L’Alta Vendita e la Vendita Suprema della Carboneria
L’Alta Vendita comprendeva i gradi più alti della carboneria e costituiva una sorta di società segreta all’interno di una società segreta; non solo erano segreti i membri e le finalità ai comuni carbonari (neanche Mazzini fu iniziato a questi ultimi misteri), ma ne era totalmente segreta l’esistenza. Era composta da quaranta membri, aveva pieno controllo di tutta la carboneria e difendeva la rigida gerarchia piramidale senza collegamenti orizzontali: il mancato rispetto da parte di un carbonaro della interdizione di introdursi in un’altra vendita era sanzionata con la pena di morte. I gradi superiori, per difendere la loro segretezza, non disdegnarono neppure di sacrificare alcune vendite minori poco prudenti alle forze dell’ordine, traendone un doppio vantaggio di copertura delle loro azioni. Il massone Carlo Gentile, in “Giuseppe Mazzini Uomo Universale”, parla di massimi dirigenti carbonari dipendenti da “superiori incogniti” di segreta estrazione massonica scozzese.
Le loro istruzioni cominciavano così: “vi è un pensiero che ha sempre grandemente preoccupato gli uomini che aspirano alla rigenerazione universale: è il pensiero che dalla liberazione d’Italia deve uscire, in un giorno determinato, la liberazione del mondo intero, la repubblica fraterna (la repubblica dei framassoni) e l’armonia dell’umanità (quella repubblica che tiene sotto la legge massonica tutto il genere umano), per la rigenerazione universale… Noi dobbiamo trar fuori dai nostri magazzini di popolarità o d’impopolarità le armi che renderanno inutile o ridicolo il potere nelle loro mani…”.
Ovviamente la liberazione d’Italia sottintendeva ancora una volta la liberazione dalla Chiesa di Roma, vera e propria peculiarità del pensiero carbonaro. In un documento emanato dal Comitato direttivo il 20 ottobre 1821, erano descritte le modalità con cui screditare il clero: “Se un prelato arriva da Roma in provincia per esercitare qualche pubblico ufficio, bisogna subito informarsi del suo carattere, dei suoi precedenti, delle sue qualità e soprattutto dei suoi difetti. È’ egli per giunta un nemico dichiarato (della Rivoluzione): un Albani, un Pallotta, un Bernetti, un Della Genga, un Rivarola? Subito avviluppatelo in tutte le reti che potrete tendere sui suoi passi; fategli una di quelle riputazioni che spaventino i ragazzi e le vecchierelle. – Una parola ben inventata e che si sparge con arte in certe buone famiglie civili, perché di là passi nei caffè e dai caffè nella piazza, una parola può qualche volta uccidere un uomo. – Dipingetelo crudele e sanguinario, raccontate qualche fatterello atroce che possa facilmente imprimersi nella mente del popolo“.
Una delle strategie della setta era quella di alimentare il desiderio romantico di un ritorno alla Roma imperiale pagana: “Vi ha sempre in fondo al cuore dell’Italiano un desiderio della Roma repubblicana. Eccitate, scaldate queste nature sì infiammabili… Offrite loro dapprima sempre in segreto, offrite loro libri innocenti, poesie calde di enfasi nazionale: poi, a poco a poco, voi condurrete i vostri discepoli al grado voluto di fermentazione. Quando, su tutti i punti dello Stato ecclesiastico, questo lavoro di tutti i giorni avrà sparso le vostre idee, come la luce, allora voi potrete apprezzare la saggezza dei consigli, di cui noi ora pigliamo l’iniziativa“.
Ma il compito della setta non poteva risolversi nella sola Roma, ma andavano preparati i consensi in tutta Europa e l’Alta Vendita inviò come consiglieri dei suoi membri nelle corti europee. La sorte di Carlo Alberto, affidata al conte di Galliera, il conte di Pralormo e il marchese Alfieri, è un esempio degli effetti che tali consiglieri potevano produrre: due disfatte e un’abdicazione.
