Il Papa contro “i nuovi diritti” creati “in seguito
Quando si parla di diritti fondamentali, ha aggiunto Bergoglio, bisogna ricordare che i diritti
alla vita, alla libertà e alla inviolabilità di ogni persona umana non sono lesi solo dalla guerra
o dalla violenza: “Nel nostro tempo ci sono forme più sottili, penso innanzitutto ai bambini
innocenti, scartati ancor prima di nascere; non voluti talvolta solo perché malati o malformati
o per l’egoismo degli adulti”.
Roma. Non solo appelli a “prendersi cura della nostra Terra” e richiami “all’importanza del diritto al
lavoro”: in mattinata, davanti al Corpo diplomatico riunito in Vaticano per il tradizionale scambio
d’auguri d’inizio anno, il Papa ha voluto celebrare a suo modo il cinquantesimo anniversario dal
1968.
Francesco, partendo dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, ha osservato che “in seguito
ai sommovimenti sociali del Sessantotto, l’interpretazione di alcuni diritti è andata progressivamente
modificandosi, così da includere una molteplicità di nuovi diritti, non di rado in contrapposizione tra
loro”. Vi può essere il rischio – secondo il Papa “per certi versi paradossale” – che “in nome degli
stessi diritti umani si vengano a instaurare moderne forme di colonizzazione ideologica dei più forti e
dei più ricchi a danno dei più poveri e dei più deboli”.
Quando si parla di diritti fondamentali, ha aggiunto Bergoglio, bisogna ricordare che i diritti alla vita,
alla libertà e alla inviolabilità di ogni persona umana non sono lesi solo dalla guerra o dalla violenza:
“Nel nostro tempo ci sono forme più sottili, penso innanzitutto ai bambini innocenti, scartati ancor
prima di nascere; non voluti talvolta solo perché malati o malformati o per l’egoismo degli adulti”.
Certo, è necessario “adoperarsi attivamente per la pace”, lavorare per promuovere “il disarmo e lo
sviluppo integrale”, “non dimenticare le sofferenze di tante parti del continente africano”, favorire il
dialogo tra le Coree e tra israeliani e palestinesi – “la Santa Sede rinnova il suo pressante appello a
ponderare ogni iniziativa affinché si eviti di esacerbare le contrapposizioni” –, ma il “pensiero
speciale” del Papa va alla famiglia: “Purtroppo è noto come, specialmente in occidente, la famiglia
sia ritenuta un istituto superato. Alla stabilità di un progetto definitivo, si preferiscono oggi legami
fugaci. Ma – ha sottolineato – non sta in piedi una casa costruita sulla sabbia di rapporti fragili e
volubili. Occorre piuttosto la roccia, sulla quale ancorare fondamenta solide. E la roccia è proprio
quella comunione di amore, fedele e indissolubile, che unisce l’uomo e la donna, una comunione che
ha una bellezza austera e semplice, un carattere sacro e inviolabile e una funzione naturale
nell’ordine sociale. Ritengo pertanto urgente che si intraprendano reali politiche a sostegno della
famiglia, dalla quale peraltro dipende l’avvenire e lo sviluppo degli stati. Il disinteresse per le famiglie
porta con sé un’altra conseguenza drammatica, che è il calo della natalità. Si vive un vero inverno
demografico”.
Il Papa è poi tornato sul tema delle migrazioni, di cui si parla molto, “talvolta solo per suscitare paure
ancestrali”. Francesco ha ringraziato i paesi che hanno accolto uomini e donne in fuga dalla miseria
e dalle guerre, in particolare l’Italia: “Il mio auspicio – ha detto – è che le difficoltà che il paese ha
attraversato in questi anni, le cui conseguenze permangono, non portino a chiusure e preclusioni”. Il
Pontefice precisa che “la Santa Sede non intende interferire nelle decisioni che spettano agli stati”,
ma “ritiene di dover svolgere un ruolo di richiamo dei princìpi di umanità e di fraternità”.
Tra i diritti umani richiamati da Francesco, c’è stato anche quello alla libertà di pensiero, di coscienza
e di religione, che include la libertà di cambiare religione: “Purtroppo è noto come il diritto alla libertà
di religione sia sovente disatteso e non di rado la religione divenga o l’occasione per giustificare
ideologicamente nuove forme di estremismo o un pretesto per l’emarginazione sociale, se non
addirittura per forme di persecuzione dei credenti”.