Alta Terra di Lavoro

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Il riconoscimento della UGLE al GOI e la questione “Chiesa e Massoneria”

Posted by on Mar 17, 2023

Il riconoscimento della UGLE al GOI e la questione “Chiesa e Massoneria”

Su “Il Fatto Quotidiano” del 1° marzo 2023, nell’articolo “La massoneria inglese riaccoglie il Grande Oriente, ma i “fratelli” si spaccano. Di Bernardo: «Scelta incomprensibile»”  (vedi qui: https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/03/01/la-massoneria-inglese-riaccoglie-il-grande-oriente-ma-i-fratelli-si-spaccano-di-bernardo-scelta-incomprensibile/7081316/),

Mario Portanova scrive che la Gran Loggia Unita d’Inghilterra (United Grand Lodge of England – UGLE) ha deciso di restituire il riconoscimento massonico a «la più importante e numerosa Obbedienza del nostro Paese», il Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani (GOI) guidato dal Gran Maestro Stefano Bisi.  Portanova afferma che il riconoscimento avverrà l’8 marzo.  Finora (nel momento in cui sto scrivendo) non ho trovato ancora conferma su siti massonici del riconoscimento avvenuto.  

Facciamo qualche passo indietro. Nel 1972 la UGLE dà per la prima volta il riconoscimento ufficiale al GOI (nato nel 1805) per poi ritirarlo nel 1993 in seguito alla fuoriuscita dell’allora Gran Maestro del GOI, Giuliano Di Bernardo (in carica dal 1990 al 1993); costui, infatti, asserisce di non vedere più nel GOI lo spirito della vera Massoneria, perciò abbandona il GOI e fonda nel 1993 la Gran Loggia Regolare d’Italia (GLRI) che ottiene subito il riconoscimento dalla UGLE.  

Comunque, come leggiamo sul website del GOI, già da alcuni anni ci sono relazioni tra GOI e UGLE. Nel 2007 il Gran Maestro GOI ha partecipato a un incontro speciale organizzato dalla UGLE. Nel 2013 il GOI ha organizzato e ospitato a Roma la 24a Conferenza Europea dei Gran Segretari e Gran Cancellieri (delle Grandi Logge regolari) accogliendo anche una rappresentanza della UGLE (qui: https://www.grandeoriente.it/en/about-us/).

Di recente l’ex Gran Maestro Giuliano Di Bernardo ha denunciato infiltrazioni mafiose nel GOI della regione Calabria, al che il Gran Maestro del GOI Stefano Bisi ha replicato respingendo le accuse. Poi Di Bernardo ha querelato Bisi per diffamazione, ma il GOI ha vinto la causa; le accuse di Di Bernardo contro Bisi sono state archiviate (qui tutta la vicenda riassunta da parte del GOI: https://www.grandeoriente.it/eventi-del-2021-15-luglio-il-giudice-archivia-le-accuse-di-di-bernardo-perche-il-gran-maestro-del-goi-stefano-bisi-dice-correttamente-la-verita-su-fatti-di-rilevanza-pubblica/). In seguito il GOI ha deciso di procedere legalmente contro Di Bernardo per alcune sue dichiarazioni del 20 gennaio 2023 (cf. https://www.grandeoriente.it/il-goi-preannunzia-azione-legale-nei-confronti-di-di-bernardo/).

Tornando all’articolo di Mario Portanova, leggiamo che condizione importante del riconoscimento UGLE al GOI è che il GOI e la GLRI siano disposti a riconoscersi a vicenda, cioè a stabilire mutui rapporti fraterni.  I Gran Maestri del GOI e della GLRI sono ben disposti. Bisogna vedere – secondo Portanova – cosa ne penserà la base delle due Obbedienze massoniche. Portanova ha intervistato Giuliano Di Bernardo, ex Gran Maestro sia del GOI (1990-1993) che della GLRI (1993-2001). Di Bernardo vede il riconoscimento UGLE al GOI come un segno di «crisi strisciante» della Massoneria inglese. Secondo Di Bernardo «la regolarità massonica diventerà sempre più vaga e indeterminata» (https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/03/01/la-massoneria-inglese-riaccoglie-il-grande-oriente-ma-i-fratelli-si-spaccano-di-bernardo-scelta-incomprensibile/7081316/).

Ora mettendo da parte l’articolo de “Il Fatto Quotidiano” e le critiche di Di Bernardo a UGLE—GOI—GLRI, e in attesa di un comunicato ufficiale del riconoscimento UGLE al GOI, ci sono alcune considerazioni da fare.

È opportuno per la UGLE riconoscere il GOI ? Il riconoscimento, certamente gradito al GOI, non potrebbe diventare una sorta di “autogol” per la UGLE?  Mi spiego.

