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IL CLIMA POLITICO DEL CIRCONDARIO DI CERRETO SANNITA DURANTE IL RISORGIMENTO CAP (III)

Posted by on Ago 3, 2022

IL CLIMA POLITICO DEL CIRCONDARIO DI CERRETO SANNITA DURANTE IL RISORGIMENTO CAP (III)

Alcuni episodi, accaduti nel circondano di Cerreto prima dell’860, ci sembrano particolarmente importanti per stabilire la tendenza politica prevalente nelle popolazioni e, quindi, verificare la condizione psicologica di quei cittadini al tempo dell’Unità d’Italia. Il primo episodio riguarda una solenne commemorazione dei carbonari, caduti nei moti del 1820.

La commemorazione fu tenuta il 2 dicembre dello stesso anno, nella Chiesa di S. Sebastiano in Guardia Sanframondi, dal Sac. Luigi Maria Grillo. Si tratta di una vera e propria professione pubblica di fede carbonara, che non risulta disturbata, nè da parte civile, nè da parte ecclesiastica. L’avvenimento è sufficientemente significativo, anche perchè Guardia Sanframondi era già allora un grosso ed importante Comune del circondano, dove, la domenica, confluivano anche abitanti di Comuni viciniori. Dopo aver premesso che “gli eroici carbonari, caduti” erano affiliati “alla benemerita e filantropica famiglia della rispettabile Vendita” sotto il titolo di “Telesini risorti“, il sac. Grillo continua: “Furono Eglino i liberatori dei popoli oppressi d’Europa. Vedrete nella mia orazione e nella loro missione al difficile adempimento di sì nobile scopo, un’opera che Dio comanda, un coraggio che Dio sostiene, un’impresa che Dio benedice” (24).E ancora: “Gemeva l’uomo libero, da anni, lustri e secoli, sotto la tirannide, lontanissimo dalla sua beata meta. Giunto così il tempo destinato dalla Provvidenza di Dio per sottrarre i popoli d’Europa dall’ingiustizia e violenza dei despoti, e renderli alla loro libertà individuale e civile, Dio suscitò quegli eroi carbonari per essere capi e conduttori d’una sì santa, ma sì difficile impresa” (25).Ci sembra indicativo il fatto che un parroco, senza alcuna preoccupazione di rappresaglia, facesse pubblicamente e solennemente, la sua professione di fede carbonara. Naturalmente si deve supporre che, almeno i fedeli del Sac. Grillo, la pensassero come il loro parroco. Ma il fatto, che la solenne commemorazione si sia tenuta nel Comune di Guardia Sanframondi, frequentato tra gli altri soprattutto dagli abitanti di San Lupo e San Lorenzo, autorizza a credere nell’esistenza di forti nuclei carbonari in tutto il circondano di Cerreto Sannita. A parte la già citata associazione carbonara dei “Telesini risorti“, alla quale risulta affiliato un altro sacerdote D. Nicola Di Meglio, si misero in luce nel 1820, altri avvenimenti dimostrativi, per cui la commemorazione dei Carbonari a Guardia non fu un fatto isolato; vogliamo dire che la celebrazione di Guardia non è da intendersi come una manifestazione momentanea di pura e semplice pietà cristiana, da parte di un prete antiborbonico e liberale. Più tardi, infatti, un secondo significativo episodio riguarda lo stesso capoluogo del circondano di Cerreto, e si verificò durante i festeggiamenti del Carnevale del 1848. La relazione, non ufficiale (26)si limita ad esporre i fatti senza precisare il giorno ed il mese di quel carnevale. Un carro carnevalesco, poco allegorico, ma chiaramente antiborbonico, fece il giro delle vie di Cerreto. Guidavano il carro: Giuseppe Mastracchio, Domenico Capuano (zì Mingo) e lo studente Giuseppe Biondi, meglio conosciuto come “D. Peppe Strampalone”. Tutti di ceto sociale elevato. Mentre nel 1820, in occasione della citata commemorazione non vi furono denunzie, o almeno non ne esiste traccia, non furono esenti da denunzia gli autori della carnevalata del 1848. Gli imputati non subirono condanne, per il tempestivo intervento, presso la Corte borbonica, di una “gentildonna di casa Mastracchio” non meglio specificata dalla relazione (27). Un terzo episodio, infine, di eccezionale valore, autorizza senza altro a sostenere che le manifestazioni antiborboniche, nel circondario di Cerreto Sannita, rivelassero la presenza di fermenti patriottici di non lieve portata. Si deve, infatti, supporre che consistenti gruppi mazziniani fossero pronti per un’azione bene organizzata e su vasta scala. L’ipotesi non è priva di fondamento, perchè esiste un ordine di cattura contro Giuseppe Mazzini, emesso dal Regio Giudice di Guardia Sanframondi il 19-2-1851 (28). Non si vuol sostenere, con ciò, che Mazzini si sia certamente rifugiato in Guardia Sanframondi, in Cerreto o nel cerretese; però le autorità chiaramente paventavano una simile evenienza. Ciò è significativo e conferma validamente la considerazione che in tutto il cerretese il clima politico fosse non solo caldo ed ostile ai borbonici, ma di chiara tendenza mazziniana. Si può anche aggiungere che quell’ordine di cattura non aveva un semplice valore cautelativo perchè