LA CACCIA ALLE STREGHE Dal mondo cattolico a quello protestante
Oggi sappiamo che le pratiche magiche altro non erano che una forma di conoscenza di un patrimonio di tradizioni popolari risalente all’antichità classica e che nel corso del Medioevo si era tramandata oralmente e anche in virtù dei testi magici greci e orientali, tradotti in latino dagli arabi.
La stessa parola inglese witch (da wicce) voleva dire nell’antichità “colei che sa”, cioè che conosce i ritmi della natura, che dispensa cibo e medicine.Il nocciolo della stregoneria era costituito dalla magia naturale basata su erbe, minerali, animali, a fini medici o di potenziamento delle capacità naturali. Molto importanti erano anche le conoscenze di tipo astrologico (cfr. E. Garin, Lo zodiaco della vita, Laterza, Roma-Bari 1982).Molte donne cominciarono a servirsi in maniera eversiva delle loro conoscenze quando, in concomitanza con la crisi delle istituzioni feudali, videro che esisteva la possibilità di mettere in discussione il loro tradizionale e plurisecolare ruolo di sudditanza. Tuttavia, magia e stregoneria si risolsero in un’aperta ricerca di affermazione personale nell’ambito della mera devianza, non riuscirono a confluire nel più vasto movimento di opposizione al papato costituito dalla Riforma, che anzi combatté questi fenomeni con non minore intensità delle gerarchie cattoliche.La chiesa romana ha lungamente tollerato questi fenomeni al fine di favorire un’integrazione senza scosse della vecchia tradizione pagana nel nuovo corpo dottrinale cristiano, a condizione ovviamente che non si mettesse in discussione l’ordine costituito e che si facesse risalire a Dio il controllo di ogni fatto magico.Gli stessi intellettuali medievali non erano esenti dal credere, con più o meno convinzione, in questa o quella verità astrologica, o addirittura in alcune tradizioni magiche. Raramente nel Medioevo si è parlato di “stregoneria” (si preferiva usare il termine “magia”) e comunque nessuno ha mai messo in relazione la stregoneria col Sabba, cioè i rapporti col demonio. Gli episodi di persecuzione erano casi isolati, dovuti per lo più a motivazioni di ordine personale. È vero che p.es. l’astrologo Cecco d’Ascoli fu arso vivo come eretico nel 1327, ma finito l’episodio, cessava anche la persecuzione.Viceversa, nel Rinascimento tre grossi centri di potere: lo Stato, la chiesa e la scienza considerano la magia pericolosa e la equiparano alla stregoneria.Gli Stati, perché essendo autoritari e centralizzati, politicamente e ideologicamente, volevano porre sotto il loro controllo tutte le comunità autonome e i fenomeni che potevano configurarsi come irregolari. La Spagna invero concentrò la repressione antiereticale contro ebrei e mori, ma la Francia e l’Inghilterra contro le streghe alleate del diavolo. Il re Giacomo I Stuart scrisse persino un trattato di demonologia nel 1597 e la sua legge del 1604 condanna a morte le streghe per fellonia.In Francia, nel 1580, Jean Bodin aveva pubblicato De la demonomanie des sorciers, in cui accusava di stregoneria persino Pico della Mirandola. È proprio il Bodin teorico dello Stato di diritto, che in Francia pose le basi giuridiche per bruciare le streghe legittimamente.Quanto alla chiesa, le motivazioni per scatenare persecuzioni di massa contro le streghe vanno cercate proprio nella sua progressiva dissoluzione. Fu la Riforma che obbligò il papato a cercare un nemico esterno contro cui deviare le critiche radicali che da più parti gli venivano mosse. Nulla di meglio della stregoneria, paganeggiante, individualista in campo religioso, insofferente al dogmatismo. La bolla contro la stregoneria di papa Innocenzo VIII fu in realtà il pretesto per combattere gli eretici protestanti.I protestanti furono ancora più spietati dei cattolici, in quanto vedevano nella magia e stregoneria l’incarnazione dell’idolatria, della ritualità, della superstizione. Lutero attaccò duramente gli astrologi e dichiarò che le streghe andavano bruciate vive; Calvino finì col bruciare come eretico persino l’intellettuale panteista Michele Serveto.Quanto agli scienziati, essi si dividevano in due categorie: quelli, come p.es. i medici Johann Wier e John Webster, che non credevano assolutamente nei poteri magici delle streghe, ma al massimo in una sorta di magia naturale dovuta a cause reali benché poco note; e quelli che o si adeguavano supinamente alle persecuzioni, o le appoggiavano, nella speranza di ottenere dal magistero il permesso di diffondere le loro scoperte scientifiche e di veder eliminata una pericolosa rivale: la magia naturale, basata sostanzialmente sulla conoscenza delle erbe.In genere gli scienziati isolati furono molto più tolleranti di quelli accademici. Vi furono anche scienziati, come Joseph Glanvill e Robert Boyle, che s’impegnarono nel dimostrare “scientificamente” l’esistenza della stregoneria. D’altra parte la scienza quantitativa del meccanicismo cartesiano accettava solo Dio come forza che poteva agire in maniera non atomistica, non fisica.Va inoltre considerato che già alla fine dell’Umanesimo e per buona parte del Rinascimento la magia, la cabala si erano impadronite anche di molti intellettuali, che la usavano come alternativa al dogmatismo cattolico-romano. Si pensi a Marsilio Ficino, Pico della Mirandola, Pietro Pomponazzi, Guillaume Postel, John Dee, Paracelso, Cornelius Agrippa di Nettesheim, sino alla grande sintesi di Giordano Bruno. Il tentativo era proprio quello di unificare il neoplatonismo, le tradizioni mediorientali e la magia naturale popolare in un’unica concezione basata sull’armonia di tutto l’universo.Questa filosofia, almeno sino allo scoppio della Riforma protestante, fu relativamente tollerata. Ancora a metà del ‘500 per l’uso della magia tendente a nuocere alla salute o ai beni altrui, era previsto, in caso di prima condanna, un solo anno di prigione. Cinquant’anni più tardi ci sarebbe stata la pena di morte.Peraltro molti di questi intellettuali chiedevano esplicitamente ai regnanti la fine dei privilegi feudali, la democratizzazione delle conoscenze, la tolleranza religiosa. Se i loro progetti fossero confluiti politicamente con le rivendicazioni delle masse popolari, non ci sarebbero state né monarchie assolutiste, né fanatismi religiosi, né concezioni unilaterali della scienza.
fonte
https://www.homolaicus.com/storia/moderna/riforma_protestante/streghe/ratio.htm