Gli Apofasimeni e la Giovine Italia fondati da Carlo Bianco di Sain Iorioz, padre di Alessandro
Nei primi mesi del 1832 cominciano a circolare a Bologna i primi opuscoli della setta mazziniana “Giovine Italia”, fondata nell’agosto del 1831 a Marsiglia da Giuseppe Mazzini, mentre penetrano sempre più nei circoli intellettuali le idee progressiste di Saint-Simon e Buonarroti, provenienti dall’Europa.
Dopo il convegno massonico di Aarau del luglio 1823, Filippo Buonarroti, cospiratore inesauribile, ha fondato, con la collaborazione di Carlo Bianco di Saint-Jorioz, la società segreta degli Apofasìmeni. Preso atto dell’insuccesso dei moti carbonari del 1821, le Vendite sono state trasformate in nuclei organizzati in modo militare.
La setta è divisa in tende, centurie, castelli e campi, secondo il modello dell’esercito dell’antica Roma. Gli Apofasimeni, letteralmente “uomini dalla sentenza già scritta” o “condannati a morte”, seguono con obbedienza assoluta gli ordini dei superiori. Hanno un nome di battaglia e sono sempre pronti al combattimento.
Ogni adepto deve essere “cittadino italiano, ardito e deciso a tutto, capace di servire la patria, intraprendente, costante, ardente amatore d’Italia e disposto a sacrificare vita e averi per renderla una, indipendente e libera sotto forma repubblicana”.
Per un certo periodo anche Giuseppe Mazzini entra a far parte di questa associazione, da lui ritenuta ben guidata e molto affine alla Giovine Italia. A Bologna essa viene introdotta nel novembre-dicembre 1832 da Napoleone Masina (Napoleone dé Masini Pierattini, 1801-1860 ca) e si diffonde grazie all’operato di cospiratori come l’avvocato Giuseppe Galletti (1798-1873), nella cui abitazione si svolgono spesso le riunioni, Giuseppe Petroni (1812-1888), Augusto Aglebert (1810-1882), Felice Orsini (1819-1858) e Cesare Guidicini. Quasi tutti saranno arrestati nel 1834.
Anche la dottrina sansimoniana penetra in città grazie a Gabriello Rossi, medico bolognese, membro della società medico-chirurgica e professore di patologia e medicina legale, privato dell’insegnamento a Urbino e a lungo esiliato in Francia dopo i moti del 1831, durante i quali ha preso “parte principale a favore dei ribelli” e ha tenuto “continuo carteggio coi primari faziosi di Bologna”.
La Giovine Italia di Mazzini è comunque destinata a prevalere sulle altre sette e a diventare “il centro dominante nel mondo dei cospiratori” (Marcelli). Buonarroti permetterà al conte Bianco di fondere gli Apofasimeni nella Giovane Italia. Lo stesso Bianco farà da tramite anche con la Giovane Carboneria dei “Veri Italiani”.
fonte
https://www.bibliotecasalaborsa.it/cronologia/bologna/1832/gli_apofasimeni_e_la_giovine_italia
Inizia la rivolta dei grandi borghesi, mentre il popolo è ancora considerato servo della gleba, più un fastidioso peso che una risorsa!