Alta Terra di Lavoro

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In punta di spille (1827)

Posted by on Ott 28, 2022

In punta di spille (1827)

Sapevi che l’importazione di spille dall’estero fu vietata nel Regno delle Due Sicilie per oltre tre lustri. Il divieto, in effetti, venne introdotto da Francesco I. Con un decreto del giugno 1827, inteso ad incoraggiare e favorire la fabbricazione regnicola della manifattura in questione.

Anche Ferdinando II andò, in un primo momento, nella stessa direzione del genitore, stabilendo nell’aprile del 1833 un termine di 4 mesi per l’esaurimento delle scorte di spille di produzione forestiera, scaduto il quale queste sarebbero state considerate come immesse in frode e quindi soggette alla confisca. Dodici anni più tardi, tuttavia, cambiò decisamente “rotta”. Il terzo sovrano duosiciliano, infatti, con un decreto firmato a Napoli nel dicembre 1845, decise di permettere l’introduzione delle spille straniere, stabilendone il relativo dazio. Come precisava l’ultimo decreto, era venuto meno il motivo per imporne il divieto.

Protezionismo di carta (1816)

Sapevi che Ferdinando IV, futuro Ferdinando I, vietò l’uso della carta di produzione straniera nella pubblica amministrazione. Così fece, in effetti, firmando a Belvedere di San Leucio, nel giugno del 1816, un apposito decreto. Che, con il fine di promuovere e incentivare le fabbriche del Regno delle Due Sicilie, stabiliva la proibizione della carta forestiera nei ministeri e nelle amministrazioni pubbliche. Facendo salva, però, la possibilità di ultimare le scorte di carta prodotta all’estero già acquistate prima della sua entrata in vigore.

Tabacco libero, ma solo a Lecce (1824)

Sapevi che sotto Ferdinando I venne liberalizzata la coltivazione del tabacco solo a Lecce e nel Principato citra (Salerno). Una problematica sul tema, in effetti, si era presentata all’attenzione del predetto sovrano borbonico nel 1824, allorché si dovettero conciliare i rigori delle privative già assegnate, che in parte minavano la libera concorrenza, con l’esigenza dei proprietari delle foglie di poter soddisfare le proprie aspettative di vendita. Sicché, con un decreto firmato nel marzo di quell’anno, si cercò di dirimere la questione, anche sulla base dei precedenti storici. Secondo i quali la coltura delle piante di tabacco era vieppiù sconosciuta nel Regno delle Due Sicilie, con eccezione della Terra d’Otranto, o comunque poco praticata, ma solo per la cosiddetta erba santa. La conseguenza fu che, con i 5 articoli del decreto del 1824, da una parte si vietò sia la piantagione che la coltivazione del tabacco nei domini al di qua del Faro, permettendola invece, dall’altra parte, ai produttori della sola provincia di Lecce, sia pure previo rilascio di licenza e per quantità limitate alle necessità delle fabbriche cui era stata concessa la privativa. Tale possibilità fu concessa anche ai coltivatori dell’erba santa nella sola provincia di Salerno.

fonte

http://decretiamo.blogspot.com/2010/02/tabacco-libero-ma-solo-lecce-1824.html

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