La politica estera delle Due Sicilie e i trattati commerciali 1816-1860
Tracciare un quadro generale della politica estera duo siciliana non è facile. Lo faccio dopo una serie di discorsi fatti assieme agli amici Giancarlo e Andrea con i quali ho constatato, già da tempo, che la questione non è affrontata nel nostro ambiente se non superficialmente.
La vastità della documentazione conservata presso il Grande Archivio di Napoli rende impossibile una ricerca dettagliata e generale. Decine di fasci pieni di documenti sono relativi, ad esempio, alle sole relazioni con la Francia. Tuttavia, diversi testi sono stati dedicati all’argomento nei decenni passati anche se riferiti solo a periodi precisi e specifici (e vi rimando, tra gli altri, a Giuseppe Nuzzo autore di Le due Sicilie tra ancien regime e restaurazione, nonché ai testi di Ruggero Moscati). Fortunatamente, per aiutare i ricercatori sulla questione, ci sono i documenti di archivio, nella fattispecie la collezione dei decreti e delle leggi reali del regno. Tra le pagine della collezione sono registrati i trattati con e diverse nazioni mondiali. Da questi si può riuscire a estrapolare una serie di elementi che, seppure non risolutori, possono farci affermare le linee guida per una corretta interpretazione della diplomazia duo siciliana. Ovviamente il quadro di riferimento, per volerci limitare al regno di Ferdinando II, deve essere quello che comincia con il 1816 cioè quando l’assetto internazionale è riorganizzato, a seguito dell’epoca rivoluzionaria e dell’epopea napoleonica, dalle potenze riunite nel congresso di Vienna (novembre 1814 – giugno 1815). In quel momento, mettendo da parte tutte le vecchie rivalità, l’Europa conservatrice, garante della tradizione monarchica sei-settecentesca si unisce come mai prima di allora era successo. La Francia, la Spagna, Napoli, governate da casa Borbone, l’Austria degli Asburgo, la Prussia degli Hoenzollern, la Russia dei Romanov e con essi gli stati minori tedeschi e italiani, tutti concorsero alla formazione della nuova Europa. Il nuovo nemico delle monarchie, la massoneria, il complotto e l’intrigo a corte, fu però potente fin da subito. Da una parte la massoneria di stampo francese, che aveva dominato per 15 anni sul continente Europeo. Dall’altra quella di stampo britannica ansiosa di riconquistare le posizioni perse a seguito dell’invasione napoleonica. Non a caso solo cinque anni dopo la rinascita dell’Europa “tradizionalista” (o di vecchio regime) si ebbero i primi, violentissimi, moti rivoluzionari in Spagna e nel regno delle Due Sicilie, due zone da sempre permeate dall’interesse britannico che, dal 1815, era stato messo in second’ordine. La politica estera duo siciliana è, fino al 1830, strettamente legata alla gestione direttoriale dell’Europa, organizzata dalla Santa Alleanza che arrivò ad unire Austria, Prussia, Russia, Francia, Spagna e stati minori dell’Italia e della Germania. Sotto il breve regno di Francesco I (1825-1830) si posero le basi per una sostanziale modifica della condizione di sudditanze. Il nuovo Re non ebbe esitazione nel presentare all’imperatore d’Austria la richiesta con cui si pose fine alla occupazione militare del sud. Egli riformò la diplomazia napoletana adattandola alle nuove esigenze diverse da quelle dell’epoca pre – napoleonica (il centro politico dell’Europa si era spostato da Parigi a Vienna ed aveva fatto il suo ingresso ufficiale nel panorama politico europeo la Russia dello Zar Alessandro) dimostrando capacità governative e abilità non comuni. Non credo si trattò di una monarchia prettamente amministrativa (come sostiene Spagnoletti) ma l’esperienza di governo troppo breve non ci può regalare molte altre note. Il principale dato da sottolineare, relativamente alla questione esaminata, fu che Re Francesco consegnò al figlio un paese notevolmente migliorato. Senza più occupazione militare, con una classe diplomatica all’altezza