offriva una ricca scenografia. Il teatro fu progettato con quattro ordini di diciassette palchetti ciascuno; altri due furono realizzati sul proscenio. Nella seconda metà del XIX secolo furono apportate delle modifiche agli arredi interni; e successivamente, il teatro progettato e realizzato da Francesco Securo sarà ribattezzato, con il soprannome poc’anzi ricordato di Mercadante. Grande fu l’opera dell’architetto Francesco Securo da Messina in quel di Napoli. Si ricordano di lui numerose fabbriche ed altrettanti arredi. Favorito più di altri dalla corte e da Re Ferdinando IV, ebbe la possibilità di esprimere tutto il suo ingegno. Ebbe innalzato di sana pianta la rediviva chiesa di Santa Croce, ed ebbe a restaurare la chiesa santuario del Carmine Maggiore offesa dall’incendio del Foro Magno, anche questo monumento di epoca angioina fu rimesso a nuovo dal grande maestro messinese. Restaurò il cosiddetto palazzo Salerno, che fu l’abitazione del Principe Leopoldo Giovanni Giuseppe di Borbone, figlio di Re Ferdinando IV e di Maria Carolina. Progettò ed esegui due belle fontane in stile neo-egizio. Restaurò e mise a nuove fabbriche alcuni arredi del Palazzo di san Giacomo. Progettò persino, dopo il terremoto del 1783, la nuova Palazzata di Messina. Abbellì di nuove forme il monastero delle Verginelle; insomma, la sua opera indefessa in onore del sovrano e della nazione, gli diede l’occasione di elevarsi fra gli uomini più in vista del Regno. Nel 1781 occorse un grave incendio presso il piazzale del Foro Magno, meglio conosciuto come la Piazza del Mercato a Napoli. Il Re affidò l’incarico all’architetto Francesco Securo, di recuperare lo spazio urbano. Egli realizzò a dispetto di quanto osserveranno gli storici, la sua opera d’arte. Ebbe a restaurare la piazza, con un impianto a esedra. Sistemandone la pavimentazione. Alle estremità della piazza a est di essa e rispettivamente d’incontro, all’opposto sul lato ovest, vi fece realizzare due Fontane obelisco in stile neo-egizio. Collocando ai quattro lati di entrambe le fontane, quattro sfingi stilizzate di piccole dimensioni. L’incendio aveva devastato i palazzi che si affacciavano verso lo slargo, distruggendo le suppellettili che si trovavano poste ai margini dell’antica piazza, quasi pericolanti insistere presso la chiesa di Santa Croce. Questo tempio, già in condizioni precarie, fu ulteriormente danneggiato dalle fiamme, che carbonarono le pietre alla faccia principale, contribuendo a mandarne in rovina il tempio stesso. Anche altri palazzi furono devastati dal rogo,

tranne la chiesa di Sant’Eligio che subì pochi incidenti. L’architetto Securo, avendo avuto carta bianca dal suo sovrano, fece abbattere le rovine della chiesa domenicana di Santa Croce e su un suo progetto, nel 1792 fu ricostruita la nuova chiesa denominata, chiesa di Santa Croce e Purgatorio al Mercato. Oggi la piazza del Mercato di Napoli è in condizioni precarie. Le fontane hanno subito una serie di vandalismi, avendo decapitato le teste di tutte le sfingi che aspettano di essere restaurate.

Alessandro Fumia

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