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La ricerca pro pedofilia: «È solo una variante sessuale»

Posted by on Dic 17, 2018

La ricerca pro pedofilia: «È solo una variante sessuale»

Il pedofilo Thomas O’Carroll, che fu incriminato per l’abuso di materiale pedo-pornografico omosessuale, scrive un articolo in difesa della pedofilia su una rivista scentifica: «L’affetto adulto/bambino è impedito dalla società patriarcale che vuole controllare il sesso, la donna e figli». In fondo, scrive, «la pedofilia è un orientamento sessuale, giustificato dal consenso del bambino». Un malanno teorico che viene da lontano e chi non lo riconosce ne è complice.

Il pedofilo Thomas O’Carroll, che fu incriminato per l’abuso di materiale pedo-pornografico omosessuale, scrive un articolo in difesa della pedofilia su una rivista scentifica: «L’affetto adulto/bambino è impedito dalla società patriarcale che vuole controllare il sesso, la donna e figli». In fondo, scrive, «la pedofilia è un orientamento sessuale, giustificato dal consenso del bambino». Un malanno teorico che viene da lontano e chi non lo riconosce ne è complice.

Che vi sia un tentativo di sdoganare la pedofilia anche a livello accademico e che questo non sia più nascosto lo dimostra il fatto che questo mese un giornale specializzato come Sexuality & Culture abbia pubblicato un articolo che normalizza la pedofilia. Non solo, la rivista scientifica, che studia come il comportamento sessuale incide sull’etica, la cultura, la psicologia e la politica, ha accolto l’intervento che ha come autore *Tom O’Carroll, un inglese già finito in carcere due volte per reati legati alla pedofilia.

La cosa interessante però è quello che sostiene il pedofilo. Innanzitutto, si legge, «l’asserzione per cui i bambini sono incapaci di relazioni sessuali è empiricamente infondata. Dove sta l’evidenza? Un paragone con gli animali è suggereibile. I cani appaiono come perfettamente capaci di reciprocità nelle relazioni d’amore con gli esseri umani, spesso fino al punto di essere altrettanto devoti e leali negli affetti verso i loro padroni quanto i loro padroni lo sono verso di loro e forse anche di più». Dunque si paragonano non solo gli atti di affetto verso gli animali a quelli sessuali con i bambini, ma si mette sullo stesso piano il rapporto padrone-cane e quello uomo-bambino. Infatti, continua senza vergogna O’Carroll, «se anche un cane può sperimentare i sentimenti necessari in una relazione reciproca di carattere interpersonale…perché un bambino dovrebbe essere incapace di farlo?».

Sembra impossibile che ad accogliere idiozie di questo tipo sia un giornale usato nelle accademie e nelle università, eppure non è finita qui. Vediamo infatti l’altra tesi di O’Carroll, che il mondo relativista e buonista che ha sdoganato l’omosessualità come tollerabile non può più combattere a livello argomentativo, avendo ormai accettato certi assunti come questo: la pedofilia, continua l’articolo, «è un orientamento sessuale come un altro». Come negarlo una volta che si è accettato che qualsiasi istinto, anche se non è naturale, è innato e normale? Non si può. Si capisce quindi come l’apologia del sesso in ogni salsa e del “corpo è mio e lo gestisco io” stia portando la società verso quest’ultima soglia: la lenta accettazione della violenza sessuale sui bambini.

Certo, chi ancora non vuole ammettere la radice del problema afferma che, in questo caso, la differenza con le altre relazioni sessuali è che manca il consenso del bambino. Ma l’argine non regge perché basta sostenere che ad inibire il piccolo siano gli strascichi dell’educazione «della società patriarcale», che «difende l’innocenza e la verginità…per controllare la riproduzione femminile», che il gioco è fatto. Ovviamente O’Carroll può citare a suo vantaggio una psicologa femminista, Darcia Narvaez, per cui «le relazioni sessuali riguardano più il piacere che il controllo». Perciò, continua il pedofilo, il bambino dovrebbe «essere informato in anticipo sul fatto che avere relazioni intime (come discusso in seguito) può essere benefico anche molto prima del tempo in cui potrebbero esserci conseguenze riproduttive».

Poi O’Carroll attacca un autore (Malòn) che sostiene una «radicale separazione dell’infanzia dall’età adulta», perché così «Malón impone limiti alle capacità sessuali dei bambini…Riduce l’interesse sessuale dei bambini a una mera “curiosità”. Anche quando cercano l’orgasmo, ci viene detto, questo non “ha la stessa struttura nei bambini negli adolescenti o negli adulti”». Per il pedofilo è sbagliato anche «concentrarsi sulla distinzione…normale/perverso» che «piace inevitabilmente ai tradizionalisti radicati», poiché «provoca un’intolleranza feroce e radicata», alimentando «discorsi di odio». Un ragionamento già sentito.