delle sfide del futuro. Ovviamente Ferdinando II, essendo stato un grande sovrano (io sostengo il più grande di tutta casa Borbone), ha capitalizzato al meglio quegli sforzi e quei risultati. Ripianato il debito ha redistribuito nuovamente i carichi delle diverse ambasciate (dopo l’ascesa di Luigi Filippo e la fine della Santa Alleanza) e ha aperto un alunnato diplomatico, grazie al quale sempre migliori sarebbero stati i funzionari da inviare all’estero. La sua non fu, come erroneamente riportano gli storici unitaristi, una politica estera isolazionista e minima. Anzi. Seppe portare dalla sua parte la Francia dell’Orleans nella guerra degli zolfi con la Gran Bretagna, fu amico (quasi intimo diremmo oggi) dello Zar Nicola I, respinse senza indugio le avances dell’Austria e resistette alle pressioni dell’ambasciatore a Napoli Von Schwartzemberg (che poi divenne garante della restaurazione come Cancelliere viennese). Seppe tenere testa, fin da subito, alle pressioni britanniche e ottenne dal moniteur universelle (organo ufficiale dell’Impero napoleonico) e dal governo dell’Aberdeen, le scuse ufficiali per le offese ricevute dal Regno in occasione della questione delle carceri partenopee. Questi sono solo alcuni dei punti su cui l’attivismo ferdinandeo si è fatto presente. Un tratto che sicuramente caratterizzò la diplomazia partenopea nell’ottocento, e che accomuna i diversi sovrani, fu l’attenzione per il commercio. Numerosi sono i trattati commerciali stretti con tutte le più grandi potenze del mondo, dalla Gran Bretagna agli Stati Uniti come si può facilmente osservare nell’elenco. La politica estera del Regno cambiò quando la guerra di Crimea stravolse l’asse tradizionalista e conservatore che era garante dello status quo europeo (quello tra Austria e Russia). L’inesperienza e la scarsa attenzione al problema spinsero l’imperatore Austriaco Francesco Giuseppe a sottovalutare le mire espansionistiche anglo-francesi. A queste due corti si accodò anche il Piemonte di Cavour e Vittorio Emanuele II mandando a mori decine di migliaia di giovani per potersi accreditare presso il sistema internazionale (visto che il Piemonte era ai margini). La spedizione servì soltanto a paralizzare il fronte della vecchia Europa. Il criterio della neutralità, dietro cui si nascose Francesco Giuseppe favorendo, di fatto, l’aggressione alla Russia, divenne imperante nella vecchia Europa. Fu a causa di quel criterio che, al momento dell’aggressione del Regno delle Due Sicilie nel 1860, il giovane Francesco II non poté trovare quel supporto internazionale che non era mancato al bisnonno Ferdinando I (nel 1821) e al padre (nel 1839, nel 1849 e nel 1857). L’Imperatrice Elisabetta si spese in prima persona con il marito e il governo imperiale austriaco per ottenere un intervento che potesse salvare il trono della sorella Maria Sofia e Francesco Giuseppe convocò un convegno internazionale a Varsavia al quale parteciparono il reggente di Prussia e lo Zar Alessandro III ma, al momento di prendere la decisione definitiva proprio lo Zar, figlio di Nicola I grande amico di Ferdinando II, si nascose dietro la maschera della neutralità con l’evidente intenzione di restituire il “favore” all’Austria. Gli effetti della guerra di Crimea si mostrarono nel momento peggiore. Francesco II, costretto ormai a Gaeta, dette la miglior prova che un sovrano avrebbe potuto fornire in quelle condizioni. Salvò l’onore suo e dei suoi soldati ed entrò nella storia. Quei soldati che seppero fare altrettanto a Civitella e Messina così come avevano fatto (nonostante ufficiali traditori e impreparati) in Sicilia, a Caiazzo, a Capua, sul Volturno, in Abruzzo e sul Garigliano. L’onore che i meridionali tentarono di riprendersi con dieci anni di resistenza attiva e passiva all’invasore piemontese, fallendo (purtroppo) nell’impresa. Lasciandovi ai dati sui trattati mi auguro che sia stata una annotazione interessante.
