Alta Terra di Lavoro

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Il complotto dell’Alta Vendita dei Carbonari

Posted by on Gen 5, 2023

Il complotto dell’Alta Vendita dei Carbonari

Lo hanno detronizzato. Dal liberalismo all’apostasia. La tragedia conciliare.

Le carte segrete dell’Alta Vendita dei Carbonari cadute tra le mani di papa Gregorio XVI coprono un periodo che va dal 1820 al 1846. Sono state pubblicate, su richiesta di papa Pio IX, da Crétineau-Joly nella sua opera L’Eglise romaine et la révolution (162).

E col breve di approvazione del 25 febbraio 1861 che indirizzò all’autore, Pio IX consacrò l’autenticità di questi documenti, ma non permise che venissero divulgati i veri nomi dei membri dell’Alta Vendita implicati in questo carteggio. Queste lettere sono davvero incredibili, e se i Papi hanno chiesto che fossero pubblicate, è perché i fedeli sappiano la congiura ordita contro la Chiesa dalle società segrete, perché ne conoscano il piano e siano premuniti contro la sua eventuale realizzazione. Per il momento non dico altro, ma queste righe si leggono tremando; non invento nulla, non faccio che leggere, senza far mistero che queste righe oggi si sono realizzate! Senza nascondere che i loro più arditi progetti sono addirittura superati dalla realtà attuale! Leggiamo, dunque! Sottolineo soltanto quel che deve colpirci di più.

 ***

«Il papa, chiunque egli sia, non verrà mai alle società segrete: spetta alle società segrete compiere il primo passo verso la Chiesa, allo scopo di vincerli entrambi.

«Il lavoro che noi intraprenderemo non è l’opera di un giorno, né di un mese, né di un anno; può durare parecchi anni, forse un secolo; ma nei nostri ranghi il soldato muore e la battaglia continua.

«Noi non abbiamo intenzione di guadagnare i papi alla nostra causa, di farne dei neofiti dei nostri princìpi, dei propagatori delle nostre idee. Sarebbe un sogno ridicolo, e in qualunque modo evolvano gli avvenimenti, qualora dei Cardinali o dei prelati, per esempio, entrassero, spontaneamente o di sorpresa, in una parte dei nostri segreti, questo non è affatto un motivo per desiderare la loro elevazione al soglio di Pietro. Questa elevazione ci perderebbe. La sola ambizione li avrebbe condotti all’apostasia, la necessità del potere li forzerebbe ad immolarci. Quel che noi dobbiamo chiedere, quel che noi dobbiamo cercare e attendere, come gli Ebrei attendono il Messia, è un papa adatto ai nostri bisogni […].

«Con questo marceremo all’assalto della Chiesa più sicuri che con i libelli dei nostri fratelli in Francia e con l’oro stesso dell’Inghilterra. Volete sapere il perché? Perché con costui, per spezzare la roccia sulla quale Dio ha costruito la sua Chiesa, non avremo più bisogno di aceto di Annibale, non avremo più bisogno della polvere da sparo, non avremo più nemmeno bisogno delle nostre braccia. Se avremo il mignolo del successore di Pietro impegnato nel complotto, questo mignolo varrà per questa crociata tutti gli Urbano II e tutti i san Bernardo della Cristianità. Non dubitiamo di arrivare a tale termine supremo dei nostri sforzi: ma quando? ma come? L’incognita non si manifesta ancora. Tuttavia, giacché nulla deve distoglierci dal piano stabilito, anzi al contrario tutto deve tendervi, come se il successo dovesse coronare sin da domani l’opera appena sbozzata, noi vogliamo, in questa istruzione che rimarrà segreta ai semplici iniziati, impartire ai preposti della Vendita suprema dei consigli ch’essi dovranno inculcare a tutti i fratelli, sotto forma d’insegnamento o di memorandum […].

«Ordunque, per assicurare un papa conforme alle nostre esigenze, bisogna dapprima foggiare, a questo papa, una generazione degna del regno che noi sogniamo. Mettete da parte la vecchiaia e l’età matura; volgetevi alla giovinezza, e se è possibile, sinanco all’infanzia […] vi accomoderete a poco prezzo una reputazione di buon cattolico e di patriota autentico.