Così aggiungevano le istruzioni per la propaganda: “Quando i giornali stranieri raccoglieranno da noi questi racconti, che essi infioreranno alla loro volta, divulgate o piuttosto fate che qualche autorevole imbecille divulghi questi fogli, dove sono riferiti i nomi e per ordine gli eccessi dei personaggi. Come in Francia e nell’Inghilterra, così non ci sarà difetto neppure in Italia di penne che sappiano intrecciare menzogne utili alla buona causa“. “La Semaine de France”, ad opera del massone Emilio Lemaitre e finanziato dal Grande Oriente di Francia, è un esempio di queste pubblicazioni anticlericali che ripropongono sempre gli stessi racconti, con connotati storici molto vaghi e adattati al momento, che possano istigare l’odio verso il clero.
Rivolgendosi al clero invece l’intento era quello di accrescere l’intolleranza verso le ingerenze militari straniere, in modo tale da favorire il rifiuto di un aiuto esterno al momento del bisogno. Molti sacerdoti vennero adescati da questo spirito patriottico liberale.
L’Alta Vendita è stata additata di essere addirittura la direzione di tutti i moti rivoluzionari europei dell’epoca. “Questa Vendita è certamente superiore a tutte le altre; è il S. Giovanni in Laterano: caput et mater omnium ecclesiarum. Vi sono chiamati gli eletti che soli sono giudicati degni d’esservi introdotti” (lettera di Nubius del 7 aprile 1836). Metternich in persona credeva che questa organizzazione fosse la continuazione dell’Ordine degli Illuminati “che ha preso successivamente, secondo le circostanze e i bisogni del tempo, le denominazioni di Tugendbund, di Burschenschaft, ecc…”
Questi capi cospiratori erano in gran parte appartenenti al più illustre patriziato romano e ricoprivano ruoli importanti nello Stato Pontificio. I nomi dei membri dell’Alta Vendita divennero successivamente noti alla Chiesa che però scelse di non pubblicarli: “Per un riguardo di alta convenienza – dice Crétineau-Joly – non vogliamo violare il segreto di questi pseudonimi che oggidì protegge il pentimento o la tomba. La storia sarà forse un giorno meno indulgente della Chiesa”. Tra questi, o in stretta connessione con essi, c’erano personaggi del calibro di Buonarroti, Testa, Menotti, Renard, Vengeur, Misley, Voyer d’Argenson, Bayard, Lafayette, Manuel, Saint-Simon, Schoen, Merilhou, Tscharner, Heymann, Jacobi, Chodzko, Lieven, Pestel, Mouravieff, Strauss, Pallavicini, Malegani, Driesten, Bem, Bathyani, Oppenheim, Klauss e Carolus. “Essi non sono che quaranta, ma scelti fra i più intelligenti, i più astuti e i più atti ad esercitare, non solo nel mondo massonico, ma nel mondo profano, l’influenza più efficace e più estesa. Esaminati e scelti accuratamente, non è loro permesso di declinare il pericoloso mandato. Iniziati, son costretti ad avvolgersi nel mistero, ed è loro imposta l’abnegazione più assoluta” (da “Guerra alla civiltà Cristiana”, Henry Delasuss).
Esisteva inoltre un comitato superiore ancora più segreto e ristretto, detto Vendita Suprema, che era misterioso anche per i membri dell’Alta Vendita. Il “buon cugino” Malegani parlò così di questo supremo rito: “Noi vogliamo infrangere ogni specie di giogo, e ve n’ha uno che non si vede, che si sente appena, e che pesa sopra di noi. D’onde viene? Dove si trova? Nessuno lo sa, od almeno nessuno lo dice. L’associazione è segreta, anche per noi che siamo i veterani delle società segrete. Si esigono cose da noi che, talvolta, ci fanno drizzare i capelli sulla testa; e lo credereste? mi si riferisce da Roma che due dei nostri, ben conosciuti per l’odio che hanno contro il fanatismo, furono obbligati, da un ordine del Capo supremo, d’inginocchiarsi e fare la comunione nell’ultima Pasqua. Io non cerco ragioni per obbedire, ma vorrei ben sapere dove ci conducono queste cappuccinate“.