Ecco perché si attacca la famiglia patriarcale per cui l’incesto è proibito solo perché permette al padre di continuare ad esercitare la sua autorità sulla donna e i figli, mentre «il pedofilo che rispetta i bambini non esiterebbe a deplorare un tale atteggiamento». Curioso sentire parlare di rispetto da un visionatore di materiale pedo-pornografico in cui bambini di sei anni vengono seviziati, ma evidentemete all’editore della rivista non importa.

Anche perché chi nel mondo accademico progressita metterebbe in dubbio la tesi secondo cui tutto ciò che limita la sessualità serve ad esercitare potere sugli esseri umani e che per liberare l’uomo bisogna liberare la sua sessualità? Perciò nell’articolo viene spudoratamente spiegato che «in una relazione pedofila» il piccolo «desidera essere desiderato», quindi sarebbe pienamente libero, tanto che «il legame pedofilo, come quello parentale, tende ad allentarsi in modo del tutto naturale con il passare del tempo. Ma non c’è motivo per cui entrambi i legami si dovrebbero rompere. Le prove aneddotiche secondo cui pedofili e bambini possono rimanere buoni amici dopo che una relazione sessuale è finita si trovano nel loro essere invitati anni dopo al matrimonio del bambino. Nel caso di Jimmy Safechuck, ex amico bambino (e probabilmente amante) del defunto Michael Jackson, le nozze si sono persino svolte nella famosa casa di Jackson». Ovviamente non viene in mente all’autore che questo legame sia un effetto malato degli abusi, né che l’adulto pedofilo abusi del desiderio del bambino di essere amato.

Ma ecco la parola magica, quella con cui si potrà introdurre come normale, dopo l’omosessualità, anche la pedofilia: nel caso di Jackson si parlò di «presunti abusi sessuali infantili – continua l’articolo – ma il resoconto è del tutto compatibile con il fatto che sia stata di fatto una relazione consensuale». Ecco basterà far apparire come “consensuale” la relazione per giustificare la deviazione sessuale verso l’innocente.

Il come lo si comprende guardando la forza della pressione che mira a sessualizzare i bambini con i corsi di sessualità fin dall’asilo o con la campagna pro-pedofila di Netfilx, mentre l’allarme della pornografia online sta creando dei violentatori dell’età di 10 anni. Ma forse ancor più gravi sono le sentenze pro pedofilia che parlano già di “consenso del minore” come una attenuante.

Infatti, non è la prima volta che il mondo accademico si spinge fino a qui: nell’agosto 2016 il professore di filosofia Steven Kershnar aveva pubblicato una “analisi” favorevole alle relazioni sessuali tra bambini e adulti, in seguito a cui il sociologo Mark Regnerus aveva osservato che il clima universitario oggi è meno ostile nei confronti di questo tipo di argomenti. Tanto che se un tempo l’American Psychological Association era costretta a contraddire questi studi oggi di fronte a tali pubblicazioni tace.

Sarà così che l’ultimo limite riconosciuto alla legge naturale verrà abbattuto? Secondo il giornalista americano Rod Dreher «la destrutturazione delle relazioni umane sotto il pretesto del desiderio liberatore è l’obiettivo di queste persone». Bisogna che la gente si renda conto della radice profonda di un male che altrimenti rimarrà incurabile. Male che nasce, dagli anni Sessanta, ossia dalla messa in discussione dei limiti sessuali naturali come necessari allo sviluppo sano di ogni essere umano. Perciò, secondo Dreher, occorre comprendere che «senza Dio o qualche altra fonte vincolante di ordine sacro, c’è solo il nichilismo: se non avrai Dio, preparati a fare spazio a Tom O’Carroll e alla sua celebrazione della diversità».

Se nemmeno di fronte a questo oltraggio si sarà capaci di ribellarsi e di comprendere che il buonismo e la tolleranza sono strumenti potenti del male, da rigettare in cambio di un amore virile pieno di giudizio, vorrà dire che saremo complici del peggio. Più o meno coscienti, ma complici.

*Nel 2006 Thomas O’Carroll è stato incriminato per aver distribuito materie pedo-pornografico attraverso la sua organizzazione Paedophile Child Emancipation Group. La polizia scoprì una biblioteca pedo-pornografica proveniente dalla sua casa dove bambini maschi di sei anni erano stati filmati e fotografati mentre venivano torturati e violentati. Infine O’Carroll è autore del libro “Paedophilia: The Radical Case and Michael Jackson’s Dangerous Liaisons”.

Benedetta Frigerio

fonte 

http://lanuovabq.it/it/la-ricerca-pro-pedofilia-e-solo-una-variante-sessuale

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