il regio giudice di Guardia allegava una precisa e dettagliata descrizione della persona fisica del Mazzini stesso. “Con mustacchi e barba rasi, gracile di complessione, alto di figura, colorito piuttosto bruno, capelli nerissimi e corti, fronte alta, espressione seria e grave, veste ordinariamente di nero con paletot bleu” (29).Sicchè quasi certamente le autorità non escludevano un possibile rifugio del Mazzini nel cerretese. Ma vi è un’altra importante coincidenza: l’improvvisa visita nel circondano del re Ferdinando II. Solo questi precedenti possono spiegare, la visita, in incognito ed improvvisa, di Ferdinando II, avvenuta in Cerreto, il 9 febbraio 1852. Di questa visita, inaspettata e non protocollare, riferiscono diffusamente sia Vincenzo Mazzacane (30) che Silvestro Mastrobuoni (31):il primo, in riferimento al clima politico di Cerreto e del cerretese, e il secondo in riferimento a Mons. Luigi Sodo, perchè proprio in seguito a quella visita improvvisa, Ferdinando II chiese a Pio IX, come si dirà nel capitolo seguente, la separazione della Diocesi di Cerreto Sannita dalla Diocesi di Piedimonte D’Alife con la nomina di Mons. Luigi Sodo a Vescovo di Cerreto. E’ anche vero che Ferdinando II trattò, in quella occasione, qualche problema di ordine amministrativo (esiste ancora oggi, in contrada Epitaffio, tra S. Salvatore e Cerreto, una lapide che ricorda la visita sovrana e le disposizioni date al costruttore edile Achille lacobelli per la costruzione del ponte Torelli, tuttora in efficienza), ma è bene sottolineare che difficilmente il sovrano borbonico avrebbe effettuato una visita nel cerretese, in incognito e all’improvviso, per la sola costruzione del ponte Torelli, o unicamente per problemi di ordine amministrativo. Il clima politico nel cerretese e le conseguenti preoccupazioni, più che comprensibili, del sovrano spiegano senz’altro meglio la sua visita improvvisa ed in incognito. Questo per quanto riguarda il clima politico. Sotto l’aspetto economico e sociale, sempre al momento dell’unificazione italiana, il Cerretese non si presentava depresso come altre regioni del Sud. Non si riscontravano nel circondano di Cerreto drammatici caratteri di depressione economico – sociale, come invece esistevano per quasi tutte le province meridionali. Per la verità un lavoro specifico sull’economia del cerretese, sempre in rapporto a quel determinato periodo storico, non esiste. Nello scritto di Vincenzo Mazzacane (32)che è assai generico sotto l’aspetto economico e sociale, si legge di industrie della lana, del baco da seta, di buoni vigneti e oliveti, ma senza altre considerazioni, sulle condizioni dei comuni del circondario. Si deve pensare che la genericità con cui Vincenzo Mazzacane tratta, nel lavoro sopra citato, i problemi economici del piccolo circondario di Cerreto Sannita (33), dipenda soprattutto dal fatto che il circondano stesso non si presentasse, nel secolo scorso, come zona fortemente depressa, e, quindi, oggetto di particolari studi. Il Signor Salvatore Biondi, proprietario del carteggio, inedito, citato nel presente lavoro, buon conoscitore della storia di Cerreto e del suo circondano, ci fornisce particolari interessanti. Ad esempio, il problema dei braccianti, tanto acuto e spinoso ancora oggi per molte zone del sud, non è stato mai un problema, o almeno un problema acuto nel secolo scorso, per l’economia generale del cerretese. Paradossalmente il reddito di produzione era, in proporzione, molto più soddisfacente di quello attuale. E infatti, l’industria del baco da seta, fiorente nel secolo scorso, in Cerreto e in altri comuni del circondano, oggi non esiste più, come va scomparendo anche l’industria della lana. E ciò senza che queste attività siano state sostituite da altre attività moderne e più efficienti sul piano della produzione. Nel secolo passato, il solo Giov. Battista Mastrobuoni, (nonno materno del Sig. Biondi) possedeva, in Cerreto, più di trenta macchine per “cardare” la lana e numerosi corrieri per il commercio del prodotto nelle Puglie. Anche l’arte della ceramica, una volta fiorentissima in Cerreto, benchè già declinante nel secolo scorso dava lavoro e prestigio a tanti Cerretesi (34). Tutto questo, però, non autorizza certamente a pensare che le popolazioni del circondano di Cerreto, all’epoca, ignorassero la miseria; (assai probabilmente anche in Cerreto e circondano molti contadini mangiavano carne solo in qualche rarissima festa). Si vuole semplicemente riaffermare che il brigantaggio cerretese, nella sua fase di sviluppo e di organizzazione, ci sembra legato più ad un particolare momento di crisi e d’incertezze che a momenti economico – sociali; senza negare, per questo, una specifica causa di ordine politico, a nostro avviso fondamentale, e i molti elementi comuni a tutto il brigantaggio del Mezzogiorno, al momento della sua comparsa come fenomeno sociale.

