La caccia alle streghe
Dopo aver indicato gli innumerevoli doni porti alla donna dal Cristianesimo, non resta che dipanare le prevedibili obiezioni di chi, insensibile al responso della storia, non intende abbandonare i consolidati luoghi comuni, usato sicuro, al quale affidare parte delle proprie valutazioni socio-politiche sulla realtà odierna.
Tralasciando la favola che vorrebbe, per la cristianità non solo medievale, la donna come un prodotto incompiuto
dell’uomo, mi concentrerò sul pezzo da novanta esposto in bella vista nel concessionario delle vergogne della Chiesa: la caccia alle streghe.
È innanzitutto opportuno sottolineare che il mondo pagano era terrorizzato dalla presenza di forze occulte e spiriti malvagi, sempre pronti ad approfittarsi delle persone, già prive di quella dignità invece, poi conferitagli dal Cristianesimo, e soggette, anche per questo, ad un fatalismo pressoché onnipresente.
Oltre agli autentici e numerosi esorcismi praticati nei primissimi secoli da fedeli e sacerdoti, la nuova religione attuò un vero esorcismo culturale sulla mentalità dell’uomo pre-cristiano, persino abituato, ad esempio nell’Europa dei Germani, a considerare un fatto normale uccidere le così dette streghe e cibarsi delle loro carni1.
Papi, santi e concili s’impegnarono per contrastare vane credenze e superstizioni, nonché proibire nefaste pratiche, tanto che, ancora nel 1080, il santo papa Gregorio VII avvisò la Corona di Danimarca, regnante
su un territorio di recente cristianizzazione, che non l’era permesso perseguitare le donne accusate di provocare maltempo, tempeste e alcune malattie, processandole in base a un uso barbarico2, avvertendola del castigo divino per coloro che recano danni agli innocenti.
Del resto ancora oggi nel mondo, in vari territori non evangelizzati, permangono numerose pratiche occulte e credenze, non certo edificanti, mentre in Occidente, all’evidente declino della fede, corrisponde un altrettanto evidente aumento degli adepti di sette esoteriche e di persone che ricorrono ad arti divinatorie, confermando la valutazione dell’antropologa Cecilia Gatto Trocchi, secondo la quale, in una società secolarizzata, il richiamo della magia riaffiora continuamente3.
Queste poche righe rappresentano una telegrafica sintesi, capace d’indicare quanto sia ridicolo il tentativo d’associare il Cristianesimo alla superstizione o a qualsivoglia attrazione verso pratiche occulte, magari sbandierando il binomio medioevo–caccia alle streghe, unione per la quale non è previsto alcun divorzio, essendo risaputo che le relazioni benedette dalla cultura laicista vivono per sempre … almeno finché autentica conoscenza storica non separi i coniugi.
In realtà, sebbene le procedure e le istituzioni, che consentirono la caccia, furono approntate nel medioevo, la quasi totalità del fenomeno si dipanò fra il 1450 e il 1750; dunque, negli ultimissimi anni di quell’era, nel periodo dell’evidente ascesa dello scetticismo religioso e dello spirito laico, dell’attrazione non solo conoscitiva per le culture pre-cristiane e, amaro caffè degli stereotipi storici, della così detta rivoluzione scientifica.
Infatti, seguendo le orme dei maghi post-medievali, ormai, gli storici non si meravigliano di trovarvi sovrapposte le profonde impronte d’eminenti scienziati e personalità care alla storiografia laicista, come quelle d’ Isaac Newton, esperto di arti divinatorie, o di Thomas Hobbes, Jean Bodin, Robert Boyle (ecc.), se non impegnati in attività occulte, comunque, credenti nel fenomeno della stregoneria e promotori della relativa repressione.
A proposito, ma le streghe esistevano veramente? Quali furono le dinamiche sociali, politiche e religiose che favorirono e mitigarono quell’ossessione? Quali i territori dove la caccia divenne realmente pervasiva? Quante furono le condannate? Mi correggo, “quanti furono i condannati?”, perché alquanto rilevante era la percentuale di uomini accusati di stregoneria, il qual fatto è quasi sempre censurato dai nostri manuali.
Riferendomi soprattutto ad autori come Rodney Stark e Marina Montesano4, ci sarà tempo e spazio per approfondire una tematica ancora oggi oggetto di studio e datrice di sorprese.
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1 Tale consuetudine era talmente diffusa che Carlo Magno, durante il sinodo di Paderborn (785), dovette ufficialmente proibirla. Cfr. Cfr. Michael Hesemann, Contro la Chiesa, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo 2009, 223
2 Cfr. ivi, 223-224
3 Cfr. Cecilia Gatto Trocchi, La magia, Newton Compton, Roma 1994, in Francesco Agnoli, Caccia alle streghe. Verità, leggende, falsificazioni, I Quaderni del Timone, Istituto di Apologetica, Milano 2014, 17
4 Per la scrittura di questi articoli mi avvalgo soprattutto dei seguenti testi: Rodney Stark, A gloria di Dio, Lindau, Torino 2011; Marina Montesano, Caccia alle streghe, Salerno Editrice, Roma 2012; Francesco Agnoli, Caccia alle streghe. Verità, leggende, falsificazioni, I Quaderni del Timone, Istituto di Apologetica, Milano 2014.
fonte
La caccia alle streghe (I parte) | Libertà e Persona (libertaepersona.org)