I più bei giorni di Pompei di Alfredo Saccoccio
E’ sull’evocazione limpida degli ultimi giorni di Pompei e sulla storia appassionante degli scavi da parte di Georges Vallet, direttore onorario della scuola francese di Roma, che si apre uno dei libri più belli ed uno dei più completi che si possano concepire sulla strana ed affascinante pittura della società seppellita.
Magnificamente stampata a Tokio, l’opera, che si presenta in due grandi volumi sotto custodia, riunisce quattordici specialisti, uno più eminenti dell’altro, che analizzano nel dettaglio ciò che è la pittura pompeiana, ciò che significa, particolarmente nel contesto dell’arte greca e romana, quali sono i generi affrontati e la tecnica impiegata.
La si divide, in maniera un poco complicata, in quattro stili, essendo il primo fondamentalmente legato all’arte che si sviluppò nella sfera culturale ellenistica, manifestandosi la grande rivoluzione con il secondo stile, quando i Romani pervengono a rendere plasticamente la differenza tra la conoscenza concreta fondata sull’esperienza personale ed una conoscenza astratta o ideale. L’invenzione della pittura murale illusionista sotto Giulio Cesare segna l’apogeo di questa arte peraltro deliziosamente decorativa, ma che, in alcune delle opere maggiori, può rivaleggiare con i migliori affreschi del Rinascimento italiano. C’è anche lì una prospettiva molto sottile che si articola secondo parecchi punti di fuga.
Il secondo volume costituisce un impressionante catalogo ragionato di 511 pitture descritte in dettaglio, con più di 750 riproduzioni. Straordinario lavoro compiuto su uno dei più importanti insiemi conservati di tutta la storia dell’arte. Si apprenderà dunque molto seguendo tutti i saggi nel loro approccio. Il piacere, lo si avrà innanzitutto guardando le tavole a colori dove questa pittura di duemila anni fa, con i suoi uccelli, le sue nature morte, i suoi paesaggi bucolici, ci colpisce per la sua freschezza, per le sue stupende invenzioni formali, per la delicatezza dei suoi accordi di colore, per le sue audaci decorazioni su sfondo nero. Pittura effervescente che gioca con l’architettura, la segue, la contraddice, la magnifica. Pittura di una sbalorditiva modernità; pittura vivente che costantemente ci stupisce, ci abbaglia. Sì, veramente, grazie ad essa, in questo libro, secondo la parola di Stendhal, noi possiamo vedere l’Antichità faccia a faccia. Che meraviglia “La peinture de Pompéi”, opera collettiva sotto la direzione di G. Carulli Irelli, Masanori Aoyagi, S. De Caro, U. Pappalardo, per le edizioni Hazan!
Alfredo Saccoccio