«Tale reputazione darà accesso alle nostre dottrine in seno al giovane clero come in fondo ai conventi. Fra alcuni anni, questo giovane clero, per forza di cose, avrà invaso tutte le cariche; governerà, amministrerà, giudicherà, formerà il consiglio del sovrano, sarà chiamato a scegliere il Pontefice che dovrà regnare, e questo Pontefice, come la maggior parte dei suoi contemporanei, sarà necessariamente più o meno imbevuto dei princìpi italiani e umanitari che noi cominceremo a mettere in circolazione. È un piccolo seme di senape che noi affidiamo alla terra; ma il sole della giustizia lo svilupperà sino alla suprema potenza, e un giorno vedrete quale ricca messe produrrà questo piccolo seme.

«Lungo la via che tracciamo ai nostri fratelli, ci sono grandi ostacoli da vincere, difficoltà di vario genere da superare. Ne trionferemo con l’esperienza e la perspicacia; ma la meta è così allettante che vale la pena di spiegare tutte le vele al vento per raggiungerla. Se volete rivoluzionare l’Italia, cercate il Papa del quale abbiamo appena tratteggiato il ritratto. Se volete instaurare il regno degli eletti sul trono della prostituta di Babilonia, fate sì che il Clero marci sotto la vostra bandiera credendo sempre di avanzare sotto il vessillo delle Chiavi apostoliche. Se volete far scomparire le ultime vestigia dei tiranni e degli oppressori, tendete le vostre reti come Simone Bar Jona; tendetele sul fondo delle sacrestie, dei seminari e dei conventi piuttosto che sul fondo del mare; e se non sarete precipitosi, vi promettiamo una pesca più miracolosa della sua. Il pescatore di pesci diviene pescatore di uomini; voi, voi condurrete degli amici intorno alla Cattedra apostolica. Voi avrete predicato una rivoluzione in tiara e piviale, marciando con la croce e la bandiera, una rivoluzione che dovrà essere solo spronata un pochettino per appiccare il fuoco ai quattro angoli del mondo» (163).

Ecco ancora un estratto di una lettera di «Nubius» a «Volpe», del 3 aprile 1824:

«Le nostre spalle sono state caricate di un pesante fardello, caro Volpe. Noi dobbiamo compiere l’educazione immorale della Chiesa e giungere, con modesti mezzi ben graduati pur se abbastanza mal definiti, al trionfo dell’idea rivoluzionaria tramite un papa. In questo progetto, che mi è sempre parso di un calcolo sovrumano, noi proseguiamo ancora a tentoni […]» (164).

«Calcolo sovrumano», dice Nubio; significa calcolo diabolico! Perché si tratta di considerare il sovvertimento della Chiesa tramite il suo stesso capo, quel che Monsignor Delassus (165) definisce l’attentato supremo, giacché non si può immaginare nulla di più sovversivo per la Chiesa di un Papa guadagnato alle idee liberali, di un Papa che utilizza il potere delle chiavi di san Pietro al servizio della contro-Chiesa! E non è questo ciò che noi viviamo al momento attuale, dal Vaticano II, dal nuovo diritto canonico? Con questo falso ecumenismo e questa falsa libertà religiosa promulgati col Vaticano II e applicati dai Papi con una fredda perseveranza malgrado tutte le rovine che ciò provoca da più di vent’anni!

Senza che sia stata coinvolta l’infallibilità della Chiesa, forse anche senza che sia mai stata sostenuta un’eresia nel senso proprio del termine, noi assistiamo all’autodemolizione sistematica della Chiesa. Autodemolizione è un termine di Paolo VI, che denunciava implicitamente il vero colpevole: perché chi può «autodemolire» la Chiesa, se non colui la cui missione è mantenerla sulla roccia? E quale acido più efficace per corrodere questa roccia dello spirito liberale che penetra lo stesso successore di Pietro?

Questo piano è davvero d’ispirazione diabolica e di realizzazione diabolica! Ma non sono soltanto i nemici della Chiesa ad averlo rivelato, anche i Papi lo hanno svelato e predetto molto esplicitamente, come vedremo in una successiva conversazione.

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162) 2 volumi nell’edizione originale del 1859; ristampa “Cercle de la renaissance française”, Paris 1976; Monsignor Delassus ha nuovamente prodotto questi documenti nella sua opera La conjuration antichrétienne, DDB 1910, T. III, pp. 1035-1092.

163) Istruzione permanente del 1820op. cit. pp. 82-90.

164) Op. cit. p. 129.

165) Le problème de l’heure présente, DDB. 1904, T. I p. 195.

fonte

https://www.sanpiox.it/archivio/articoli/testi-di-mons-lefebvre/1407-lo-hanno-detronizzato-33

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