Chi studia da anni pubblicazioni provenienti dal GOI o da Massoni del GOI (Logge, singoli massoni), conosce bene i seguenti caratteri di questa Obbedienza Massonica, la più antica e numerosa tra le Massonerie italiane tuttora esistenti:

1)  L’Esoterismo, inteso non semplicemente come ricerca interiore del Vero, del Bene e del Bello, o come metodologia del segreto da tenere verso i Profani, bensì come l’insieme di quelle “discipline” o “scienze” che hanno in comune la Gnosi del Pensiero e la Magia del Rito (Gnosticismo, Alchimia, Ermetismo, Qabbalah, Teurgia…). Elementi delle Scienze Esoteriche sono più espliciti nei Riti, cioè i Corpi di Alti Gradi riservati a Maestri Massoni del GOI. Mi limito a segnalare il Rito Scozzese Antico e Accettato (RSAA) e l’Antico e Primitivo Rito di Memphis e Misraim (APRMM).   È bene rilevare che il GOI nasce nel 1805 all’interno del Supremo Consiglio del 33° ed ultimo grado del RSAA fondato a Milano nel 1805 da massoni del 33° grado RSAA americano e francese. Tra i motivi della costituzione del RSAA in Italia c’è: custodire le Alte Scienze Mistiche…  Queste, ovviamente, non sono la Sacra Teologia Cattolica. A questo proposito ho scoperto che su “Rivista Massonica” (GOI) N. 8/1971, nell’articolo “Una necessaria precisazione sull’Ordine degli eletti Cohen”, il massone Francesco Brunelli (GOI, APRMM, vescovo della Chiesa Gnostica, Gran Maestro Ordine Martinista, ecc.) riportava (a pag. 432) il seguente brano degli Statuti del Grande Oriente di Francia (1804, t. I, fasc. 4, pag. 369):

«“Fra i diversi Riti di cui si sono occupati, da tempi immemorabili, i Massoni più istruiti e più convinti intimamente che la loro perseveranza nei loro lavori deve accrescere il numero delle loro conoscenze e farli pervenire alle alte Scienze, il Rito degli Eletti Cohens è quello che ha conquistato il maggior numero di allievi e che conserva il segreto dei suoi misteriosi lavori con la massima accuratezza…”».

Dunque le «alte Scienze» degli Eletti Cohens (Ordine dedito a magia teurgica o “angelica”) nel Grande Oriente di Francia del 1804, non sono altro che le «Alte Scienze Mistiche» nel RSAA e GOI del 1805.  Insomma: Magia o Teurgia che dir si voglia!

2)  Il Libero Pensiero antidogmatico, ovvero l’avversione ai Dogmi, alle verità definite e definitive, specialmente della Chiesa Cattolica.  Anche di recente nel GOI si elogia la figura di Giordano Bruno, “martire” del libero pensiero, panteista, egittofilo, mago…

3) La forte tradizione di anticlericalismo, risorgimentale, radicata appunto nel razionalismo antidogmatico, ma anche nella opzione gnostica ed esoterica… Un Inno di fortissimo anticlericalismo massonico d’Ottocento è l’Inno a Satana di Giosue Carducci, composto nel 1863. Carducci era stato iniziato in Massoneria l’anno precedente (1862).  Il testo nei primi versi rivela addirittura un contenuto GNOSTICO, infatti Satana è presentato come unione degli opposti, ossia: «de l’essere principio immenso/ Materia e spirito/ Ragione e senso».  Non dimentichiamo che la “conciliatio oppositorum” è un principio fondamentale nella Qabbalah, nell’Alchimia, nell’Ermetismo…

L’Inno a Satana di Giosuè Carducci, sotto lo pseudonimo “Enotrio Romano”, viene pubblicato sul “Bollettino del Grande Oriente della Massoneria in Italia” [GOI], vol. II, anno III, fasc. VII-XI, settembre-dicembre 1867 / gennaio 1868, Firenze 1869, pp. 330-334.  Quell’inno non è rimasto un cimelio ottocentesco, poiché ancora fino ai nostri giorni è apprezzato da Massoni del GOI.  Mi limito a citare un articolo della rivista “Secreta Magazine” diretta da Gianmichele Galassi (GOI). Non so se la rivista sia ancora esistente. Sul numero 6, giugno 2010 di “Secreta”,  nell’articolo “Quel Diavolo d’un Carducci” (pp. 88-96), Marco Rocchi (Maestro Massone del GOI: https://www.grandeoriente.it/lidea-di-europa-conferenza-di-marco-rocchi-alluniversita-di-urbino/) afferma che quell’inno ha «spunti di chiara matrice gnostica» (p. 91), «Carducci rifiuta il Dio della tradizione giudaico-cristiana come geloso e vendicativo, un Dio che truffa l’Uomo […] irretendolo entro dogmi e falsi pregiudizi, impedendogli la gioia della ricerca e in definitiva della Vita» (p. 91).

