I BRIGANTI E LA CORTE PONTIFICIA OSSIA LA COSPIRAZIONE BORBONICO-CLERICALE SVELATA
Se è vero che non si può ri-scrivere la storia del “brigantaggio” basandosi sulle fonti liberali è anche vero che non le si può ignorare. Spettatore privilegiato degli eventi, se dobbiamo credere a quanto scrive di se stesso “sotto l’uniforme di uffiziale garibaldino mi trovava in questo tempo in Napoli”, il Cardinali ebbe accesso a documentazioni riservate (come Monnier grazie a La Marmora).
Non mancano nella sua opera squarci che rendono appieno la complessità della situazione che si era venuta a creare nella excapitale del Regno delle Due Sicilie. Ne riportiamo alcuni brani: Il governo di Torino tratto improvvisamente, per forza di cose, a reggere questa provincia pretese d’un tratto trapiantarvi le proprie istituzioni, o almeno non tenendo conto delle abitudini, prepotenti dove imperano l’ignoranza e l’immoralità, s’inframise in tutto; tutto scosse e pose in convulsione, senza potere apportar rimedi radicali al male. […] Non avrebber potuto distinguersi in quel caos di voleri e disvoleri i Mazziniani, i repubblicani puri, i monarchici democratici, i costituzionali, i moderati, gli unitari, i separatisti o federalisti, annessionisti, murattiani, e poi Fariniani, Cavourristi, o anticavourristi ec. […] Risse, disfide, colpi di pistola non mancarono fra garibaldini e i forastieri della Mecca o i Cinesi, che così chiamavansi per dileggio i piemontesi, dai quali peraltro era partito il sarcasmo mortale contro i primi, esser dessi venuti a liberar l’Italia pel baracchino; vale a dire spinti dalla miseria e dal bisogno di mangiare e bere al bivacco. La definizione “forastieri della Mecca o i Cinesi”, riportata da Cardinali, a proposito dei piemontesi a Napoli, non ci risulta sia contenuta in altre opere – e ne abbiamo lette a decine. Se poi abbiamo la pretesa di trovare importanti notizie sulla guerriglia contadina o guerra di resistenza o brigantaggio che dir si voglia, resteremo senz’altro delusi. Si tratta di un’opera ricca di notizie (ad esempio riporta una manifesto di Chiavone, nel quale si parla di una armata di un milione di uomini, di sessantamila prigionieri e di diecimila fucilati – e siamo nel 1861), ma esse ruotano intorno ad un unico assunto: i briganti erano una accozzaglia di malfattori al soldo di Francesco II. Per concludere, una domanda: come faceva nel 1862 a pubblicare stralci di una relazione che sarebbe stata letta nel Comitato segreto della Camera dei Deputati fra il 3 e il 4 maggio 1863? Dobbiamo concludere che ampie parti della commissione Mosca furono travasate integralmente nella relazione Massari? Buona lettura.
Zenone di Elea – 4 Luglio 2017
fonte
eleam.org
1862-cardinali-vol-01-briganti-corte-pontificia-cospirazione-borbonico-clericale-2017