LA GUERRA DI CRIMEA sulle pagine de “IL VERO AMICO DEL POPOLO”, il Testo in due parti (II)
“La restituzione della Crimea all’Ucraina, di cui è una parte inseparabile, è essenzialmente un requisito del diritto internazionale”. Il virgolettato apre il lancio dell’ANSA del 23 Agosto 2022. Una chiara presa di posizione da parte turca non proprio scontata visto il ruolo di “grande mediatore” – fra le parti in conflitto – che ha cercato di ritagliarsi l’epigono dell’Impero Ottomano. Cogliendo anche un discreto successo d’immagine con lo sblocco del commercio del grano.
Molti dei giocatori di una partita che ormai riguarda questioni geopolitiche globali sono gli stessi o gli eredi (come nel caso dell’Italia) di quei giocatori che nel non lontano 1855 si affrontarono militarmente e diplomaticamente nella guerra di Crimea.
Se si guarda allo svolgersi degli eventi non come ad una serie di fermi-immagine ma come ad un lenzuolo dove gli eventi scorrono e si susseguono uno dopo l’altro o contemporaneamente, si rimane impressionati non soltanto nel ritrovare gli stessi attori di ieri ma gli stessi apparati, spesso le stesse posizioni, finanche la stessa narrazione. Dove si fronteggiano ancora oggi modernità (il diritto) e barbarie (la forza), almeno a quanto si racconta da parte del 99% dei media, tv, giornali, agenzie di informazione.
Contrapporre modernità e barbarie fa parte di una narrazione che cela ben altri interessi e timori, non ultimo quello di tenere la Russia lontana dal Mediterraneo. Ovviamente è innegabile che questo è sempre stato un obiettivo russo, in quanto la Russia, se si escludono i mari gelati artici, gli unici sbocchi a mare passano attraverso lo stretto dei Dardanelli a sud e gli stretti danesi nel Baltico. Questo le ha impedito di divenire una vera potenza talassocratica come gli Stati Uniti. Destino che la Russia condivide con la Germania, altra potenza non talassocratica.
Per darvi una idea di quanto si scriveva su “IL VERO AMICO DEL POPOLO” riportiamo una serie di stralci tratti da quel giornale, che fu uno dei pochi a raccontare la GUERRA DI CRIMEA del 1855 usando toni e argomenti fuori dal coro della stragrande maggioranza dei giornali di allora, tutti schierati dalla parte occidentale contro la “barbarie russa”.
Da notare che gli alleati, tutte potenze cattoliche o protestanti, si schierarono con l’Impero Ottomano islamico contro la Russia cattolica. Ma questo è solo un dettaglio. Ultima annotazione, il Piemonte inviò 15000 uomini a combattere con gli alleati, sui giornali circolò la notizia che 18.000 uomini si preparavano a partire da Napoli per la Crimea ma non se ne fece nulla. Il Regno delle Due Sicilie scelse una neutralità che ne segnò il destino, fornendo agli alleati pretesti per accelerarne la fine.