Alta Terra di Lavoro

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Il risveglio delle coscienze non conosce geografia

Posted by on Mag 18, 2018

Il risveglio delle coscienze non conosce geografia

Qualche giorno fa, noi di Briganti abbiamo ricevuto una breve e-mail … ci ha colpiti e per questo abbiamo deciso di rendere partecipi tutti voi.

“Spettabili Responsabili del Gruppo,

da persona di nascita ligure/basso-piemontese, che dai nonni apprese  di molte efferatezze effettuate dalle mie parti dai nazifascisti dopo il ’43,  rimasi enormemente scosso quando mi capitò di leggere (su testi storici allora ben più rari di quanto non lo siano oggi, e grazie ad Associazioni come la vostra, che riportano verità troppo a lungo volutamente rimosse) di “gesta” simili compiute sulla pelle delle genti del Sud (in fondo solo pochi decenni prima, meno comunque di un secolo rispetto ai tempi del secondo conflitto mondiale) e con pari efferatezza, al di la’ della facciata di Risorgimento tanto “edulcorata” della versione scolastica-istituzionale! La cosa più paradossale è anzi proprio che gli autori di tali atrocità lo facevano non già in nome di una retorica di odio etnico e razziale della quale saranno, ovviamente, imbevuti i loro “successori”, ma al contrario in nome di una retorica di “unità nazionale”, un po’ come dire: “vi massacriamo… per il vostro bene!” Per questo, pur non essendo meridionale, ma odiando retoriche di facciata, propagande che cancellano le verità della Storia ed ipocrisie varie, ho da allora sempre tenuto a che certi fatti finalmente emergessero, sia pur incontrando per molto tempo resistenze e chiusure a tal proposito, e questo non soltanto al Nord … potenza della propaganda !!! Ho accolto per questo motivo con favore la nascita di un Gruppo come questo e l’uscita di opere come quella di Pino Aprile, nella speranza che oggi, anche grazie alla rete con la quale è sempre più difficile, per il suo “potere”, nascondere le cose come un tempo, finalmente si diffondano certe verità e si renda giustizia ! Vorrei però aggiungere alle verità che stanno finalmente emergendo, grazie a gruppi come questo, sulle atrocità commesse contro le genti del Sud, altre realtà affinché, non si faccia  confusione tra la gente comune di certi territori (che, soprattutto in secoli di diffuso analfabetismo e di impossibilità di accedere all’ informazione minima rispetto ad oggi, può semmai avere avuto il torto di essere stata vittima di idee e pregiudizi manipolati dall’ alto ed inoculati nelle  menti sfruttandone l’ignoranza diffusa, e non di malafede propria) ed i potenti che quei territori hanno governato.

Questa la precisazione: mi risulta che i Savoia non siano stati “teneri” neppure con le genti del Basso Piemonte, che prima dell’Unita’ d’Italia avevano lo stesso ruolo, nel loro Regno, che avrà in scala più grande lo stesso Sud dopo, ad esempio Alessandria era città di confine e spesso sulla linea del fronte di varie guerre risorgimentali, posizione che ne faceva una città economicamente depressa nonostante tutta la sua campagna; inoltre, per la sua posizione di raccordo tra Milano e Genova fu massacrata di balzelli, anche per pagare le frequenti guerre frutto delle ambizioni di potenza di questi “prussiani d’ Italia” ; le famiglie contadine furono ulteriormente impoverite dalla sottrazione di giovani braccia per un servizio di leva che durava per tempi “biblici”; esattamente come più tardi avverrà nelle regioni meridionali, pure la sua provincia pullulava  dei cosiddetti “briganti”… C’era tra l’altro il “nomignolo” dispregiativo apposito anche per queste genti :anziché “terroni”, loro venivano chiamati “mandrogni” ( la considerazione ed il trattamento usuale da parte degli altri di quel Regno erano, potete ben capire, comunque gli stessi) … Ed altrettanto “teneri” i Savoia non lo saranno, successivamente, con la Liguria, ossia la Repubblica di Genova, carpita con intrallazzi al Congresso di Vienna che non sempre restituì ai vecchi Stati la loro situazione pre-napoleonica, ma fu un’ occasione per alcuni, di ottenere a tavolino ciò che avrebbero potuto ottenere con una o più guerre: ai Genovesi, come 40 anni dopo ai Milanesi e 50 ai Meridionali, non andrà mai a genio di essere finiti sotto ai Savoia. Il Forte,con le varie caserme correlate, di San Benigno, sul promontorio che allora si trovava dietro la Lanterna, aveva con le sue artiglierie lo scopo ufficiale di proteggere la città da un attacco dal mare … in realtà era strategico per reprimerne eventuali moti di rivolta … e questi non mancheranno, in più di un’ occasione: nel 1849, per esempio, dopo la prima guerra d’ indipendenza, e si risolveranno in un vero massacro (alcuni corpi militari hanno evitato per lungo tempo di avere basi nella città ligure proprio perchè associati dai locali al ricordo di tale massacro, ed alcuni ufficiali che guideranno questo massacro saranno  gli stessi che, 20 anni dopo, dirigeranno quelli nelle regioni meridionali), altri moti ci furono dopo la cessione alla Francia di Nizza, per esempio, un tempo territorio della vecchia Repubblica ligure dai Savoia soppressa, che si trovava così anche smembrata rispetto alla sua originaria estensione territoriale…forse, lo dico per rispetto comunque della verità storica per quel che ci è dato di conoscere, solo Savona, dove vivo, detta la “Piccola Torino”, si troverà relativamente bene sotto i nuovi dominatori, in quanto prima oppressa dal porto a lei rivale del capoluogo ed invece dopo in un certo senso alla ex dominante ribelle, ora preferita … Più tardi, come ho detto, neppure Milano amerà il fatto di aver pagato la propria indipendenza dall’ Austria finendo però sotto il tallone piemontese (così, poco dopo, neppure il Veneto!), e per esempio tra le rivendicazioni dei tragici moti del 1898, piegati col piombo e nel sangue, vi saranno, accanto alle rivendicazioni più prettamente sociali legate al crescente Movimento Operaio ed a quelle degli Anarchici, anche quelle indipendentiste, esattamente come in contemporanea stava avvenendo al Sud (anzi, c’è chi parla di un’alleanza tra quei movimenti milanesi con altri filoborbonici). Certa propaganda retorica risorgimentale ha insomma “colpito” come potete capire anche da queste parti, facendo nascere ovunque nella penisola, tra le menti vergini delle generazioni venute al mondo dopo certi fatti, la falsa idea di un’ Italia se non già di fatto “unita” nel senso di uniforme volontà e disegno politico, per lo meno di un “Nord” compatto e dai comuni intenti (forse per contrapporlo ad un “Sud” ‘ unitario da prima sia pur con tutta la propria possibile diversità di realtà interne). Ideale MAI esistito nella realtà”.

Paolo Ivaldi

fonte

http://briganti.info/il-risveglio-delle-coscienze-non-conosce-geografia/

 

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