Il fine ultimo della Vendita Suprema era il trono Pontificio, il comando del potere spirituale e temporale della Chiesa Cattolica, quindi un obiettivo che doveva essere conseguito subdolamente con l’appoggio inconsapevole del clero. “Lo scopo assegnato era l’annientamento dell’idea cristiana; i mezzi da mettersi in opera: la distruzione del potere temporale dei Papi e la corruzione del popolo cristiano, nei costumi e nelle idee” (da “Guerra alla civiltà Cristiana”, Henry Delasuss).
Il capo aveva preso il soprannome di “Nubius” (ma di reale identità non clarata), occupava un alto grado nella diplomazia a Roma, famoso in tutte le sette europee per le sue iniziative rivoluzionarie anti-clericali e l’unico che avesse tutte le caratteristiche per ricoprire quel ruolo. Restò saldamente a capo della Vendita Suprema fino al 1844, quando la fazione opposta dei movimenti anti-clericali gli fece bere l’acqua toffana e dovette rifugiarsi malato a Malta, dove morì nel 1848. Così lo descrisse Crétineau-Joly: “Nubius ha ricevuto dal cielo tutti i doni che creano il prestigio intorno a sé. Egli è bello, ricco, eloquente, prodigo del suo oro come della sua vita; egli ha clienti ed adulatori. È nell’età delle imprudenze e degli esaltamenti, ma impone al suo capo ed al suo cuore un tal cómpito di ipocrisia e di audacia, e lo sa eseguire con sì mirabile destrezza, che oggidì, quando tutti i mezzi che egli metteva in azione son falliti uno dopo l’altro, si resta ancora spaventati dell’arte infernale che quest’uomo spiegò nella sua lotta contro la fede del popolo. Egli solo, Nubius, è corrotto quanto un intiero ergastolo. Sorride sempre quando è in compagnia, per darsi il diritto di esser più serio in seno delle società occulte ch’ei fonda o dirige. Si vede dalle sue lettere indirizzate a’ membri influenti dell’associazione occulta che, grazie al suo nome, alla sua fortuna, alla sua figura, all’estrema sua prudenza per evitare ogni questione irritante o politica, egli si è creato in Roma una posizione sicura da ogni sospetto.”
Nubius così scrisse in una lettera a “Volpe” (Renard) in cui gli annunzia l’assunta direzione della Vendita Suprema: “il trionfo della nostra opera dipende dal più profondo mistero; e nelle Vendite noi dobbiamo trovare l’iniziato sempre pronto, come il cristiano dell’Imitazione, “ad amare di essere sconosciuto e riputato per niente“.
Il primo collaboratore di Nubius ed eminenza grigia della setta, era nientemeno che il barone Carl Mayer (Kalmann) Rothschild (1788-1855), ancora uno dei famosi cinque fratelli figli del patriarca Mayer Amschel.
Dopo aver aiutato Luigi De Medici a recuperare il suo ruolo di Ministro delle Finanze a Napoli, lì si era stanziato nel 1821, aveva fondato una banca ed era diventato il finanziere della corte. Conosciuto all’interno della Vendita Suprema con il soprannome di “le Petit Tigre”, era forse il meno brillante fra i suoi fratelli ed era il responsabile del sistema di corrieri privato della famiglia, strumento di fondamentale importanza per questioni politico-economico-militari. La sua attività per le corti d’Europa era incessante, oltre a divulgare le informazioni, recuperava ingenti somme (prevalentemente da ebrei come lui) per sostenere la rivoluzione. Il suo potere in Italia divenne tale che lo stesso Papa Gregorio XVI gli conferì l’Ordine di San Giorgio. Nel 1818 Carl scrisse un documento segreto dell’Alta Vendita, indirizzato ai capi della massoneria, con il titolo di “Istruzioni permanenti, o Codice Pratico delle Regole; Guida per i capi dei più alti gradi della massoneria”, che indica chiaramente il potere che questa organizzazione aveva raggiunto in seno all’intero movimento massonico. Per diversi storici delle società segrete l’Alta Vendita era al tempo da considerare come il vertice supremo della massoneria mondiale, considerazione probabilmente eccessiva, ma sicuramente in quel momento era il ramo operativo meglio strutturato di tutta la massoneria reazionaria.