Rocchi prosegue: «E, a fare da contraltare a questo Dio mistificatore, ecco il Satana carducciano, espressione nient’affatto demoniaca, in quanto piuttosto letteralmente luciferina (da “lucifero” etimologicamente inteso come “portatore di luce”). Ha sbagliato dunque certa critica cattolica a leggere nell’Inno tracce di uno sbandierato – quanto inesistente – satanismo di ispirazione massonica» (p. 91). 

Dunque, secondo Rocchi, niente satanismo… Ma possiamo almeno dire “luciferismo”?

Rocchi afferma che il Satana di Carducci è «signore della Natura, dell’amore – tanto platonico quanto erotico» (p. 94), è «il signore della scienza e della libertà» (p. 95).  Rocchi condivide il giudizio di Mario Rettori sull’Inno a Satana: «“è un inno trionfale al progresso, alla civiltà, alla scienza, alla libertà del pensiero, alla natura, alla gioia di vivere, alla bellezza, all’amore, a tutte quelle forze della vita, insomma che l’oscurantismo, l’oscurantismo e l’immobilismo religioso e politico, il fanatismo, il dogmatismo e il falso moralismo ipocrita e superstizioso condannavano identificandolo tout court col Male (o il Maligno), cioè con Satana”» (p. 95).

Più avanti, Rocchi afferma:

«In definitiva, il Satana del poeta è un mito-simbolo di quella religione civile che la Massoneria cercava di costruire prima durante il Risorgimento e poi nell’Italia post-unitaria» (p. 95).

Insomma ai Massoni del GOI, tutto sommato, piace la difesa e la rivalutazione dell’Inno a Satana del Carducci, poiché ad essi, e a tutto il GOI, piace il Risorgimento anticlericale del XIX secolo che trova nel Satana carducciano il simbolo luciferico (portatore di luce) più esplicito e completo.

4) L’anticlericalismo è congiunto al laicismo, ovvero la Separazione tra Stato e Chiesa che, implicitamente o esplicitamente, suppone e/o conduce alla promozione di  divorzio, aborto, sperimentazione sugli embrioni umani, pacs, dico, unioni omosessuali, gender, eutanasia… Insomma tutto ciò che è contro la Fede e la Morale della Chiesa Cattolica.

In sintesi: la mentalità, il mondo culturale, esoterico e rituale del GOI è chiaramente lontano dalla Fede Cattolica. Pertanto come si può pretendere la compatibilità tra essere cattolico (chierico o laico) ed essere massone del GOI ? Che tipo di fede ha o maturerà il chierico o laico cattolico che aderisce al GOI? Ecco: progressismo e relativismo.

A questo proposito c’è da chiedersi se il riconoscimento del GOI da parte della UGLE possa ostacolare la strategia di quei Massoni della linea inglese o filo-inglese (UGLE, ecc.) che mirano a ottenere dalla Chiesa una sorta di dichiarazione esplicita o approvazione tacita della compatibilità tra la Chiesa e la UGLE e le Massonerie regolari in comunione con la UGLE. 

Segnalo in particolare l’iniziativa di mons. Michael Weninger che nel suo libro del 2020 “Loge und Altar” (già tesi di dottorato alla Pontificia Università Gregoriana nel novembre 2019) teorizza la liceità della doppia appartenenza Chiesa – Massonerie regolari (UGLE, ecc.). In effetti mons. Weninger è membro della Massoneria regolare austriaca (Gran Loggia d’Austria, riconosciuta dalla UGLE) e in particolare della Massoneria del Marchio legata a quella inglese (Grand Lodge of the Mark Master Masons).  È importante sapere che mons. Weninger è stato “tradito” proprio da suoi “Fratelli” inglesi: il 10 ottobre 2014 il website dell’ East Lancashire Provincial Grand Lodge of Mark Master Masons ha rivelato che «Bro. Rev. Michael Weninger» è cappellano di ben 3 Logge del Marchio e ha celebrato la Messa per quei massoni  (http://www.wordpress.eastlancsmark.org/?p=3530).