di: G. SPADA

(24) – Carteggio privato di Salvatore Biondi. Discorso stampato da anonimi. “Commemorazione degli eroici carbonari”.

(25) – Op. cit. Carteggio Biondi.

(26) – Carteggio Biondi.

(27) – Sull’attività patriottica di Mastracchio, Biondi e Capuano vi è un’ampia ed interessante documentazione, riportata in un recente studio da Gino Doria: “Mondo vecchio e nuovo mondo ” Ediz. Scientifiche italiane.

(28) – Carteggio Biondi.

(29) – Carteggio privato di Salvatore Biondi.

(30) – MAZZACANE V., Memorie storiche di Cerreto Sannita. Cerreto 1911.

(31) – MASTROBUONI S., Cenni biografici di Mons. Luigi Sodo. D’Auria, Napoli, 1917

(32) – MAZZACANE V., op. cit., pp. 32 55.

(33) – Il circondano comprendeva i comuni di Cerreto, Telese – Guardia Sanframondi, 5. Salvatore Telesino, Solopaca, San Lorenzello, Faicchio, Cusano Mutri, Pietraroia, S. Lorenzo Maggiore e S. Lupo.

(34) – A magnifica testimonianza dell’arte della ceramica cerretese il signor Biondi possiede una collezione di opere veramente pregevoli, presentata anche in importantissime mostre regionali e nazionali.

fonte

http://www.brigantaggio.net/Brigantaggio/Storia/Local/Cerreto/Capitolo_03.htm

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