Roberto Della Rocca
INDICE DEI TRATTATI (1816-1860) Data di Stipula Nazione Tipo Pag. della Collezione dei decreti di trattato e delle leggi del regno 15 maggio 1816 Algeri, Tripoli e Tunisi Pace pagina 318 6 agosto 1816 Stato Pontificio Persecuzione malviventi e disertori pagina 102 21 marzo 1818 Stato Pontificio Concordato pagina 177 30 marzo 1818 Francia, Spagna e inghilterra Commercio e navigazione pagina 266 6 agosto 1818 Stato Pontificio Arresto malviventi pagina106 4 settembre 1818 Prussia Arresto malviventi pagina 178 15 dicembre 1818 Lucca e Baviera Arresto malviventi pagina 416 e 419 11 gennaio 1819 Massa e Carrara Diritto di albinaggio pagina 65 22 gennaio 1819 Wurtemberg Diritto di albinaggio pagina 84 1 febbraio 1819 Sassonia Diritto di albinaggio pagina 102 26 febbraio 1819 Impero d’Austria Diritto di albinaggio pagina 120 8 marzo 1819 Sassonia-Anhalt Dessau diritto di albinaggio pagina 148-150 Sassonia Meinungen Sassonia Hildburghausen 15 marzo 1819 Regno Paesi Bassi Diritto di albinaggio pagina154 26 marzo 1819 Parma, Piacenza e Guastalla diritto di albinaggio pagina 257 Amburgo pagina 259 28 aprile 1819 Brema Diritto di albinaggio pagina321 Lubecca Diritto di albinaggio pagina 323 Gran Bretagna Diritto di albinaggio pagina 326 3 maggio 1819 Assia-Cassel Diritto di albinaggio pagina 329 Toscana Diritto di albinaggio pagina 332 2 giugno 1819 Svezia e Norvegia Diritto di albinaggio pagina 338 29 giugno 1819 Portogallo, Brasile Diritto di albinaggio pagina 548 e Algarve 6 luglio 1819 Parma, Piacenza Diritto di Detrazione pagina 13 e Guastalla 9 agosto 1819 Stato Pontificio Ramo doganale pagina 108 17 agosto 1819 Sassonia-Gotha Diritto di Albinaggio pagina 129 17 agosto 1819 Sassonia-Weimar Diritto di Albinaggio pagina 135 Anhalt-Bernbourg Diritto di Albinaggio pagina 144 Città di Frankfort Diritto di Albinaggio pagina 146 30 agosto 1819 Regno di Sardegna Persecuzione pagina 162 malviventi e disertori 28 settembre 1819 Mecklemburg- Diritto di Albinaggio pagina 337 Schwerin 16 novembre 1819 Hannover Diritto di Albinaggio pagina 557 7 dicembre 1819 Sassonia Cobourg Diritto di Albinaggio pagina 657 20 dicembre 1819 Modena Diritto di Detrazione pagina 722 31 dicembre 1819 Spagna Diritto di Albinaggio pagina 751 15 gennaio 1820 Stato Pontificio Privative a Benevento pagina 62 2 febbraio 1820 Mecklemburg-Strelitz Diritto di Albinaggio pagina 100 27 marzo 1820 Baviera Diritto di detrazione pagina 213 10 aprile 1820 Wurtemberg Diritto di detrazione pagina 234 3 maggio 1820 Svezia e Norvegia Diritto di detrazione pagina 279 15 maggio 1820 Assia e Reno Diritto di detrazione pagina 289 Baden Diritto di detrazione pagina 322 28 luglio 1820 Russia e Polonia Diritto di Albinaggio pagina 487 1 aprile 1822 Regno di Sardegna Diritto di Albinaggio pagina 242 22 marzo 1824 Elvezia Diritto di Albinaggio pagina 169 14 dicembre 1827 Impero Ottomano Libera navigazione pagina 252 bastimenti napoletani nel Mar Nero 31 ottobre 1832 Regno di Sardegna Trattato matrimoniale pagina 182 11 giugno 1834 Tunis i Accordo commerciale pagina 222 e Convenzione sui reati pagina 228 commessi da Napoletani 27 febbraio 1837 Marocco Trattato di pace 17 agosto 1838 Francia e Inghilterra Abolizione