Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

Il Precursore di Palermo

Posted by on Nov 5, 2018

Il Precursore di Palermo

di ANONIMO ………….per Francesco Durelli “….«in un pianterreno 22 giovani quasi ignudi condannati come disertori dall’esercito, coperti di piaghe e d’insetti giacenti sul nudo selciato… mentre 600 mante di lana dì proprietà del governo sono in pasto ai topi in un magazzino dello stabilimento!! In altra camera serrata gemono molti infelici senza uscirne da quattro mesi chi seminudo, chi ignudo affatto.

 

Si vanta il sistema cellulare, di cui si adoperano i soli rigori; e non si danno le 2 ore al giorno di passeggio per i cortili, né il permesso di fumare; si vendono: bensì da alcune guardie i sigari pel triplo del loro prezzo a’ detenuti; l’erba cresce ne ‘cortili o vi si fanno giardinetti per gl’impiegati. Il resto dello stato di 1300 prigionieri è quasi eguale a quello soprascritto.

Giorni fa al primo cancello esterno eravi una quantità di donne, che accompagnate da figli, domandavano conto’ de’ mariti, de’ fratelli, de’ padri, dei figli, che non sanno se esistano, e che non vedon da più mesi: il sottodirettore diceva ad una sentinella: fate allontanare quelle donne ed usate il calcio del fucile; allora io vidi il soldato dare l’arma al compagno dicendo: – non so adoprare il fucile contro donne infelici e lattanti creature; io abbracciai piangendo quel bravo, che pure piangeva.

Il respiro de’ detenuti è punito a pane ed acqua. Son pronto a dare conto di quanto ho detto a chicchessia».

Il cennato giornale aggiunge,
«che questa dichiarazione del Cammineci ha commosso il paese; il deputato Crispi ha visitate le prigioni, e ne è sortito raccapricciato: il medesimo Cammineci ha denunziato al regio procuratore i maltrattamenti inflitti al signor Pietro Bruno ex-ufficiale condannato a morte, e per grazia. al carcere perpetuo

Si censura generalmente il prefetto De Monale, che da quattro mesi venuto da Torino a Palermo né pure uno sguardo ha rivolto alle prigioni di Palermo, dove gemono circa 2 mila carcerati gettati a terra, e pieno d’insetti la più parte per misure di prevenzione: uno di essi da 2 anni non vede luce e non ha potuto vedere la faccia del giudice per cui nella visita delle carceri esplose in invettive contro, il re contro il parlamento, contro la nazione, non potendo conoscere la causa del suo arresto.

De Monale non ha tempo di pensare a tanti sventurati; – ignora che nello stabilimento de’ proietti la mortalità oltrepassa in taluni giorni il centinaio di bambini; ed intanto passa le ore in lieti pranzi, non a funzionari pubblici, non a diplomatici, non a stranieri illustri, non a cittadini di merito, ma e cantanti del teatro Bellini!».
Cresce intanto la smania di arrestare con veemenza, definita dalla stampa di ogni colore la legge del terrore nelle provincie di Napoli…..”

 

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