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«Guai a chi regge, e mal regge, guai ai Ministri dei Tiranni et alle tirannie, guai alli Ministri di giustizia che li è ordinato far giustizia e lor fanno il contrario….(Francesco di Paola)

Posted by on Feb 26, 2023

«Guai a chi regge, e mal regge, guai ai Ministri dei Tiranni et alle tirannie, guai alli Ministri di giustizia che li è ordinato far giustizia e lor fanno il contrario….(Francesco di Paola)

Francesco da Paola (Paola, 27 marzo 1416 – Tours, 2 aprile 1507) religioso proclamato santo da papa Leone X il 1º maggio 1519. Eremita, ha fondato l’Ordine dei Minimi. E’ il Patrono del Regno di Sicilia. Morì in Francia a Plessis-lez-Tours il 2 aprile 1507, un venerdì santo, a ben 91 anni.

L’eremita della Calabria, aveva più volte predetto l’imminente invasione del regno di Napoli da parte dei Turchi. All’inizio del 1480, alla presenza dei suoi confratelli dell’Ordine dei Minimi, il santo esclamò, guardando in direzione di Otranto: «Ah, infelice città, di quanti cadaveri saranno cosparse le tue strade! Quanto sangue cristiano ti inonderà!»

Qui la riproduzione in 3d che ho eseguito sulla statua lignea del 1700 raffigurante San Francesco di Paola; si trova nella chiesa madre di Salice Salentino (Le). Non è stato affatto semplice recuperare le mesh e triangolare l’intera figura. Sarebbe bastato tornare e fare nuove foto ma … l’ho recuperato al 50% per poi ridefinirlo et voilà. La vita del santo è davvero affascinante. E riguarderà un cortometraggio sulla vita di Luigi Paladini Aloysius, ambasciatore degli Aragona a Venezia nel 1480, che visse a Salice proprio in quel periodo turbolento.

Era il Santo della gente di mare celebrato ogni VENERDI’ SANTO MEMORIA DI SAN FRANCESCO DI PAOLA,  1416-1507.  Urbano VIII il 23 marzo 1630 lo dichiarò PATRONO DEL REGNO DI SICILIA.

Durante il suo soggiorno in Calabria a Paternò, secondo la testimonianza di Francesco Florio da Cosenza, Luigi Paladini conobbe San Francesco di Paola, di cui sperimentò le doti profetiche e taumaturgiche. Francesco era famoso anche nel Salento, giacchè aveva profetizzato la caduta di Otranto. Al suo processo di canonizzazione (dal 4 luglio 1512 al 19 gennaio 1513), Luigi e suo figlio si ammalarono di un male che li costringeva a letto e che i medici non erano in grado di curare. Ed entrambi furono miracolosamente guariti dal frate eremita.

Fra i fenomeni soprannaturali attribuiti a Francesco vi è quello della guarigione di un ragazzo affetto da un’incurabile piaga a un braccio, sanata con delle banali erbe comuni; lo sgorgare miracoloso dell’acqua della “Cucchiarella”, che Francesco fece scaturire colpendo con il bastone una roccia presso il convento da Paola e che ancora è meta di pellegrinaggi; le pietre del miracolo, che restarono in bilico mentre minacciavano di cadere sul convento (“Fermatevi, per carità”). A Napoli davanti al Re che voleva tentarlo con un vassoio pieno di monete d’oro offerte per la costruzione di un convento, San Francesco rifiutò, prese una moneta, la spezzò e ne fece uscire sangue. Il sangue che usciva dalle monete era quello dei sudditi, del popolo che subiva i potenti. Di fronte ad una ingente offerta di denaro e ad una proposta di prosperità e di ricchezza definitive, chiunque sarebbe capace di lasciarsi sedurre; così non fu per il Santo Paolano. Egli era molto affezionato a un agnellino che aveva chiamato Martinello. Un giorno, gli operai, mentre lavoravano, ebbero fame e decisero di mangiare il povero agnellino. Dopo averlo cotto e consumato, gettarono le ossa e i resti nella fornace. San Francesco cominciò subito a cercarlo e chiese agli operai che lavoravano al convento da Paola se avessero visto il suo Martinello; essi negarono, ma quando cominciò a chiamarlo l’agnellino uscì dalle fiamme completamente sano e in vita. Appena l’agnellino uscì dalla fornace fu grandissimo lo stupore e l’imbarazzo degli operai nei confronti di San Francesco. Predisse a Papa Leone X l’elezione al soglio pontificio quando questi era ancora bambino.

Del 1º aprile 1464 è il miracolo fatto dal Santo a Galatro. In quell’anno di carestia Cola Banaro ed altri otto operai, tutti di Arena (Italia), si dirigevano verso la piana di Terranova per trovare lavoro. Attraversato il passo di Borrello e giunti in territorio di Galatro, essi s’imbatterono in San Francesco diretto in Sicilia. Questi chiese loro un po’ di pane ma essi, già a loro volta affamati, risposero che non ne avevano neppure un pezzetto. Allora San Francesco disse: “Datemi le vostre bisacce, perché dentro c’è del pane”. Cola diede le bisacce al Santo che le aprì e vi trovò pane bianchissimo, ancora caldo e fumante. Tutti mangiarono di quel pane, e quanto più ne mangiavano tanto più esso aumentava. Per tre giorni gli operai e San Francesco si alimentarono di quel pane. Esiste ancora oggi nella località del miracolo un casolare sulla cui parete esterna è affrescata un’immagine del Santo che risale al ‘600. Ma il “miracolo” più famoso è certamente quello noto come “l’attraversamento dello Stretto di Messina” sul suo mantello steso, dopo che il barcaiolo Pietro Coloso si era rifiutato di traghettare gratuitamente lui ed alcuni seguaci, che ha contribuito a determinarne la “nomina” a patrono della gente di mare d’Italia. Altro “carisma” attribuito al santo eremita fu la profezia, quando previde che la città di Otranto sarebbe caduta in mano ai turchi nel 1480 e riconquistata dal re di Napoli. Urbano VIII il 23 marzo 1630 lo dichiarò Patrono del Regno di Sicilia.

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