Tratta dei negri 1 febbraio 1839 Grecia Diritto di Albinaggio 27 luglio 1842 Francia Convenzione commerciale 22 novembre 1843 Assia-Amburgo Sassonia 1845 Isole IonIe-Gb Estensione accordo preesistente 23 febbraio 1846 Sardegna Commercio e navigazione pagina 65 9 marzo 1846 Danimarca Apertura di Legazione pagina 165 e Svezia 1 giugno 1846 Stati Uniti Commercio e navigazione pagina 189 9 giugno 1846 Stati Uniti Apertura di Legazione pagina 241 15 giugno 1846 Danimarca Commercio e navigazione pagina 251 5 ottobre 1846 Austria Commercio e navigazione pagina 84 16 febbraio 1847 Smirne Fondi ai consolati pagina 30 e 33 ed Alessandria 12 maggio 1847 Prussia Commercio e navigazione pagina 109 27 agosto 1847 Francia Convenzione consolare pagina 66 26 agosto 1850 Lombardo-Veneto Spostamento sede consolare pagina 74 20 gennaio 1851 Svizzera Apertura agenzia commercio pagina 14 21 luglio 1851 Spagna Riapertura consolato Barcellona pagina 23 27 luglio 1851 Imp. Ottomano Commercio e navigazione pagina 31 27 settembre 1851 Stato Pontificio Modifiche Legazioni pagina 116 1 marzo 1852 Baviera Modifiche Legazione pagina 113 5 aprile 1852 Stato Pontificio Accordo su confini pagina 186 e opere pubbliche 1 luglio 1852 Stato Pontificio Trattato di confinazione pagina 1 7 agosto 1852 Stato Pontificio Rettifiche territoriali pagina 70 accordo 5-4-52 9 aprile 1853 Toscana Commercio e navigazione pagina 217 23 marzo 1853 Francia Convenzione Postale 29 agosto 1853 Francia Consegna disertori pagina 88 13 settembre 1853 Gran Bretagna Consegna disertori pagina 113 6 marzo 1854 Russia Apertura consolato a Riga pagina 106 20 marzo 1854 Spagna Consegna disertori pagina 155 10 giugno 1854 Spagna Convenzione giudiziaria pagina 385 13 luglio 1854 Sassonia Modifiche consolato Dresda pagina 32 6 agosto 1854 Stato Pontificio Accordo sui porti pagina 55 23 settembre 1854 Stato Pontificio Convenzione su servizi pagina 369 telegrafici tra i due paesi 14 luglio 1855 Argentina Apertura consolato pagina 23 a Buenos Aires 22 ottobre 1855 Stati Uniti Trattato di neutralità pagina 177 11 aprile 1856 Toscana Convenzione giudiziaria pagina 228 sull’estradizione di imputati e condannati 15 maggio 1856 Brema-Lubecca Commercio e navigazione pagina 344 Amburgo 25 giugno 1856 Svezia e Norvegia Commercio e navigazione pagina 444 4 luglio 1856 Spagna Commercio e navigazione pagina 3 7 novembre 1856 Stati Unit i Trattato di amicizia pagina 370 Commercio e navigazione Estradizione fuggitivi 6 gennaio 1858 Belgio Commercio e navigazione pagina 3 14 aprile 1858 Mecklemburgo Commercio e navigazione pagina 188 15 febbraio 1860 Imp. Ottomano Convenzione corrispondenze pagina 48 telegrafiche tra i due paesi
complimenti a Roberto Della Rocca per il bellissimo articolo che fornisce una panoramica degli intrecci fra le potenze del periodo post-napoleonico dal punto d’osservazione duosiciliano,… e utilissimo il lavoro certosino che facilita ogni ulteriore approfondimento portando a conoscenza tutti i trattati di contenuto commerciale… Nessuno storico vero potrebbe ignorarli o travisarli, salvo che non miri purtroppo ad altro…cioè all’assoluzione del misfatto della soppressione del Regno per l’invenzione della cosiddetta unità. caterina ossi