Nella Massoneria inglese il Cappellano di Loggia, non è come ad esempio un Cappellano di monasteri femminili o di gruppi laicali cattolici, ma è membro della Loggia a tutti gli effetti, è massone, anzi, è un Maestro Massone. In effetti nel suo libro “Loge und Altar” mons. Weninger parla bene della “Mark Masonry”…

Il caso Weninger (non è l’unico) ci insegna che un sacerdote o un prelato cattolico che entra in Massoneria corre il serio rischio di essere tradito prima o poi da “qualcuno” dei suoi Fratelli di Loggia o di Massoneria…  Pertanto a che serve che un chierico entri in Massoneria se la “segretezza” o “riservatezza” viene violata e tradita dai suoi stessi “Fratelli” o “Superiori” di Massoneria?  Oltre all’incompatibilità tra Chiesa e Massoneria, anche la possibilità di tradimenti dall’interno della stessa Massoneria dovrebbe convincere un ecclesiastico a non diventare massone…

Un altro recente caso di sacerdote massone è quello di Don Pascal Vesin, dal 1996 sacerdote della Diocesi di Annecy e dal 2001 massone del Grande Oriente di Francia. Nel 2011 qualcuno informa il Vescovo di Annecy dell’affiliazione massonica di Don Vesin, che nel 2013, per decisione della Congregazione per la Dottrina della Fede (CDF), è sospeso a divinis perché non vuole rinunciare ad essere massone (vedi qui: https://www.huffingtonpost.it/2013/08/21/pascal-vesin-prete-massone-arriva-a-roma-dopo-39-giorni-di-cammino_n_3790776.html; e qui https://www.cairn.info/revue-humanisme-2013-3-page-5.htm). Attualmente Vesin è impiegato di banca (qui: https://www.ledauphine.com/edition-genevois-chablais-bellegarde-pays-de-gex/2020/01/18/pascal-vesin-ex-cure-a-megeve-franc-macon-et-banquier-temoigne-a-thonon) perciò deduco che sia stato ridotto allo stato laicale.

Ricapitoliamo. Da un lato, c’è mons. Michael Weninger, ex diplomatico austriaco, sacerdote incardinato nell’Arcidiocesi di Vienna, Maestro Massone della Gran Loggia d’Austria e membro alla Massoneria di tipo inglese (Mark Masonry), che, a quanto pare, svolge tuttora le sue funzioni sacerdotali, lavora presso la Santa Sede, non avrebbe ricevuto nessuna ammonizione o sanzione né dall’Arcivescovo di Vienna, né dalla Santa Sede (es.: CDF). O per lo meno non risulta alcuna notizia da ambienti massonici o ecclesiastici di una qualche ammonizione o sanzione inflitta al monsignore austriaco. Dall’altro lato invece, c’è Don Vesin, semplice parroco francese, membro della Massoneria irregolare e laicista del “Grand Orient de France”, che è stato censurato dal suo Vescovo e dalla CDF… Non ci troviamo dinanzi a una disparità di trattamento? Il massone irregolare (Don Vesin) condannato, mentre invece il massone regolare (mons. Weninger) risparmiato, o protetto, o graziato…  Già questo semplice fatto non sembra mostrare come in certi ambienti ecclesiastici sia già radicata alquanto la tesi della compatibilità tra Chiesa e Massoneria regolare? È la prassi che crea o conferma una tesi o una dottrina?

In conclusione. Se la UGLE riconosce il GOI, il GOI diventa di nuovo Massoneria regolare filo-inglese. Ribadisco che il GOI coltiva l’Esoterismo, il Libero Pensiero antidogmatico di Giordano Bruno e il Laicismo. A quel punto come potrà reggersi la strategia di mons. Weninger e dei suoi “Fratelli” che con libri, articoli, convegni, interviste, ecc., si sforzano di dimostrare la compatibilità tra Chiesa Cattolica e Massoneria regolare inglese e filo-inglese ? Il riconoscimento al GOI, se avviene, è un “autogol” per la UGLE e per le Massonerie regolari che promuovono una strategia conciliatorista verso la Chiesa? 

Inoltre (lo dico con un po’ di ironia) se la Santa Sede riconoscesse formalmente la liceità della doppia appartenenza Chiesa – Massoneria regolare quest’ultima non entrerebbe in qualche modo sotto l’influenza della gerarchia ecclesiastica divenendo anche passibile di controlli? Questo “clericalismo” certamente non piacerebbe al GOI…  Insomma la strategia conciliatorista di mons. Weninger & “Fratelli” sembra inutile e dannosa sia per la Chiesa che per la Massoneria.

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1 Comment

  1. La presunzione di tutte le associazioni massoniche di essere custodi e portatrici di VERITÀ e’ un atteggiamento che, a vederlo da fuori, nel senso senza appartenervi come procedure esigono, sembra un controsenso che cozza con la linearità e la ragionevolezza di una adesione all’appartenenza alla Chiesa come comunione di cui conosciamo e riconosciamo i custodi… dal Papa al cappellano della parrocchia. Sembra totalmente illogica l’appartenenza alla comunità cristiana e contemporaneamente ad una delle tante logge massoniche in competizione fra loro…Queste servono invece per entrature in ambienti particolari e ristrettì della società che richiedono e presuppongono una certa ‘sudditanza’, la quale ovviamente non ha nulla a che fare coi valori concentrati nella fede che si professa…. caterina

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