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I Settari straziano l’Italia…..di Giacinto De Sivo

Posted by on Set 3, 2018

I Settari straziano l’Italia…..di Giacinto De Sivo

Le nazioni civili che mirano lo svolgimento di questo gran dramma italiano, iniziato a nome delle civiltà e del progresso, saran per fermo stupefatte al mirar la rea lotta che specialmente nel reame delle Sicilie procede cruenta ed atrocissima fra Italiani ed Italiani.

Dopo tante lamentazioni contro lo straniero, non è già contro lo straniero che aguzza e brandisce le arme, quella fazione che vuol parere d’esser la italica nazione.

Pervenuta ad abbrancare la podestà, ella non assale già il Tedesco, ne il Franco, né l’Anglo, che tengono soggetta tanta parte d’Italia; ma versa torrenti di sangue dal seno stesso della patria, per farla povera e serva.

Ella grida l’unità e la forza; e frattanto ogni possibilità di unione fa svanire, con la creazione di odii civili inestinguibili; e distrugge la sua stessa forza in cotesta guerra fratricida e nefanda, che la parte più viva e generosa della italiana famiglia va sperperando ed estinguendo.

L’Italia combatte l’Italia.

Gli stranieri potentissimi e formidabili sogghignano e preparano le arme, in mentre le persone, le industrie, il commercio, le arti italiane e ogni forza va in fondo, fra gli spogli, le fucilazioni, gli incendi e le ruine.

L’Italia subissa l’Italia.

Né solo nella parte materiale subissa: il dileggio ch’ella fa del dritto, della morale e della religione, sono mali più gravi; perocché accennano a corrompere il popolo, ne degradano agli occhi dello straniero, e ne svergognano quivi appunto dove volevano sovrastare a tutte le genti.

Dopo tanti sterminati vanti del nostro primato civile, ora diamo spettacolo d’avidità da pirati, di barbarie esecrande, e di cinismo e d’ateismo vestiti di stucchevoli ipocrisie.

Primi ne proclamavamo, e mostriamo esser ultimi. Una immoderata baldanza di forza materiale; ed ora quando poniamo mano a stringer la forza, e sperimentiamo non esser d’altro capaci di suicidio, e perdiamo bensì la forza morale.

Si anelava prima al compianto, poscia all’ammirazione della terra; invece riusciamo a meritarne il disprezzo.

 

 

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