IL SOLDATO NAPOLITANO
SALVATORE ROMANOIL SOLDATO NAPOLITANOO DA NAPOLI A GAETAERRATA CORRIGE della storia e della filosofia della storia contemporanea «Non, si quid turbida Roma Elevet, accedas.» A. PERSIO FLACCO, Satira I. NAPOLI STABILIMENTO TIPOGRAFICO DEL COMMEND. G. NOBILE Via salata Ventaglieri |
Non fatevi allontanare da questo testo dal linguaggio adoperato dall’autore!
Salvatore Romano scrive uno dei migliori testi che io abbia mai letto sul tracollo del Regno delle Due Sicilie. E lo fa con un linguaggio antico, pieno di termini che non troverete in nessun dizionario e spesso se ne intravvede il significato solo dal contesto.
L’autore mena fendenti a destra e a manca, non risparmia nessuno siano essi borbonieschi o allobroghi.
Il suo libro ha un grande pregio, cerca di penetrare le regioni umane e personali che paralizzarono o inficiarono l’iniziativa di alcuni comandanti dell’esercito. L’abbandono della Capitale, da parte del Re Francesco II, uno degli esempi maggiormente demoralizzanti per chi avrebbe dovuto combattere ed opporsi all’avanzata dell’eroe dei due mondi.
Per quanto riguarda la Sicilia, ho ritrovato una delle narrazioni più credibili della disfatta dell’esercito e della perdita dell’isola.
Dal suo testo emerge un La Masa come il vero stratega della conquista della Sicilia a fronte di un Garibaldi a cui erano completamente ignoti luoghi e persone.
Personalmente mi ero sempre domandato come mai a Marsala la popolazione avesse ignorato i garibaldini e a Salemi invece no.
La risposta è: La Masa.
Precedette Garibaldi durante l’avanzata verso Palermo, contattando persone e raccontando che i garibaldini fossero “quattromila” per invogliare i titubanti a sollevarsi.
Il tradimento di taluni ufficiali borbonici fece il resto.
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