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LA TRAGICA TAMMURRIATA

Posted by on Ott 1, 2016

LA TRAGICA TAMMURRIATA

il Prof. Francesco Iodice ci da la possibilità di pubblicare un articolo già pubblicato a Chiaiamagazine.it e che di seguito potete apprezzare.

Molti non sanno che il generale Armando Diaz, durante la prima guerra mondiale, inviò un telegramma al suo illustre concittadino Giovanni Ermete Gaeta, per essere l’autore di quella canzone che, secondo l’espressione di Diaz, “valeva più di un generale”. Gaeta aveva adottato lo pseudonimo di E.A. Mario e la canzone era La leggenda del Piave. Due napoletani (Diaz e Gaeta) che hanno reso celebre il Piave, un fiume-simbolo. Anche la città di Trieste è debitrice a questo artista partenopeo che, invitato dal Re d’Italia a Palazzo Reale, ebbe a dire: “Io non rappresento che la canzone di Napoli, non sono che un’espressione del sentimento popolare: non ho fatto altro che trascrivere, fermandola in note musicali, l’onda fervida di un sentimento palpitante nell’aria”. Per illustrare con parole appropriate il valore artistico del musicista, riportiamo il giudizio dell’amico e valoroso critico letterario Francesco Durante: “E.A. Mario fu un intellettuale che seppe aprirsi a fremiti e a suggestioni più ampie di quelle che normalmente bastano alla tradizione piedigrottesca.Volle uscire dal guscio dell’ortodossia napoletanistica. Basterebbero gli onori che perfino dal Re in udienza privata gli vennero tributati per La Leggenda del Piave. Un vero e proprio fenomeno della letteratura napoletana. Sprizzò poesia e musica da tutto il suo essere: siriallacciava a Velardiniello ed agli altri mitici cantori di Napoli, era vicino a Salvator Rosa, fu come un antico aedo nell’opera costante di ispirato autore di versi e musiche. Dotato di vastissima cultura (era un autodidatta), scrisse centinaia di canzoni. La canzone «italiana» nacque con lui: sono sue, infatti, Vipera, Balocchi e profumi, Ladra, Come l’onda, Le rose rosse. Ma, di tutta la sua produzione, l’emozione più forte e coinvolgente è trasmessa da quell’irripetibile capolavoro che è Tammurriata nera. La storia è semplice e tragica nello stesso tempo: nel 1945 una ragazza diede alla luce, nell’ospedale Loreto Nuovo, un neonato di pelle scura. Sembrava una cosa che la scienza non poteva spiegare ma la realtà era molto più semplice: l’anno prima erano giunte in città le truppe americane composte anche da molti soldati neri. Edoardo Nicolardi, che lavorava in quell’ospedale, scrisse dei versi, ne parlò al consuocero E.A. Mario che compose in breve una musica che diverrà la migliore testimonianza della realtà di quegli anni. Ogni volta che ascoltiamo quelle parole e quella musica drammatiche, la gratitudine , ancora e sempre, va all’immenso E.A.Mario.

Prof. Francesco Iodice

fonte chiaiamagazine.it

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